Capitolo 1

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Clorilda entrò nella stanza di Mosly con un cofanetto di forcine decorate. "Che eleganza, signorina. Siete raggiante!". "Grazie Clorilda. Devo ammettere che siete una maga con le acconciature da festa.". Mosly si guardava allo specchio cercando di sistemarsi le pieghe del vestito. "Mettetene poche di forcine, non vorrei essere scambiata per un lampadario.". Clorilda rise e annuì. "Potete andare ad avvertire mio cugino che sono pronta? Vorrei un suo giudizio sul vestito. Portatemelo qui, cortesemente". La domestica andò a chiamarlo. "Peter, caro, ditemi cosa ne pensare." disse lei, facendo una piroetta su se stessa. "Siete raggiante." disse lui con un sorriso. Clorilda, soddisfatta del giudizio del signore sullo sforzo che aveva fatto per agghindare la padrona, uscì per andare a chiamare la carrozza. Da solo con la cugina, Peter si avvicinò all'orecchio e le sussurrò "Di grazia, per la zia: cercate di essere socievole al ballo di stasera. Dovete, e ribadisco, dovete, cugina mia, fare conoscenze. Nostra zia ci tiene così tanto che vi sposiate a un gentiluomo adatto non solo alla vostra bellezza, ma anche al vostro patrimonio.". "Peter, sapete che ho in serbo nel mio core l'ardente desiderio di non sposarmi mai. Sarò la prima donna nobile a ribellarsi ai voleri dei miei parenti. Se necessario ne parlerò con la zia.". "Voi non lo farete, se tenete almeno un minimo ai suoi nervi. Essendo di veneranda età, così potreste ucciderla.". Mosly rise. Salirono in calesse. La villa dei Lought non era tanto distante da quella dei Rosestone. Ma il fango che separava i due giardini convinse i cugini a non farsela a piedi. Arrivarono e già si accorsero che la gente presente non era poca. Conti, marescialli, duchi. Sicuramente i cugini Rosestone di importanza non erano da meno a tre quarti degli invitati. La famiglia Rosestone aveva una rendita di tremila sterline l'anno, tanto da potersi permettere di affittare una villa in quel magico pezzo di brughiera, come di fatto avevano deciso di fare anche i Lought a inizio estate. La villa che i Rosestone avevano affittato era decorata a meraviglia, con un mobilio di grande valore. Peter cercava di presentare la cugina a più gentiluomini possibile ma lei si dimostrava poco propensa a continuare una conversazione. Fuggì dalle grinfie del cugino il prima possibile, vedendo la sua cara amica Mary. "Mosly, siete incantevole. Avete trovato un degno cavaliere con cui ballare?". Era la più cara amica di Mosly. Lei stessa l'aveva convinta ad affittare la villa per l'estate in brughiera poiché la sua famiglia ne aveva comprata una poco distante e ne erano rimasti estasiati, per il modo in cui la natura si trovava in complicità perfetta con le architetture dell'uomo. Ai due cugini era piaciuta talmente tanto che Peter Rosestone stava avviando le pratiche per acquistarla. "Piuttosto mi vesto da cameriera" rise Mosly. "Siete troppo crudele verso il genere maschile. Negarli della tua compagnia è più una tortura che una semplice mancanza.". "E voi, amica mia? Avete messo gli occhi su qualche degno gentiluomo?". "Oh, anche se volessi..." abbassò lo sguardo. "I miei genitori da poco mi hanno promessa in sposa a un nobile di città, che dicono sia il miglior partito che si sia mai interessato a me. Ne ho sentito parlare bene, deve essere avvenente, di bell'aspetto, a sentir dire dai miei parenti. Spero sia veramente così.". "Ma se non lo conoscete neanche... come possono averti fatto una cosa simile.". La stanza accanto a quella in cui erano le due a parlare era colma di coppie che danzavano, a ritmo di musica delicata. L'orchestra era ben preparata e molte brava. "È il destino di tutte noi giovani donne, sposarci. Se con uno o con l'altro non importa. Il vero amore, per i nobili come noi, non esiste.". Mosly la pensava esattamente così, eccezion fatta per una cosa. "È verissimo, amica mia, ma proprio per questo io non mi accontenterò, ma piuttosto rimarrò zitella.". "Non dite così. Troverete un uomo che vi darà il giusto affetto, benché non sia l'amore della vostra vita." "Mosly, venite a ballare." le interruppe Peter. "Lady Mary" fece un leggero inchino. Mary aveva sempre confessato all'amica l'interesse che aveva per suo cugino, ma poiché non era esteticamente attraente, a Peter non era mai interessata. Inoltre non era neanche una donna con cui conversare piacevolmente, poiché non era spigliata come Mosly. E lui era inconsciamente abituato a paragonarle tutte alla cugina. "Non mi costringerete." disse con sfida la cugina. "Scommettiamo?" sorrise lui. Al sorriso del cugino, non poteva resistere. "Ma non mi abbandonate nelle braccia di sconosciuti.". "Ve lo prometto". Così, la convinse a ballare con certi gentiluomini che aveva precedentemente conosciuto. Ma appena il cugino la perse di vista, lei corse al piano di sopra, lontana da ogni caotico ballo. Arrivò così alle stanze chiuse della villa. Vagò un po' per cercare un posto tranquillo dove aspettare che la festa finisse. Notò che passando accanto a una porta, la luce al suo interno era accesa. C'era un cartellino in ottone sulla porta con scritto "Biblioteca". Non poteva chiedere di meglio. Bussò. Entrò. "È permesso?". Rimase stupita: su una sedia, coi piedi sul tavolo al centro della stanza, con un libro sulle ginocchia, un ragazzo ricciolo la guardava da dietro un paio di occhiali. Tornó al suo libro dicendo "Prego".

Villa RosestoneWhere stories live. Discover now