Capitolo 20

8 1 0
                                    

A villa Rosestone si celebrarono le nozze di Josh e Lucy. La loro gratitudine nei confronti della loro padrona era molta. Mosly diede loro una settimana di vacanza, così che potessero andare a fare un viaggio per coronare il loro amore e matrimonio. La notizia giunse alle orecchie dei nobili della città che ritenevano indecoroso il comportamento della signorina Rosestone. E quindi, anche alle orecchie della zia. "Voi gettare la nostra onorevole famiglia nella derisione collettiva?". Era furente. Non concepiva che una nobildonna si abbassasse a tale livello. "Ma zia, sono i miei domestici. Come posso garantirmi la loro fedeltà se gli nego ogni piacere. È un matrimonio! Non eravate voi la prima favorevole ad una unione simile?". Mosly cercava di far ragionare la zia ma non perdeva occasione di prenderla in giro. Come faceva sempre, per difendersi da ogni tipo di accusa. Lei aveva sviluppato un'arma a doppio taglio: le sue parole, che spesso mettevano in ridicolo i diretti interessati, le avevano dato fama di donna fredda e irrispettosa. Ed era proprio la mancanza di rispetto che ora la zia interpretava dalle parole della nipote. "Però il tuo matrimonio, nipote ingrata! Cosa vuoi che mi importi di quello di due domestici? È il comportamento e la confidenza nei loro confronti! Vuoi metterti sul loro stesso piano? Parleresti mai con un contadino che ti scontra quando cammini per le strade? Cosa avreste in comune di cui discutere?". Era rossa di rabbia, e le rughe del viso si deformavano a ogni sua parola, rendendo la sua immagine più spaventosa di quanto già non fosse, anche da serena. Peter sentiva ogni parola dalla stanza accanto e temeva per la cugina. La zia sarebbe stata capace di diseredarla. Vide, dalla finestra, che stava per arrivare Benjamin Lought. Lo bloccò in corridoio. "Non è il momento più adatto per far visita in questa casa." "Ho un messaggio urgente da dare a vostra cugina" disse trafelato. "Sono convinto che sia della massima importanza, ma ora Mosly è con nostra zia e la loro conversazione è più importante di qualsiasi altra". Benjamin non insistette vedendo l'espressione preoccupata dell'amico. "Cosa intendete dire?". "Come saprete mia cugina è contro ogni tipo di obbligo al matrimonio, anche se ultimamente la sua mente sembrava essersi aperta un po' di più. Ma temo che dopo questa conversazione, pur di dimostrare a nostra zia di non aver alcun diritto sulle sue scelte, se la faccia nemica". "Questo non ci voleva. Posso aspettarla con voi?". Peter acconsentì.
Camminava avanti e indietro nel corridoio, nervosamente, mentre Benjamin Lought aveva preso posto su una sedia di fronte alla porta. La conversazione tra la zia e la nipote non sembrava andare avanti verso una soluzione. "Tu, Mosly Rosestone, dopo tutto quello che prima tuo padre poi io, abbiamo fatto per garantirti la vita più che agiata che hai ricevuto, osi andare contro le decisioni che sono state prese per il tuo futuro? Per la tua salvaguardia, per la tua protezione?" si era alzata di scatto dalla poltrona su cui era seduta, per poi accasciarsi portandosi una mano alla fronte. "Ma cosa ho fatto per meritarmi una parente così. I miei nervi... i miei poveri nervi.". "Zia", cercò di assumere il tono più sereno possibile. "Vi sono grata per quello che mi avete dato, voi e il mio defunto padre. Ma sono sicura che lui sarebbe orgoglioso del fatto che io sia in grado di sostenere le spese che mi verranno richieste. Ho studiato a sufficienza per sbrigare ogni burocrazia che dovrebbe sbrigare mio marito. Inoltre Peter sarebbe sempre disposto ad proteggermi.". Sentendo quelle parole Benjamin guardò Peter. Era di fronte alla porta con aria preoccupata e le braccia incrociate. Teneva lo sguardo fisso sulla porta e stava estremamente attento a quello che ne usciva. "Non provare a nominare l'orgoglio di tuo padre che sarebbe la prima cosa a mancarti se sapesse quello che stai facendo". Mosly si irrigidì. "E non nominare neanche il tuo povero cugino. Lui è sposato, ha una moglie di cui prendersi cura. Non può pensare sempre a te. Credi che il fatto che