Capitolo 33

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Finché non tornò, qualche ora dopo, Mosly camminava avanti e indietro per la stanza, mentre Peter non sapeva cosa dire per giustificare le sue azioni, insicuro anche del fatto che dovesse giustificarle. "Una mia amica, mi ha riferito che una lettera di Mr Lought era arrivata da fuori città questa mattina. Tra i Dallas c'è stato un gran trambusto, sarebbe partita una carrozza verso Mr Lought, che aveva chiesto a Mr Dallas un colloquio, invitandolo a casa sua, sempre fuori città. Non so se sia effettivamente partita la carrozza,sono tornata appena ho saputo queste notizie." "Bastano, grazie Clorilda.". Andò verso le carrozze, seguita da Peter. "Dobbiamo andare al cottage di Peter. Non credo che Mr Dallas sia un uomo con cui si possa discutere una cosa simile. Dov'è Charlotte?". "È andata dai genitori a convincerli della decisione di Benjamin.". Salirono sulla carrozza e si fiondarono al cottage. Erano quasi arrivati quando Mosly notò qualcosa di strano della carrozza che percorreva la direzione opposta. "Peter, quei due uomini avevano un aspetto troppo trasandato per permettersi un calesse tanto lussuoso. Lasciami qui, tu seguili, e se torni in città, torna con un medico." "Sicari?". "Temo di si.". Mosly scese, cominciò a correre, affondando le scarpette nel fango della brughiera. Arrivò, stravolta, a casa di Benjamin. Il cavallo era fuori, ma all'interno non sembravano esserci ne lui, ne musica, ne rumori. La porta era aperta. Entrò. Nella casa c'era silenzio. Entrò nella camera del pianoforte, a passo felpate, ma sembrava essere tutto a porto. Passò al salottino dalla parte opposta. Fece due passi, per poi vedere Benjamin appoggiato al muro, che cercava di camminare, tenendosi con la mano un fianco. La vide, sembrava sorpreso. "Mosly..." sussurrò. Sembrava stesse per perdere i sensi. Lei gli corse incontro, in tempo per prenderlo prima che cadesse. Lo fece sedere appoggiato al muro. Gli sollevò la mano per vedere la ferita. Sembrava una pugnalata e il sangue che ne usciva sporcava la camicia lacerata. Mosly si portò una mano alla bocca. Le lacrime cominciarono a scenderle, mentre singhiozzando stringeva la mano al ragazzo. "Non piangete, per favore. Non potrei sopportarlo un'altra volta." cercò di raddrizzarsi. "Sta... sta arrivando un medico.". Mosly cercava di rimanere calma, ma la vista del sangue la terrorizzava. Pensando in più, che era il sangue di Benjamin la faceva soffrire più di quando soffrisse lui. "Mosly" le tirò leggermente la mano per averla più vicina. "Sì?" sussurrò lei, lasciandosi tirare. "Sono stato uno stupido. Non ho avuto il coraggio di insistere, perché temevo che mi odiaste. Mi avevate già detestato in passato e non potevo sopportare di essere per voi nuovamente un nemico. Io ho --" Mosly gli posò la mano sulla guancia fredda, interrompendolo. "Le parole che dalla tristezza vi dissi due giorni fa, cancellatele. Non voglio che in nessun modo vi rimangano nella memoria. Mi auguraste di trovare quella persona che avrebbe fatto crescere rose e margherite nelle crepe del mio muro. Voi lo avete abbattuto ma se non vi trovo dall'altra parte, non ho motivo di non costruirne uno nuovo." singhiozzava, mentre Benjamin la guardava, sofferente ma felice. "Se... se mi permetteste di restare al vostro fianco, come compagno della vostra vita, vi prometto che sarò al di là di ogni muro voi abbiate intenzione di abbattere, e ogni pietra che metterete, io ne toglierò una. Vi amo talmente tanto che ci sarei anche se mi rifiutaste ancora." Benjamin parlava a fatica, a causa della ferita. Gli occhi pian piano gli si chiudevano. "Restate con me." lo supplicava lei. "Promettetemi che vi farete trovare." disse, poco prima di cadere tra le bracca di Mosly. Lei gli baciò la fronte. "Ve lo prometto!". Benjamin svenne a causa del sangue perso, ma con un sorriso sulle labbra. Mosly pianse infinite lacrime prima che il dottore e Peter arrivassero. Peter rimase immobile per qualche secondo, mentre il dottore visitò Benjamin. "Ha perso molto sangue. Aiutatemi a portarlo a casa" disse a Peter. "così saprò medicarlo a dovere.". Mosly non volle allontanarsi dal ragazzo un solo istante, dalla carrozza, in cui, con la testa di Benjamin sulle gambe, gli accarezzava i capelli, fino al letto in una delle stanze di villa Rosestone, più vicina al cottage di Benjamin di quanto non fosse la casa dei Rosestone in città. Non appena arrivò anche Charlotte, alla vista del fratello senza sensi, si unì al pianto di Mosly, ma durò molto meno. "Perché continua a piangere? Benjamin starà bene. Il dottore gli ha dato due, tre giorni di riposo, ma sta bene. Si riprenderà. Ma lei continua a piangere.". Charlotte parlava preoccupata al marito. "Credo sia per la situazione in generale. Mosly ora ha bisogno di sfogarsi. Credo sia arrabbiata con se stessa per averci messo tanto a capire i suoi sentimenti per vostro fratello. Se se ne fosse accorta prima, probabilmente si sarebbero sposati e lui ora non sarebbe ferito. Ma non vi preoccupate per Mosly. Ora che sa di avere Benjamin, chissà che alcune di quelle lacrime non siano di felicità?"

Villa RosestoneWhere stories live. Discover now