𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 79 || "𝖯𝗎𝗀𝗇𝖺𝗅𝖺𝗍𝖾 𝖺𝗅𝗅𝖾 𝗌𝗉𝖺𝗅𝗅𝖾"

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«Ho sei anni e mezzo!» strillò il bambino con una stridula vocina che trasudava infanzia da tutti i pori.
«Mh mh, ed io ho perso sei anni e mezzo di vita con quella tua pugnalata alle spalle!» Sirius si rialzò in piedi controvoglia, irritato sino al limite. Si levò la spiegazzata giacca nera, gettandola sul lenzuolo, già in condizione pietose di suo, assieme al gilet bronzeo.
«Non dovresti toglierteli, melodrammatico!» .
«Non dovresti toglierli, melodrammatico!» il falsetto assunto per l'occasione irritò parecchio il bambino.

Ma quello era lo scopo, dopotutto, visto che l'imitazione era tutt'altro che a scopo di complimento.
«Sei assurdo! As-sur-do! Mi domando che cosa sogni la notte, per essere talmente irritante!» .
Sirius improvvisò un applauso ironico, guardando il suo accusatore con sguardo di scherno.
«Beh, sicuramente non te, visto che dormo bene, da un paio di giorni a questa parte...» borbottò, ghignando alle guance rosse del bimbo.

«Ma beviamo e mangiamo le stesse cose? Per caso Kreacher ti ha messo qualche veleno nel piatto, perchè sennò non mi spiego come diamine è possibile questo tuo carattere infame!» strillò, battendo i mocassini per terra con rabbia.
Eppure voleva solamente giocare! Ma Sirius doveva per forza essere la testa di legno che era da sempre stato!
«Uhh, hai imprecato! Questo, sommato all'insulto di prima, fanno un torto alla tua educazione, signorino!» esclamò il suddetto testardo, alzando un dito ammonitore.

«Tu! Tu dici molto di peggio, e lo sai!» .
«Se lo dici tu... non c'è bisogno di affermare il vero, sai?» .
«"Non c'è bisogno di affermare il vero", eh? Allora chiamarti 'imbecille' è stata un'altra verità!» aveva cominciato ad alzare la voce, molto più di prima.
«I tuoi genitori avrebbero dovuto chiamarti 'Rottura' quando sei venuto al mondo!» Sirius strillò a sua volta, davvero arrabbiato.

«I nostri genitori!» ribatté Regulus, respirando con fatica «perché devi rendere sempre tutto così difficile? Perché devi sempre fare tutto il contrario di quello che chiedo? Perché?».
C'era una grande traccia di disperazione nella sua voce tremante.

«Perché non vuoi mai giocare con me?» .
Mosse un passo verso il fratello maggiore, le lacrime agli angoli delle iridi d'alluminio.
«Perché non vuoi essere mio fratello?» domandò con tono tremante, spezzato dall'acqua salata che colava sulle sue gote.
«Io non voglio non essere tuo fratello...» mormorò Sirius, un po' vergognandosi di se stesso.

«ALLORA PERCHÉ?» urlò Regulus Black, sei anni e mezzo «Perchè mi odi così tanto?» .
Il maggiore lo agguantò per la schiena, ed il bambino, per istinto, alzò le braccia per difendersi da un eventuale colpo.
Un colpo che non arrivò mai, visto che Sirius lo strinse con vigore al petto, ardente di una fiamma bollente.

«Non ti odio... non ti odierei né odierò mai, Reggie, mai» sussurrò con dolcezza all'orecchio del fratellino, che ancora opponeva resistenza alla stretta.
"Non te, almeno" pensò con rancore, i pensieri volati immediatamente ai loro genitori "loro possono bruciare allegramente all'inferno. Non ho una vita intera per buttarceli io stesso, ma invitarli a prendervi soggiorno, sì".

«Io sì!» esclamò Regulus, con poca convinzione, quasi - quasi - cedendo all'abbraccio «Io ti... ti odio! Sei sempre così irritante!».

«Ti voglio bene anch'io, bestiolina» gli accarezzò i capelli come avrebbe accarezzato il pelo di un gatto particolarmente bello «anche se, angioletto di casa, anche tu sei irritante molte e troppe volte» .

Regulus, quella volta, rise, accettando infine la dimostrazione d'affetto del fratello.
«Tu sei peggio di me, temo» mormorò nel suo petto, beandosi delle carezze.
Non ne ricevevano tante, le uniche che venivano date loro provenivano da zio Alphard e dalla cugina Andromeda, che aveva incominciato a visitarli sempre più di rado con Hogwarts sempre dietro l'angolo. L'affetto fra fratelli v'era, ma dopo molti litigi esso diventava meno efficace, dopo le conseguenti punizioni di Walburga.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now