venti

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«Yaah! Yoongi-ah!» esclamai esausta e frustrata. Non curandomi ti utilizzare un tono formale. In quel momento, ero così stanca da voler solo sbattere la faccia contro la tastiera davanti a cui ero seduta.

Yoongi, comunque, non se la prese, anzi, mi rivolse uno sguardo dispiaciuto e consapevole.

«Riesci a rifare quella parte con un po' meno aggressività? Il cypher lo abbiamo registrato prima di Natale!»

Esattamente. Eravamo a metà gennaio. Erano, quindi, passati due mesi e mezzo da quando ero arrivata a Seoul. Avevo molta più confidenza con i ragazzi, chi più e chi meno, per cui lavorare insieme era molto più facile. Io e i tre rapper, in particolar modo, avevamo sviluppato una certa chimica che ci permetteva di scrivere canzoni in un pomeriggio, un po' come era successo per quella che stavamo registrando in quel preciso momento. Peccato che Yoongi aveva deciso di parlare ai suoi fan sembrando una versione mini di Hulk incazzato.

«D'accordo, ma non sto parlando direttamente ai fan, in realtà, ma agli hater!» protestò il ragazzo, ora biondo ossigenato.

«Ma non è la rabbia l'emozione che vogliamo far uscire da questa traccia! Devi mostrarti fiero, superiore, non incazzato.»

Hoseok sprofondò nel divano, sospirando.

«Hyung! Chaeyoung-ah ha ragione!» mormorò.

Era da qualche giorno che Hoseok aveva cambiato il suo modo di approcciarsi a me. Passando molto tempo in Corea, avevo iniziato a fare molto caso all'utilizzo degli onorifici e avevo notato come lui, Jimin e Taehyung avessero smesso di usare -ssi, preferendone uno molto meno informale. Dovevo, però, ancora capire se mi infastidisse o meno la cosa.

«E, poi, dove è andato Jimin-ssi?» domandai, vedendo che nello studio i cantanti fossero tutti spariti. «Pensa di aver finito? In questo pezzo canta come un tacchino a cui stanno tirando il collo. Per l'amor del cielo!»

Stavo letteralmente dando di matto. Pdogg era insieme a me a controllare il processo di registrazione, ma in quel momento era troppo concentrato sulla traccia per accorgersi del mio sclero.

«Chaeyoung-ssi, ti va di prendere un caffè?» mormorò educatamente Namjoon, poggiando una mano sulla mia spalla.

Due minuti più tardi, eravamo seduti uno di fronte all'altro nei tavolini del bar, vuoto a parte noi.

«Che succede?» chiese, dopo avermi dato la possibilità di gustarmi il mio caffè in santa pace.

«Che succede?» ribadii ironica. Non era abbastanza chiaro? Non era mai capitato che tutti loro facessero così male il loro lavoro. Era come se nessuno di loro riuscisse ad essere abbastanza concentrato. «Ditemelo voi, ragazzi. Vi assicuro che peggio di così non avete mai fatto. Voglio dire, esistono giornate no in cui la voce non funziona, o si ha altro per la testa. Ma oggi tutti e sette sembravate volervi impegnare per registrare qualcosa di orribile. Cosa succede? Avete altro a cui pensare? So che prossimamente dovete partecipare ad un'altra premiazione importante. È quello che vi preoccupa? Lo capisco, ragazzi, basta che me lo diciate!»

Per un attimo Namjoon non disse nulla, riflettendo su ciò che gli avevo detto. Ammetto che in quel momento, avrei potuto provare ad essere un pochino più gentile nei suoi confronti. Non si meritava che gli sbottassi addosso in quel modo. D'altro canto, come loro avevano tanti pensieri per la testa, anche io avevo le mie preoccupazioni.

Namjoon sospirò, prima di aprire la bocca.

«Si, hai ragione. Abbiamo molte cose per la testa al momento. Siamo ancora in piena promozione dell'album, ci esibiamo un giorno sì e l'altro pure, siamo pieni di fanmeeting, incontri con possibili sponsor, la scorsa settimana ci sono stati i Seoul Music Awards, adesso i GDA, ugh! Non ci stiamo più con la testa e, purtroppo, non siamo in grado di dare il cento per cento come dovremmo.»

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Where stories live. Discover now