Capitolo 21

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Peter accompagnò a casa la cugina. Non proferirono parola per tutto il viaggio. "Vedrai che non ti toglierà la proprietà della villa" disse, accompagnandola fino all'ingresso. "Secondo me lo farà" disse Mosly rassegnata. "Allora tu mandami una lettera, ti verrò a prendere, e verrai a vivere da noi" "Non merito il vostro aiuto. Se la zia lo venisse a sapere...". "Non lo verrà a sapere." la rassicurò. Le diede un ultimo bacio sulla fronte prima di andarsene. I domestici, ignari di quello che era successo, la accolsero con grandi sorrisi. Mosly li ricambiò, ma si rimise a piangere. "Cosa vi è successo, signora?" chiesero, vedendola in quello stato d'animo. Mosly spiegò la situazione. Tutti ne furono sconvolti. "Voi ci avete trattati come membri della famiglia. Non lasceremo che vi succeda niente di male." disse Clorilda. "Ti ringrazio, ma mancherei di coerenza, quindi devo accettare le conseguenze delle mie scelte, delle mie parole e delle mie azioni.".
Le conseguenze non tardarono ad arrivare. Pochi giorni dopo, un uomo elegante e serio si presentò alla villa, chiedendo di parlare con la proprietaria. "Ho una lettera di sfratto." iniziò "da parte di vostra zia. Rivendica la proprietà di questa dimora, in quanto fu lei a comprarla a voi e vostro cugino quest'estate. Dichiara che sia tolta a voi e data a vostro cugino Peter Rosestone. Esprime con vigore la decisione che voi, madame, la lasciate immediatamente e i vostri domestici con voi.". Mosly e tutti gli interessati ascoltavano allibiti. "Questo è l'ordine di Miss Rosestone. E è mio compito accertarmi che sia rispettato.". Mosly non ribatté. Diede immediatamente l'ordine a tutti di preparare i bagnagli e chiese a Clorilda di preparare anche il suo. In lacrime Clorilda obbedì. Mosly non si mosse dal divano del salotto finché Lucy non tornò ad avvisarla che era tutto pronto. Le porte della villa furono chiuse dall'uomo, che si mise in tasca le chiavi. Mosly e i domestici di villa Rosestone si ritrovarono tutti fuori, sullo spiazzo del giardino davanti all'entrata. Mosly era impassibile. Diede una lettera a Josh chiedendogli di andare immediatamente a darla a Peter. Lui partì a cavallo. Non ci mise molto a tornare. Aveva in mano la chiave della villa. "Mr Rosestone era entrato immediatamente in possesso delle chiavi, e ha decretato che tutti noi potessimo continuare a prenderci cura della villa come sua proprietà per le vacanze estive. Eccetto la signorina Rosestone, che ha espressamente chiesto che lo raggiunga il prima possibile.". Ci fu un brusio generale da parte di tutti coloro che sarebbero rientrati nella villa, che esprimevano la loro gioia e ringraziavano la gentilezza fatta loro da Mr Rosestone. "Signorina Rosestone. Non si affligga: noi ci prenderemo cura della villa fino al suo ritorno. È anche casa nostra, infondo. E vi aspetteremo. Le siamo tutti estremamente grati per la delicatezza con cui ci ha trattati, ignorando la differenza sociale che ci separa." disse Clorilda, ancora in lacrime. Mosly allargò le braccia e la ragazza non aspettò un secondo ad abbracciarla. "Sono fiera di essermi circondata di persone di cuore come voi" disse. Fece un grande inchino per salutarli tutti e tra lacrime generali, salì in carrozza. Charlotte la aspettava dalla finestra. "Oh, Mosly cara, ma che disgrazia vi è capitata" disse accogliendola. "Ma non temete, io e Peter vi sosterremo. Voi avete dimostrato a tutti noi che la cosa più importane è lottare per i propri desideri. Ora vi apparirà tutto buio e tenebroso, ma spero non vi pentirete delle vostre azioni.". "Ora come ora mi sarà molto difficile non pentirmene" sorrise aspramente. Charlotte la accompagnò nella stanza che sarebbe stata la sua finché non fosse potuta tornare a villa Rosestone. Mosly si ritrovò presto da sola, con il suo baule ancora chiuso infondo al letto. Non aveva più lacrime da versare. Tutto questo era ben lontano da quello che aveva sperato di ottenere. Era la situazione più umiliante che si poteva mai immaginare. Sfrattata, sola, diseredata.
La sera Peter entrò nella stanza. Trovò Mosly ancora col cappello in testa, seduta sul letto a fissare il vuoto. "Cugina, non posso vedervi così". Lei si limitò a spostare le sguardo su di lui. "Reagite. Nostra zia ha dato a me l'intera eredità di nostro nonno. Così posso permettermi di mantenere Charlotte e voi. E non vi mancherà niente. "Quello che è mio è tuo". Ricordate?". Mosly sorrise amaramente. Era una promessa che si erano fatti molti e molti anni prima, quanto Mosly aveva poco più di dieci anni, e Peter circa quindici, alla morte dei loro genitori nel naufragio della nave che doveva riportarli a casa dal viaggio di affari che i loro padri, tra loro fratelli, avevano intrapreso con le loro mogli. Da allora i due cugini erano diventati inseparabili, nelle avventure e nelle disavventure. Come quella che Mosly stava passando.
Come poteva vivere tutta la sua vita sulle spalle del cugino? Gli espresse il suo senso di colpa. "Ma, Mosly, come posso convincervi del contrario? Aspetteremo solo che la zia muoia, o almeno, abbastanza vecchia da essere incosciente, e vi ridarò il vostro denaro. Vi spetta di diritto e io non ho alcun interesse a prenderlo da voi che siete mia cugina.". E così, per un po', Peter riuscì a tranquillizzare la ragazza.

Villa RosestoneWhere stories live. Discover now