quarantacinque

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finalmente, sono riuscita a pubblicare questo capitolo! ci ho messo dei secoli per scriverlo! perdonate eventuali errori! spero vi piaccia^^

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In questo momento, Chaeyoung, Seoul è la città più bella al mondo.

Trattenni un respiro. Sentivo il cuore battere così forte nel petto, pronto a saltare fuori da un momento all'altro. Nello stomaco si erano riunite tutte le farfalle esistenti sulla Terra per creare una tempesta armonica di emozioni che faticavo a distinguere. Cosa mi stava succedendo? Cosa stavo provando? Le mani, sudate, mi tremavano così come la mia voce, quando decisi di parlare.

«Jungkook.» dissi in un sussurro appena udibile. Chiusi gli occhi, non riuscendo più a sostenere il suo sguardo. La sua fronte si adagiò dolcemente contro la mia. «Non...»

«Ti prego, non dire nulla.» mormorò, respirando a fondo. «Questo momento... È perfetto così.»

Sollevai le palpebre, solo per scoprire che anche lui, come me, aveva chiuso gli occhi. La sua mano era ancora poggiata sulla mia guancia, mentre l'altra era ancora allacciata alla mia vita.

«Mi basta sapere che, almeno in questo istante, siamo solo io e te.» continuò, allontanandosi di pochi centimetri per potermi guardare in viso. «Ora, il mondo là fuori è inesistente. Poterti stringere tra le mie braccia in questo modo è abbastanza. Non ho bisogno d'altro.»

Nonostante il sensore di allarme che gridava nella mia testa di allontanarmi, mi abbandonai al gentile tocco delle sue braccia e, allacciando le braccia intorno al suo collo, lo strinsi a me. Inebriata dal suo profumo, adagiai la guancia sul suo petto e lasciai che il battito del suo cuore entrasse in armonia col mio. Ero sicura che quella fosse la melodia che avevo cercato per tutta la vita. Finalmente, l'avevo trovata.

Avrei tanto voluto custodirla, proteggerla e amarla con tutta me stessa.

Ma sapevamo entrambi che fosse solo un sogno. Un bellissimo sogno ad occhi aperti che era destinato a svanire, demolito dalla realtà.

«Devo andare.» dissi, sentendo un groppo formarsi in gola. Probabilmente sorpreso dalle mie parole, le sue braccia si allontanarono dal mio corpo e, senza indugiare oltre, lo superai, dirigendomi in casa. Velocemente, raccolsi le mie cose e corsi verso la porta. Appena prima che potessi uscire definitivamente, lo sentii afferrare la mia mano, costringendomi a voltarmi verso di lui.

«Non andare.» i suoi occhi brillavano e le lacrime minacciavano di uscire da un momento all'altro. «Resta con me.»

Il groppo in gola era cresciuto così tanto da ostacolare il mio respiro. Sentivo gli occhi bruciare, pronti a versare torrenti di dolore. Avrei tanto voluto accettare!

«Non posso.» mormorai, senza guardarlo in faccia. Perché era così difficile?

La presa sulla mia mano si allentò e colsi quel momento per dargli le spalle e correre giù per le scale. Non udii la porta chiudersi, ma non mi voltai indietro. Se lo avessi fatto, non sarei riuscita a resistere. I suoi occhi, mentre mi chiedeva di restare... Non avevo mai visto uno sguardo così addolorato. Stava soffrendo per colpa mia? Ero io la causa del suo tormento?

Dovevamo smetterla di farci del male a vicenda.

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Ero appena uscita dalla sala prove. Le ragazze erano tornate a casa prima di me, solo io ed Eunbi eravamo rimaste ad allenarci ancora. Nessuna delle due spiccava nel ballo, per cui avevamo molto da recuperare.

«Shining è sicuramente una bomba, ma ogni volta che ci esibiamo sento di poter morire da un momento all'altro!» sbuffò Eunbi, passandosi un asciugamano sulla fronte imperlata di sudore.

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Where stories live. Discover now