Capitolo 23

6 1 0
                                    

"Mi è arrivata una lettera, meno felice della vostra. È da parte dei nostri genitori e l'ho portata con me per raccontarvi il suo contenuto." la tirò fuori. "Dice che nostra madre ha scelto Brigitte Dallas come mia futura sposa, e che stanno aspettando una mia risposta. Sono sicuri sia positiva ma, Charlotte, io non voglio sposarla. Il mio cuore non è fatto per lei.". Charlotte stette in silenzio per un lungo istante. Era spiazzata da quella notizia ma ancora di più dall'ultima affermazione del fratello. "E per chi allora?". "Purtroppo per una donna che non lo accetta.". "Fratello, io capisco che se siete innamorato di questa donna non vogliate assolutamente sposare lady Dallas, ma pensateci bene perché potreste essere felice anche stando con lei, benché non la amiate. Ma come mai quella donna che amate non ha interesse per voi? È già impegnata?". Ci fu un momento di silenzio. "Diciamo di si.". Mosly, fuori dalla porta, voleva scappare via. Cosa ci faceva lì? A origliare una conversazione privata tra la donna che l'aveva salvata da una vita indegna, colei che era diventata la sua migliore amica, e l'uomo per cui provava i sentimenti più contrastanti e distruttivi che avesse mai provato? Ma Charlotte, ignorando ogni dolore che avrebbe potuto infliggere a Mosly, chiese a Benjamin: "Fratello, non avete detto a quella donna che la amate?". "Avrei voluto, ma ha preso un impegno, e lo ama veramente. Non potrò mai competere.". "Fratello dovete dirglielo. Ditegli cosa provate per lei. Starete meglio.". "Ah Charlotte, non ne sarei neanche capace, conoscete il mio animo." rise amaramente. "Fratello, sono a conoscenza del vostro animo da quando siete nato. E so che nobile come il vostro ce ne sono pochi al mondo, e sapreste cosa dirle se la aveste davanti.". Nessuno disse niente. Benjamin si alzò e iniziò a camminare per la stanza. "Cosa provate per lei, Benjamin?". Perché? Perché siete così crudele? pensò Mosly. "È inebriante." iniziò Benjamin. Aveva la voce calma. "È come guardare la luna quando è piena, riflessa su uno stagno. Come leggere una poesia che descrive il cuore. Quando parla senti la pioggia cantare. E se le gocce fossero i suoi sorrisi, vorrei piovesse per sempre.". Si sedette sul divanetto, con i gomiti sulle ginocchia. "Fratello mi struggete il cuore.". Mosly non poté resistere oltre. Corse via piangendo. "Non sapete quanto lo sia il mio" disse il ragazzo. "Vi prego, in nome dell'amore che ci lega, diteglielo. Rendereste una donna la più felice del mondo. Sono convinta, anzi, ne sono sicura, sicuramente rinuncerà a qualsiasi cosa la leghi a quell'impegno, che non sarà un decimo forte come l'amore che proverà per voi." "Charlotte ma se voi l'aveste vista, quando ne parlava... Ha accettato tutto quello che ne consegue per tener fede al giuramento che ha fatto, e non vorrà di certo rinunciarci". "Ma fratello, di chi state parlando? Io non conosco donne che possano suscitarvi questi tormenti che abbia abbracciato la fede tanto da diventar sorella.". "Ma non sto parlando di una sorella, sto parlando di una donna libera e indipendente.". Charlotte si drizzò sulla poltrona. "Voi... voi fratello mio, siete innamorato di Mosly Rosestone?". Era stupita. Non sembrava altro che stupita. Ne contenta, ne amareggiata, ne dubbiosa. Solo stupita. "Bhe, indubbiamente la meno incline al legarsi a qualcuno. Anzi, essendo estremamente coerente, di certo dopo tutto quello che ha passato a causa della zia non...". Parlava tra se e se, senza accorgersi che stava distruggendo una qualsiasi traccia di speranza, già quasi inesistente, in Benjamin. Si bloccò, vedendo il suo sguardo perso nel vuoto, dolorante. "Se glie lo diceste... lei ha grande stima in voi.". "Non basta la stima, Charlotte.". "È qui, sapete? Si trova da noi ora.". Benjamin si voltò terrorizzato. "Come è qui? Non me lo avevate detto? Vi prego sorella, ve ne supplico, non parlategliene. Non fatele intendere niente, non usate frasi subliminali, non ammiccatele. Non deve averne il minimo sospetto. Risparmiatemi l'umiliazione del suo rifiuto. Non per quello che potrebbero pensare gli altri, ma per quanto potrebbe mai sopportare il mio cuore.". Charlotte non sapeva come agire. Non avrebbe mai voluto fare un torto al suo amato fratello, ma era certa che se Mosly avesse saputo dei suoi sentimenti per lei, si sarebbe completamente dimenticata della promessa fatta alla zia di non prendere mai marito. "Va bene, non le dirò niente, ma se solo voi provaste--". "Benjamin! Che sorpresa! Sono tornato a casa non appena ho saputo che eravate venuto a far visita a Charlotte". "Assolutamente. Congratulazioni Peter, posso solo immaginare la gioia che provate". Peter, inconsapevole della discussione che aveva interrotto, andò a stringere la mano al cognato. E così, la il discorso tra Charlotte e Benjamin non fu più ripreso. "C'è anche Mosly in casa" disse dopo un po' Peter. "Fatela chiamare!" disse a uno dei domestici. "Ma no, non vorrei mai disturbarla" tento Benjamin. "Ma figuratevi. Da quando è in questa casa non fa altro che leggere. Sicuramente uscire dalla sua stanza le farà solo che bene.". E così un domestico andò a chiamare Mosly. "Io non lo voglio vedere" protestò Mosly col malcapitato domestico di nome Lucas. "Ma signorina, le farà bene vedere gente ogni tanto.". "Vedere gente sì, vedere Mr Lought ne faccio anche a meno". "Signorina, sono sicuro che a Mr Lought farà piacere vedervi in salute.". Mosly ci pensò un po' su. Non che fosse convinta che Benjamin volesse vederla in salute, ma solo perché era lei a volerlo rivedere, in fondo. Si diede una spazzolata veloce ai capelli e si mise un copri abito da casa. Scese in salotto col cuore in gola e gli occhi ancora rossi. Quando entrò, lo fece a testa bassa. "Buongiorno, lady Rosestone." disse piano Benjamin, inchinandosi. "Buongiorno" rispose lei. Mosly non poteva sapere cosa provasse il cuore di Benjamin nel vederla così, con i lunghi capelli castani sciolti sulle spalle, un semplice vestito color crema che le fasciava la vita, nell'eleganza del suo scialle che le copriva le braccia e le scendeva sul davanti. Charlotte invece lo sapeva e non distoglieva l'attenzione dal fratello che guardava l'amica così ammaliato. "Fermatevi per cena, ve ne prego." disse Peter. Charlotte gli prese un polso e Benjamin rispose. "Volentieri".
Mosly quasi non aprì bocca, e di tanto in tanto, senza che, fortunatamente, nessuno se ne accorgesse, si asciugava una lacrima che scappava dal suo controllo. Neanche Benjamin disse molto, se non per rispondere alle domande di Peter, che invece era l'unico che, spinto dalla gioia del futuro pargolo, non smetteva di tirare fuori i più disparati argomenti. "Avete intenzione di prendere moglie?" disse a un tratto Peter. Calò il silenzio. Mosly sgranò gli occhi, fissando il piatto in attesa della risposta di Benjamin, che tardò ad arrivare. "Credo che i miei genitori stiano organizzando un incontro con la dolce Brigitte Dallas.". Benjamin per un istante guardò Mosly, e vedendola indifferente a quella notizia, il cuore gli si strinse. Mosly si sforzava infinitamente di apparire inviolata da quel che Benjamin stava dicendo. Charlotte guardava prima uno poi l'altro, come se stesse per succedere qualcosa di catastrofico. "È una bravissima ragazza. Inoltre la famiglia è..." Mosly non sentì altro. Era come se si trovasse in una bolla. Finita la cena Benjamin salutò, ringraziò e se ne andò. Nel momento in cui dovette salutare lady Rosestone, la scena a cui assistette Charlotte fu straziante. Ma mai quanto lo fu per Mosly. Lei che si sentiva un groppo in gola, disse semplicemente "Arrivederci Mr Lought". Sentiva le lacrime spingere per caderle lungo le guance. Senza neanche guardarla, nascosto più possibile dai riccioli neri, Benjamin si inchinò e salutò a sua volta. Immediatamente, senza neanche aspettare che fosse uscito dalla stanza, Mosly, il più piano possibile, senza che nessuno potesse destare sospetti, uscì per prima. Si chiuse la porta alle spalle e corse in camera. Pianse tutte le sue lacrime.

Villa RosestoneWhere stories live. Discover now