𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 49 || "𝖢𝗈𝖽𝖺𝗋𝖽𝗂𝖺"

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Capitolo 49 || "Codardia"

«D'accordo, Harry» esclamò Kreacher, chiudendo gli occhi come se non riuscisse a sopportare una tale sciocchezza. La creatura aveva l'aria affranta, stanca e titubante, ed il ragazzo era certo di riflettere quell'immagine.

Sospirò, adocchiando distrattamente il tubo della caldaia; riparò il tutto con la mano destra che impugnava la bacchetta tremando per una sensazione che era a lui estranea, che non sapeva definire. Non era paura, quasi riverenza verso quell'oggetto che per quanto ne sapeva avrebbe potuto disintegrarlo in due istanti, mista a una curiosità che era annegata nel malumore in cui si trovava.

«Ho un paio di domande da farti, ma se non vorrai rispondermi capirò tutte le motivazioni» annunciò Harry, guardando Kreacher in faccia. Appariva più piccolo e fragile che mai, al momento, e i suoi grandi occhi castani sembravano più inettati di sangue del solito. Mosse un orecchio da pipistrello come faceva sempre quando era confuso, probabilmente chiedendosi il motivo del resto della richiesta, come se qualcuno non gli avesse mai detto che non era obbligato a fare qualcosa.
«Risponderò volentieri».
Probabilmente, quel qualcuno era esistito, ed era anche morto.

«Ritengo che discuterne di fronte ad una tisana sarebbe appropriato, no?» tese la mano destra all'Elfo, che la guardò come se fosse un ippopotamo a quattro occhi, perciò la ritrasse «Oh, non preoccuparti, faccio io. Preparo io tutto, non ti scomodare. Siediti pure al tavolo» aggiunse quando lo vide risvegliarsi dalla sua apparente trance e fare per dirigersi in cucina.

Harry andò lì e sentì lo guardo degli occhi di Kreacher sulla schiena per tutto il tempo del tragitto, e quando mise l'acqua a bollire puntò gli occhi sul pesante medaglione che aveva in mano.
«Posso indossarlo oppure mi mangerà?» domandò ascoltando il suono del fuoco, senza voltarsi.
«Kreacher non sa» lo informò l'Elfo, con tono di uno sull'orlo di una crisi «Kreacher ormai non sa molto».

Harry si voltò verso di lui, interrogativo. Con la coda dell'occhio notò le fiammelle alzarsi un poco, segnalando che il processo di ebollizione stava per entrare in atto.
«Kreacher sconsiglia di... di prenderlo» continuò, quasi come se stesse recitando una cantilena «Kreacher l'ha... l'ha tenuto per tanto t-tempo, e sentiva i suoi pensieri più forti... più tetri. Kreacher vedeva ricordi spiacevoli e dimenticava quelli piacevoli, ma...».
Il suo labbra inferiore, grigiastro e rugoso, tremò; gli occhi erano fermi, fissi e lontani.

«Ma?» incalzò Harry gentilmente, portando la teiera sul tavolo e il servizio da tè con i dettagli azzurri che l'Elfo prediligeva.
Era una delle poche informazioni su Walburga Black di cui Sirius l'aveva informato senza fargli venire voglia di tornare indietro nel tempo ed uccidere i suoi genitori, se così si potevano chiamare.

Quel servizio da tè era in porcellana fatta dai Goblin, ed era appartenuta ad una giovane Walburga nel fiore della gioventù, regalatale da suo padre per il suo debutto in società; conoscendo la sua passione per il tè e la ceramica, era stata appunto tenuta sorprendentemente bene per gli anni che aveva. Sirius, mentre Harry cresceva e con lui la sua predilezione per le infusioni, aveva commentato varie volte quella somiglianza con sua madre.
«Sarà la parentela» soleva dire con una luce titubante negli occhi «ma quando bevi il tè, sei uguale a lei. Stessa postura, stesso sguardo, stessi zigomi. Era più simpatica quando stava in silenzio, ma quando tu stai zitto, il mondo si scurisce».

Dal modo in cui Kreacher guardò quelle tazze fini e belle, probabilmente aveva a cuore quel servizio come se fosse di sua proprietà.
«Qualche preferenza?» domandò Harry, presentando una serie di foglie di tè all'Elfo. Egli lo guardò con gli occhi più dilatati che mai, come se avesse visto Gesù Cristo in persona di fronte a lui.
«Fiori di giada?» chiese, mostrandogli le foglie più profumate e delicate di tutte.
Era una miscela di tè verde e bianco dello Yunnan abbinata ad un mix di malva, lavanda e gelsomino con papaia e lampone; era un sapore confortante e calmante, anche se un po' inusuale.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now