Capitolo 7

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Due giorni dopo arrivò la lettera di invito al matrimonio di Mary Danster Tellimbur e Mr Lucas Tellimbur. Mosly, con la lettera in mano corse dal cugino gioiosa. Glie la fece leggere. Quella domenica si sarebbero festeggiate le nozze in città. Essendo giovedì, mancava più poco tempo. Il pomeriggio stesso Charlotte e Mosly andarono per negozi a scegliere l'abito. Charlotte era radicalmente cambiata: il suo viso sprizzava gioia e non di rado sorrideva salutando i conoscenti per strada. Peter le aveva fatto perdere quella tendenza inespressiva che così tanto la faceva assomigliare alla madre. Charlotte trovò un vestito adatto alla cerimonia in un negozio che li cuciva a mano. Entro un paio di giorni sarebbe stato pronto. Mosly invece non ne trovò uno che le fosse gradito abbastanza per le nozze della sua più cara amica. Sarebbe tornata il giorno seguente, comprandone uno già fatto, apportandoci eventualmente qualche modifica. Tornarono la sera per cena. Charlotte insistette perché venisse a cenare a casa loro. Mosly acconsentì per cortesia, ma temeva di vedere Benjamin. A casa Lought Mosly scrisse una lettera al cugino informandolo della decisione di cenare lì. Si assicurò di dirgli di non averne a male se la futura moglie aveva invitato solo lei, poiché le donne hanno bisogno di momenti da dedicare a loro stesse, senza gli uomini. E così fecero. Prima di sedersi a tavola Charlotte disse "Perdonate l'assenza di mio fratello ma affari urgenti l'hanno richiamato in città, trascorrerà la notte lì, quindi non ci raggiungerà per tutta la serata.". Mosly ne fu sollevata. "Ne faremo a meno" rise. La cena fu deliziosa. In seguito Charlotte si lasciò andare con Mosly alla confessione di qualche insicurezza sul futuro matrimonio. "Non pensiate che io non sia convinta di sposare vostro cugino." si affrettò a chiarire "Anzi penso sia esattamente come un uomo debba essere. Ma è l'idea di essere moglie che mi spaventa.". Mosly cercò di sostenere la conversazione facendole delle domande in modo da capirne di più. "Prendete un cane domestico" continuò Charlotte "e rendetelo abituato a un certo tipo di dimora. Le stanze sono quelle, i visi sono quelli, le sue abitudini sono quelle. Poi un giorno cambiategli dimora. Cambiano le stanze, cambiano i volti, cambiano le abitudini. Quanto può metterci quell'animale a abituarsi al fatto che tutto quello che aveva visto e fatto prima ora non lo può più ne dire ne fare? Ora, non che io mi paragoni ad un cane" risero "ma il mio timore è questo.". Forse Mosly aveva trovato la persona che avrebbe potuto capire il suo pensiero. "E allora come fate?". Chiese lei. Era proprio quello che stava cercando. Anche se le condizioni di Charlotte non venivano ristrette, ma variavano. Era una diversa concezione del matrimonio. "Vedere Mosly, io sono contenta di cambiare dimora. So che saprà prendersi cura di me e che mi guiderà, nel conoscere tutte quelle cose che prima ignoravo. Perché in fondo credo che anche per lui sia un cambio di dimora. Come per me. Insieme ci sapremmo sostenere a vicenda.". Mosly si commosse. Sentir parlare una donna in quel modo di suo cugino un po' la rattristava, un po' la riempiva di gioia. Lei sapeva molto bene che Peter non le sarebbe rimasto affianco tutta la vita, ma era contenta che avesse scelto una donna intelligente e sensibile come Charlotte. "Voi invece, cara Mosly, cosa ne pensate del matrimonio?". Dopo quel bellissimo discorso, Mosly si vergognò un po' di quello che ne pensava. Cercò di spiegarglielo senza offendere le sue scelte. Charlotte rimase ad ascoltare in silenzio. "Penso sia effettivamente un ragionevole punto di vista." "Davvero lo pensate? Sono stata schernita da amici e parenti per questo, ma ho studiato troppo e amato troppo la mia libertà di parola e di pensiero per poterci rinunciare. E, la cosa che temo di più, è che io ne sia costretta se accettassi di sposarmi anche al più libero degli uomini. Inoltre sono convinta che un uomo, qualsiasi sia, anche il più bravo della terra, abbia dei difetti, e io ho già i miei. Non posso sopportarne altri. Mi innamorerò di quell'uomo che a mio avviso non ha difetti. Questo è il motivo per cui morirò zitella". Charlotte rise. "A mio avviso, vostro cugino non ha difetti. Come vedete quel genere di uomo esiste per ogni fanciulla.". "Non so se sperarlo o temerlo". Concluse Mosly. E poiché non avevano più niente da dirsi, e poiché Charlotte non voleva che la signorina Rosestone tornasse a casa col buio inoltrato, Mosly si ritirò nella sua  stanza, dopo aver imparato qualcosa in più sull'amore, e dopo aver capito di esserne la persona più lontana al mondo.

Villa RosestoneWhere stories live. Discover now