Capitolo 2

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Lei, che aveva sperato di essere sola, vedendo che non si curava di lei, attratto dal suo libro, entrò nella stanza. Girò tra gli scaffali, esaminando qualche titolo. Stufa di camminare ne prese uno. Si sedette dalla parte opposta del tavolo, sull'unica sedia che aveva visto e si mise a leggere. C'era qualcosa in quel ragazzo che la incuriosiva. Anche solo il fatto che non le avesse rivolto parola oltre il necessario glie lo rendeva già più simpatico. Passarono immersi nelle rispettive letture più di un'ora, scandita dall'orologio nella stanza. Il ragazzo, conclusa l'ultima pagina del suo libro, si alzò e ne prese un altro. Si sedette, più composto di prima e disse "Vi manda mio padre?". Mosly alzò uno sguardo curioso dal libro. "Perché avrebbe dovuto?". Chiese lei. "Magari sperava bastasse mandarmi una bella creatura come voi per convincermi a raggiungere le sale da ballo.". Che bella voce. La luce della stanza illuminava le leggere lentiggini del ragazzo. "Mi spiace deludervi ma non è così. Ho cercato questa biblioteca probabilmente per la vostra stessa ragione. Non so chi voi siate, signore, e non so chi sia la maggior parte degli ospiti al piano inferiore. E sinceramente preferisco la compagnia di queste persone..." alzò il libro che teneva tra le mani, per indicare i personaggi di cui stava leggendo "...piuttosto che quella degli onorevoli ospiti di questo ballo". Detto ciò, riprese a leggere. Il ragazzo stette in silenzio qualche istante. Poi scoppiò a ridere. "Io sono Benjamin Lought, comunque." e aprì il secondo libro. Questo spiegava perché si trovasse così a suo agio a parlare con lei: era il figlio del duca. A Mosly scappò un sorrisetto. Era riuscita a tener testa a un uomo, e sicuramente questa libertà l'avrebbe persa, se si fosse dovuta sposare. Una donna sposata non poteva permettersi di avere tanta libertà di parola. "Allora perché avete accettato l'invito? Se mi permettete di domandare.". Mosly rispose senza alzare gli occhi dal libro. "Accompagno il mio amatissimo cugino, Peter Rosestone. Lo conoscete?" "Ho avuto il piacere di conoscerlo grazie alle battute di caccia di mio padre. Ma per mia sfortuna la caccia non è una delle pratiche che mi vengono meglio.". "E come lo passate il vostro tempo, se non cacciate, oltre a dilettarvi nella lettura.". Benjamin Lought posò il libro sul tavolo, chiudendolo. Mosly fece lo stesso. Quella compagnia le era gradita. "Con la musica. Di ogni sorta. Credo sia la più nobile delle arti e mi rammarico che sia un'arte ristretta alla cerchia femminile. Voi suonate, lady Rosestone?". "Il pianoforte, ma modestamente. Sono riuscita ad apprenderne l'arte da mio cugino, che è un eccellente compositore. L'unico peccato è che non apprezza far sentire la sua musica a nessuno, eccetto che a me. Probabilmente per timidezza e per timore di un giudizio critico.". "Dite a vostro cugino che sarei onorato di sentire una delle sue musiche.". "Vi ringrazio". Sorrise Mosly. "È da tanto che vi siete stabiliti in questa villa?" chiese Mosly. Le faceva stranamente piacere discutere con Benjamin Lought. "Non abbastanza per apprezzarne tutti i mutamenti della natura nelle stagioni. Ho sentito dire che in autunno la brughiera assume dei colori che ricordano la magia. Voi me lo potete confermare?". "Io e mio cugino ci siamo trasferiti a inizio estate. Contavamo di tornare in città nel momento in cui qui non ci sarebbe più stato niente da fare ma se è come dite, sarebbe un vero piacere per gli occhi. Potrei convincerlo a rimanere fino all'inizio della stagione invernale. Sempre che le pratiche di acquisto non si concludano prima". La porta si aprì. "Benjamin, vi ho cercato in ogni stanza. Dovevo immaginarlo di trovarvi qui." una donna bionda e alta entrò nella stanza, accompagnata del rumore dei tacchi delle sue scarpette finemente decorate. "Sorella". Lei vide Mosly. "Non mi presenti alla tua compagnia?". "Lady Rosestone, mia sorella Charlotte.". Mosly si alzò per inchinarsi alla donna. Era di età visibilmente maggiore di Benjamin Lought. "Rosestone? Siete parente di Peter?". "Sono cugini" rispose il fratello. "Oh di grazia, che piacere. È da molto che non lo vedo." prese sotto braccio la nuova amica. "Mi fareste l'onore di portarmi da lui? Avrei piacere di rincontrarlo. È dalle battute di caccia di nostro padre che non lo vedo". Mosly era in soggezione alla presenza di Charlotte Lought. Il suo tono di voce, benché sensuale e rassicurante, era incredibilmente monotono, e il viso non mutava in una benché minima espressione. "Certamente" disse Mosly. "Grazie della compagnia, lady Rosestone" disse Benjamin Lought vedendo la sorella tirare la ragazza fuori dalla stanza. Mosly si fermò e fece un inchino. "Grazie a voi, signore". "Benjamin caro, va da nostro padre, vuole vedervi. E di grazia, toglietevi quegli occhiali o sembrerete zio Charls.". Il fratello abbassò la testa, sorridendo imbarazzato. "Non sia mai" sussurrò ridendo. Il suo ultimo commento fece sorridere anche Mosly.

Villa RosestoneWhere stories live. Discover now