tu sia più piccola e più ribelle, lo spingano a mantenerti tutta la tua vita? Rimarrai da sola e allora nessun uomo ti vorrà più.". Peter guardò Benjamin con aria preoccupata. Era finita. Per sua cugina, se prima di uscire dalla stanza non acconsentiva a sposarsi, era finita. Mosly non proferì parola. Sapeva che qualsiasi cosa le fosse uscita dalla bocca non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione. "Ora ti dirò cosa fare e tu lo farai, o da me non riceverai più ne una parola, ne uno sguardo, ne un soldo. Ti sposerai col conte Marfy che è venuto a chiedermi la tua mano più di un mese fa e io gli ho detto che te avresti acconsentito. Ti sposerai con lui e aspetterai che le tue parole e le tue opposizioni siano dimenticate dalla mia mente. Ti comporterai come ogni nobildonna si comporterebbe.". Mosly sentì le gambe cederle. Era stata dritta in piedi davanti a sua zia tutta la conversazione ma ora doveva sedersi o sarebbe svenuta a terra. "Ma zia, datemi almeno il tempo di trovare un uomo--". "Niente più tempo per te, Mosly Rosestone. Ne hai avuto abbastanza! Potevi trovare un uomo più giovane e non l'hai trovato. O almeno più di tuo gradimento del conte, ma quando è troppo è troppo!". Fuori Peter era sbiancato. Benjamin si era alzato di scatto, pronto ad irrompere nella stanza ma si trattenne. "Non sposerò il conte Marfy." sussurrò Mosly. "Si che lo sposerai! È abbastanza ricco per te, e se non è avvenente, tutte le volte che lo guarderai ripenserai al fatto che dovevi startene a quello che io ti avevo ordinato!". "Come potete farmi questo?". Mosly scoppiò a piangere. "Versa le lacrime che vuoi, nipote. Un giorno mi ringrazierai.". Ci fu un momento di pausa. Peter aveva sgranato gli occhi dopo aver sentito la conclusione della conversazione. Benjamin lo aveva raggiunto davanti alla porte e sperava ardentemente che non fosse la fine degli accordi. "Non accetterà mai." continuava a ripetere sotto voce, sempre più preoccupato. E infatti "Se è la vostra indifferenza il prezzo da pagare pur di non unirmi in matrimonio a quell'uomo, ebbene lo pagherò". Parlava tra le lacrime. La zia si irrigidì e la fissò con disprezzo. "Non sposerò ne lui, ne nessun altro uomo su questa terra. Volete togliermi tutto? Toglietemelo, andrò a coltivare la terra! Volete allontanarmi le persone che amo? Allontanatemele, mi farò come amici il vento e gli alberi! Comincerete a considerarmi morta per voi? Bene, voi lo sarete per me.". "Uscite da questa stanza, e non fatevi più vedere" ringhiò la zia. Nessuno avrebbe mai potuto dire di vederla più furiosa di così. Mosly, in lacrime, ma decorosa e dritta, si voltò e aprì la porta. Si trovò davanti i due gentiluomini. "Peter!" urlò la zia, vedendolo fuori dalla porta. "Non provare ad aiutare quella sciagurata! O sarai cacciato pure te! Considerala morta, da adesso fino all'eternità!". Mosly era passata oltre, senza guardare ne Peter ne Benjamin, che dopo le ultime parole di Mosly era rimasto pietrificato. Peter guardò la zia, nascondendo tutto l'odio che poteva essere provato da un uomo. Si limitò a inchinarsi davanti a lei in segno di saluto, e chiuse la porta. Seguì la cugina fino all'ingresso. Benjamin lo guardò allontanarsi. Non sapeva cosa fare. "Mosly!" la chiamò il cugino raggiungendola. "Peter... Non avete sentito cosa ha detto la zia? Vi conviene non farvi vedere insieme a me." camminava veloce. "Non importa cosa ha detto." le prese per un braccio fermandola. la voltò verso di se delicatamente e le asciugò le guance bagnate coi pollici. "Siete mia cugina, la persona più cara che ho al mondo, non vi lascerei mai sola, soprattutto dopo quello che è successo.". "Ma ha ragione. Non potete prendervi cura di me tutta la vita. Voi avete Charlotte e io--" singhiozzò. Lui la strinse in un abbraccio e lei scoppiò a piangere. Peter cercò Benjamin, convinto l'avesse seguito per andarle incontro ma non lo vide, ne nella stanza, ne dalla porta. "Ora però siete libera, cugina mia. Non avete più obblighi verso nessuno". Cercò di sollevarla Peter. Lei non disse niente. Si limitò ad annuire con la testa.

Villa RosestoneWhere stories live. Discover now