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Dopo che me ne fui andata dall'ufficio di Bang Sihyuk, mi diressi subito nel mio studio. Perché aveva sottolineato il fatto che Jungkook avesse bisogno di una mano? Voglio dire, ero stata assunta per aiutare tutti quanti, quindi davo per scontato che tutti avessero bisogno, chi più e chi meno, ovviamente. Yoongi e Namjoon avevano provato di essere molto capaci, seguiti subito dopo da Hoseok, che stava ancora imparando. Ciò nonostante, tutti i membri mi erano apparsi molto bravi nel loro lavoro. Per quale motivo Bang Sihyuk aveva voluto sottolinearlo in quel modo, come se volesse, in realtà, intendere altro. Che poi, che altro poteva intendere?

Mi sedetti davanti alla tastiera, collegata al mio PC, e mi sbizzarrii a suonare qualche accordo, senza un vero scopo preciso. Volevo solo rilassarmi e premere i tasti della tastiera aveva sempre funzionato bene. Non sapevo per quale motivo mi sentissi così tesa. Forse perché per me era sempre stato difficile conoscere nuove persone, aprirmi e da quando ero arrivata a Seul non avevo fatto altro che quello. Stava diventando pesante. Non avevo mai dato troppa confidenza agli estranei e in quei giorni ero stata perennemente circondata da estranei. Non c'era nessuno che conoscessi con cui potessi parlare, sentendomi a mio agio.

Sia chiaro, i ragazzi si erano mostrati gentilissimi fin dal principio, Hoseok e Jimin in modo particolare, di fatti erano quelli con cui mi trovavo meglio, ma continuava ad esserci un po' di tensione.

«Ho bisogno di un caffè.» borbottai, scuotendo la testa.

Al contrario del solito, suonare aveva solo peggiorato le cose, facendomi riflettere ancora di più su un problema che volevo mettere momentaneamente da parte.

Uscii dallo studio e mi diressi verso la caffetteria a testa bassa, proprio per evitare di incontrare qualche faccia familiare con cui sarei stata obbligata ad avere una, seppur breve, conversazione.

Vittoriosa, entrai nel piccolo baretto dell'agenzia e mi avvicinai al bancone.

«Ciao!» mi salutò allegramente la giovane barista.

Ordinai il mio caffè e, una volta ottenuto, andai ad accomodarmi ad un piccolo tavolino vicino al muro. Chiusi gli occhi, mandando giù un sorso di caffè caldo e non li riaprii nemmeno nel sentire qualcuno entrare nel bar. Chiunque fosse, non si sarebbe accorto di lei. O, se fosse successo, avrebbe capito dalla sua posizione che non voleva essere disturbata.

«Ciao Minji! Mi fai un succo all'arancia, per favore?»

Ancora prima che nel mio cervello si potesse palesare il nome del proprietario di quella voce, i miei occhi si aprirono in uno scatto. Jungkook. Mi tornarono in mente le parole di Bang Sihyuk e mi domandai se dovessi approcciarlo io o se fosse meglio lasciargli il suo spazio. Quando se la sentirà, verrà da me, pensai. E se non dovesse mai arrivare a sentirsela?

Scossi la testa: la canzone andava prodotta, in un modo o nell'altro.

Senza nemmeno rendermene conto, mi avvicinai al bancone dove Jungkook stava aspettando il suo succo e gli toccai gentilmente una spalla.

Si voltò sorpreso verso di me, ma ben presto i suoi occhi si incupirono, come se avesse visto il suo più acerrimo nemico.

«Jungkook-ssi.»

Allontanò velocemente lo sguardo, tornando a concentrarsi sulla barista, a quanto pare Minji, all'opera.

«Che c'è?» domandò in un sussurro rauco, quasi si fosse sforzato a rivolgermi la parola.

«Ehm... Avrei bisogno di te, più tardi.» mormorai, non capendo da cosa fosse scaturito tutto quell'astio nei miei confronti. Forse, mi stavo solo immaginando le cose. Lo speravo. «Ti va di passare dallo studio?»

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Where stories live. Discover now