Capitolo 15

10 1 0
                                    

Tre giorni dopo prese la decisione di andare a trovare l'amica Mary. Fece le valige e partì. Ora a villa Rosestone era rimasta solo lei. Il generale Winneinsburg le aveva fatto visita una volta sola, il giorno dopo le nozze del cugino, ma lei le aveva chiesto di non tornare per qualche tempo poiché non si sentiva molto bene. E non si riferiva alla salute. "Gli ho urlato contro, accusandolo e maltrattandolo. Gli ho dato dell'egocentrico e del meschino mentre tutto quello che ha fatto, lo ha fatto per proteggere mio cugino." piangeva. Sapeva che con Mary poteva sfogarsi. Il matrimonio non aveva cambiato il suo animo buono e ragionevole. "Ma nei confronti del povero generale Winneinsburg? Non che voglia accusarlo a tutti i costi ma lascia poco spazio a fraintendimenti, quello che ti ha detto il generale stesso."."Avete ragione, ma chissà perché ora sono più incline a pensare che avesse una buona ragione per fare ciò che ha fatto". Si asciugò le lacrime con un fazzoletto. "Non ci pensate. Siete venuta in visita qui, lontano da tutti per avere un po' di pace. Concedetevela." disse con un sorriso l'amica. Mr Tellimbur era molto premuroso con la moglie: le aveva concesso libero utilizzo di molte delle stanze della sua villa in città, che Mary aveva destinato alle arti che più apprezzava. Una stanza era quella per la musica. Passava a cimentarsi col pianoforte gran parte delle sue giornate e così decise di deliziare l'amica in visita con una canzone. Cantava sublimemente. Il giorno seguente Mary annunciò all'amica con gioia "I Lought, sapendo della visita che ci hai fatto, ci hanno invitati a pranzo da loro. Hanno detto che Benjamin e Charlotte non ci sono e si dispiacciono della loro assenza. Non sanno che a voi non dispiace affatto l'assenza del figlio.". Così dicendo pensava di far favore all'amica che in realtà desiderava ardentemente rivedere Benjamin, per scusarsi con lui dell'atroce mancanza di gentilezza che aveva avuto nei suoi confronti. "Ma certo" dissimulò Mosly con un sorriso. "Non sono mai stata nella dimora dei Lought in città.". Così, per pranzo, i Tellimbur e Miss Rosestone fecero visita ai Lought. "È un piacere rivedervi in salute, Miss Rosestone." disse il padre. "Andrete a far visita anche alla vostra zia, finché siete in città?". "Non credo, Mr Lought. Voglio dedicare tutto il mio tempo alla mia cara amica Mary, finché sono qui. Per mia zia avrò tempo.". "Ah, volete dire che ancora non avete un fidanzato? Non è sicuro per una giovane come voi stare sola dopo che vostro cugino ha lasciato la sua dimora.". "Lo so signore." si limitò a dire lei. E così il discorso terminò, per la gioia di Mosly. I signori Lought erano estremamente colti e conversare con loro era un vero piacere. "Susan!" chiamò la signora Lought "Per favore, fai fare la visita della galleria ai nostri ospiti. Vantiamo una raccolta di opere che per me è un grande privilegio mostrare". "Molto volentieri" disse Mr Tellimbur. I tre seguirono la domestica. "Questa galleria è piena di opere di enorme valore, da sculture a dipinti. Alcuni dei quali sono stati commissionati direttamente dalla Signora, che ha un gusto ineguagliabile per queste arti." iniziò la signorina Susan. "Molti dei dipinti che la signora ha richiesto sono meravigliosi ritratti dei figli. Presto si aggiungerà anche quello di Charlotte e Peter Rosestone. Ancora congratulazioni." aggiunse rivoltasi a Mosly. Lei ringraziò con un inchino. "Questo è un ritratto della..." Mosly non ascoltò molto di quello che aveva da dire la domestica benché spiegasse ogni opera con foga e coinvolgimento. Iniziò a vagare per la sala osservano ogni opera che c'era da osservare. "E qui c'è un ritratto del signor Benjamin Lought". Quella frase attirò l'attenzione di Mosly che raggiunse la compagnia incuriosita. "Mosly, lo trovate somigliante?" chiese Mary. Lei non aveva visto Benjamin tante volte come lo aveva visto Mosly. Quest'ultima rimase impressionata. "Estremamente" sussurrò. "Non trovate anche voi che sia un giovane di rara bellezza ed eleganza?" chiese Susan con un sorriso. "Si... suppongo di sì" continuò Mosly, con un filo di voce. Non riusciva a distogliere lo sguardo dal ritratto. Sembrava che Benjamin la guardasse fissa. Anche se aveva un'espressione serena, Mosly rivedeva quello sguardo che aveva Benjamin l'ultima volta. Deluso, triste, umiliato. Mary capì molto dal suo sguardo. "E quello?" cercò di distrarre Susan dal farle altre domande, mostrando interesse per una scultura a caso. Susan si fiondò a spiegare nei minimi dettagli l'opera. Mosly rimase davanti al ritratto di Benjamin. Non aveva mai notato che fosse così bello. Forse solo la prima volta che lo vide, nella biblioteca durante il primo ballo dei Lought d'estate. Ma non era riuscita a riconoscere quella sensazione. Ora che invece era così distante da lei, rimpiangeva tutte le occasioni che aveva avuto di indagare quei sentimenti in sua presenza. Il ricordo della loro ultima conversazione le provocava bruciori al petto. Era stata così sgarbata... Lo aveva accusato senza conoscere tutta la verità e per questo si sentiva una stupida. Lei che si era sempre ritenuta astuta e intelligente si era invece lasciata trasportare dai sentimenti. A quelli si era appellata solo per proteggersi da un qualsiasi interesse che in lei poteva nascere nei confronti di Benjamin Lought. E li aveva fatti crescere insieme al desiderio di stargli vicino, che però era rimasto offuscato dall'odio. Crollato il muro del disprezzo nei suoi confronti, ora poteva ben vedere tutto quello che gli stava dietro. E si sentiva incredibilmente in colpa.

Villa RosestoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora