Capitolo 6

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Passò una settimana dall'ultima volta che i quattro passarono un pomeriggio insieme. Peter si era deciso a chiedere la mano di Charlotte ai Lought, ma prima doveva parlarne con la zia. Così organizzò un viaggio per lui e la cugina in città, per andare in visita alla signora Rosestone. "Zia" iniziò subito dopo pranzo, dopo che tutti si furono spostati in salotto. "Ho intenzione di sposare Charlotte Lought. E vorrei la vostra approvazione.". La zia lo guardò stranita. Non si aspettava una decisione del genere dal nipote. Guardò Mosly, che però non le fece nessun segno. "Non... non me ne avevi mai parlato, nelle nostre corrispondenze..." "Lo so zia, ma dovevo essere sicuro di quello che volevo.". La zia annuì pensierosa. Poi guardò Mosly. "E te cara? Hai trovato qualcuno? Hai fatto conoscenze?". Mosly si irrigidì. Diventò rossa di rabbia. "No zia, le si sono presentati solo uomini non adatti alla sua bellezza, alla sua intelligenza o al suo rango." disse sbrigativo Peter, prima che Mosly dicesse cose che avrebbe incrinato i rapporti con la zia, irreversibilmente. Glie ne fu grata. Annuì. La zia non toccò più l'argomento. Alla sera la ragazza si rinchiuse nella sua stanza. Scrisse all'amica Mary.

Cara Mary,
spero che la tua salute e quella del tuo futuro marito sia ottima. Appena arriverò a casa spero di trovare l'invito al tuo matrimonio, che starebbe a significare che i preparativi procedono senza intoppi. Anche Peter ora vuole chiedere la mano di Charlotte Lought. Vederlo così innamorato mi riempie di gioia. Aspetta l'invito al suo matrimonio, sarà l'occasione per conoscere il tuo fortunato marito. Io invece ti chiedo di dimostrarmi un'ultima volta la tua amicizia e sopportarmi in un mio atroce tormento. Preferirei parlartene di persona. Dopo il tuo matrimonio e il viaggio che organizzerete da sposati, mi farebbe piacere rivederti. Soprattutto per accertarmi della tua felicità.
Sinceramente tua
Mosly Rosestone

La rilesse. La chiuse. La aprì. La rilesse. La gettò nel fuoco. Si sdraiò sul letto. Benjamin Lought. Perché le tormentava la mente? Cosa aveva quel ragazzo che la attraeva così tanto? E poi, che genere di attrazione provava per lui? "Sicuramente è solo perché lo conosco da talmente poco da non avergli ancora trovato dei difetti". Si convinse di ciò e per quella notte dormì con quell'idea in mente.
A villa Rosestone le giornate erano noiose. Charlotte aveva iniziato a far visita a Peter senza essere accompagnata dal fratello. E così pian piano Mosly ne fu meno tormentata. "Charlotte" disse Peter una sera. Si inginocchiò davanti a lei. "Vi amo come non ho mai amato una donna in vita mia. So che questo non sarà mai abbastanza per voi, e che il mio amore per voi non è minimamente degno, in confronto a ciò che meritate. Ma vi prego di accettarlo e di sposarmi.". Mosly assistette alla scena spiazzata. Non si aspettava che glie lo dicesse proprio quella sera. Una sera come le altre. Charlotte reagì assumendo un'espressione che Mosly non riteneva possibile vedere su di lei. Allargò un sorriso meraviglioso e iniziò a piangere. "Sì, vi sposerò!" disse. Peter sembrava sorpreso ma sorrise. "Davvero?" si alzò. Lei, sorridendo e piangendo annuì, timidamente. Mosly non si era mossa dalla poltrona su cui era seduta. Si sentì in imbarazzo ad essere lì. "Allora stasera tornerò con voi e chiederò la vostra mano a vostro padre.". "Sì!" rise ancora lei. E così fecero. Mosly rimase da sola. Non aspettò il cugino per andare a dormire.
"Ha accettato!" la svegliò Peter. "È fantastico!" rispose lei, estasiata e assonnata. Lui si sedette sul suo letto. "Ti auguro di essere felice come lo sono io ora" disse. Guardava davanti a se, sorridendo. I ciuffi biondi gli cadevano spettinati sulla fronte. "Lo sarò quando avrò la mia libertà assicurata". "No Mosly. Questa è una felicità diversa. La migliore che essere umano possa provare. La felicità che dipende da qualcun altro. È una felicità che..." rise. "... che è mista all'adrenalina. È fiducia, amore, paura, affetto. È come se trovassi la parte che ha in pugno la tua felicità. Charlotte... lei ha la mia felicità. E non potrei immaginare altra persona più adatta.". "Cugino, come puoi dirmi una cosa del genere per convincermi a provarla. Mi stai dicendo che dovrei dipendere da un'altra persona. E è proprio questo che voglio evitare.". Non c'era ombra di rimprovero. Voleva veramente che lui capisse. E che la aiutasse a ottenerla. "Ah Mosly. Cara cugina. Spero veramente che tu capisca il prima possibile di cosa ti stai negando". Le sorrise, le baciò la fronte e uscì dalla stanza. Mosly si sdraiò. Perché nessuno voleva capirla? Perché pareva così difficile spiegare le proprie ragioni?

Villa RosestoneWhere stories live. Discover now