quarantasei

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Alla fine della cerimonia, io e le ragazze salutammo velocemente gli altri artisti, inchinandoci rispettosamente nei loro confronti. Le Blackpink furono tanto gentili da accompagnarci al nostro camerino dove si trattennero maggiormente per chiacchierare con noi. Così, mentre loro erano occupate a discorrere animatamente, io mi fiondai nel bagno dove mi cambiai in abiti più comodi. Passai una mano tra i capelli per districarli da eventuali nodi e, con una salvietta detergente, rimossi tutto quel trucco che mi aveva appesantito il volto, in particolare, gli occhi. Non ero mai stata abituata a tutto ciò. Normalmente, ero la classica ragazza acqua e sapone che indossava le prime due cose che le capitavano a tiro. Essere un idol – ancora non credevo di potermi definire tale – aveva ridimensionato letteralmente il mio modo di vivere.

Una volta rinfrescata, con i vestiti in mano, uscii dal bagno a testa bassa, andando inevitabilmente a sbattere contro qualcuno.

«Aish! Mi dispiace tantissimo!» mi inchinai immediatamente, senza osare lo sguardo su chiunque mi fossi imbattuta. Dovevo seriamente imparare a guardare davanti a me!

La persona di fronte a me ridacchiò sommessamente.

«Non ti preoccupare.» quando quella voce profonda raggiunse le mie orecchie mi raddrizzai immediatamente, incontrando lo sguardo penetrante di Felix. Che ci faceva lì? Ero sicura che i camerini degli artisti della JYP fossero in un'altra area dell'edificio.

«Felix-ssi!» sussurrai sorpresa, abbassando lo sguardo sui vestiti che portavo tra le braccia. I miei occhi incontrarono un indumento che non mi apparteneva e il mio volto si illuminò. «Ah, quasi mi dimenticavo! Ecco, tieni la tua giacca! Grazie mille per avermela prestata, mi è stata molto utile!»

Il ragazzo mi rivolse un sorriso compiaciuto.

«Ne sono felice!» disse, riprendendosi l'indumento e portandolo sulle spalle.

Quando non aggiunse altro, ondeggiai a disagio avanti e indietro, incrociando le braccia sul petto.

«Ehm...» cominciai nervosamente, evitando di proposito di osservarlo in faccia. I suoi occhi erano particolarmente travolgenti. Ogni volta che li fissavo diventava difficile allontanarmene. «Avevi bisogno di qualcos'altro?»

Un ulteriore sorriso si fece spazio sulle sue labbra, prima di fare un passo verso di me.

«In realtà, sì.» sussurrò, avvicinandosi un po' troppo per i miei standard. Non dovevo preoccuparmi di essere vista da occhi indiscreti perché quell'area dell'edificio era esclusivamente dedicato a noi artisti e allo staff. Ciò nonostante, la sua estrema vicinanza al mio corpo non era appropriata. Mi sentivo estremamente a disagio. Per quanto potessi essere attratta da lui, desideravo mantenere una certa distanza.

«Di... Di c-cosa hai bi-bisogno, allora?» balbettai, facendo qualche passo indietro, cercando di allontanarmi da lui.

Alzò una mano per accarezzare in tutta la sua lunghezza una ciocca dei miei capelli, osservandoli ammaliato.

«Volevo semplicemente complimentarmi con te.» sussurrò, tornando a guardarmi in volto. C'era qualcosa nei suoi occhi che proprio non riuscivo a decifrare. «Sei stata spettacolare sul palco!»

Deglutii a fatica nel sentire le sue parole. Mi rimproverai mentalmente per sentirmi così tanto in imbarazzo in sua presenza. Dopo tutto, stava solo cercando di essere gentile con me.

«Oh...» abbozzai ad un sorriso per ringraziarlo. «Sei venuto fino a qui solo per questo motivo? Non c'era bisogno!»

Fece un ulteriore passo in avanti e sentii le gambe tremare. Che stava succedendo? Mi avevano drogata, per caso?

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Where stories live. Discover now