𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 46 || "𝖣𝗈𝗆𝖺𝗇𝖽𝖾, 𝖼𝗈𝗇𝖿𝗈𝗋𝗍𝗈 𝖾 𝗋𝗂𝗌𝗉𝗈𝗌𝗍𝖾"

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Capitolo 46 || "Domande, conforto e risposte"

Vi rubo giusto un secondo, se me lo concedete!
Questo capitolo è stato piuttosto pesante da scrivere, ma ovviamente ogni cosa è prettamente soggettiva. Su di me, l'effetto è stato drenante, mi levava ogni voglia di proseguire perché il sentimento che sentivo era, appunto, quasi snervante. Oltretutto buona estate a tutti!
Ad ogni modo, devo avvertirvi: questo capitolo è suddiviso in tre parti in discesa. La terza parte è luuunga, quindi mettetevi comodi - possibilmente con una calda tazza di tè al fianco nonostante il clima - e, se posso, vi chiedo di prendere le parole più a cuore che potete.
Vi chiedo scusa per l'attesa e vi auguro buona lettura!

~●•°•~

Severus Piton detestava l'ultimo giorno di scuola, l'aveva sempre fatto. Sia per i dannati scherzi idioti di Potter, Black, Lupin e Minus sia perché doveva obbligatoriamente tornare a Spinner's End.
E Merlino sapeva quanto disprezzasse quel posto terribilmente mondano, quanto lo trovasse insopportabilmente sudicio, babbano.

Odiava quella torreggiante ciminiera che incombeva costantemente come un gigantesco dito, quella che metteva Lily in costante disagio; odiava la maniera in cui i suoi passi, quelli di sua madre, quelli di quell'essere che si spacciava d'esser suo padre echeggiavano sull'acciottolato. Il suono angelico del tacco degli stivaletti di Lily - quella ragazza li avrebbe indossati anche per dormire, li portava tranquillamente, costantemente anche d'estate. Aveva sopportato i mocassini dell'uniforme scolastica solo per risultare formale ed educata, altrimenti calzava stivali, solo stivali - era invece sempre sembrato armonioso, musicale. Per Severus, le vacanze estive erano un sinonimo di Spinner's End, e quel buco d'inferno significava ricordi che desiderava rimanessero sepolti.

Chiuse leggermente gli occhi, cercando di svuotare la mente e smettere di ascoltare le parole gioiose dei bambini. Bambini; perché mai aveva dato retta ad Albus, facendosi assumere come insegnante? A Severus non erano mai piaciuti i ragazzini, nemmeno uno di quelli presenti a scuola. Solo Lily Evans era stata degna d'esser solamente presa in considerazione, era una creatura che, semplicemente, doveva essere venerata.

Potter non aveva fatto altro che portarla giù con sé, condannandola ad un destino che lei aveva solo creduto di avere e volere. L'aveva davvero amato? Per quale ragione, perché lui? Il risultato era stato la morte... e quel moccioso, quel dannato, insopportabile ragazzo. Severus voleva davvero sapere cosa Lily avrebbe fatto se avesse potuto vederlo atteggiarsi ovunque con quell'aria da santarellino. Voleva credere che lei l'avrebbe riempito di schiaffi, ma non ci riusciva: Lily non l'avrebbe fatto, non al suo stesso figlio.

Ma Potter? Lui cos'avrebbe fatto? Si sarebbe congratulato con lui? Oppure sarebbe diventato un alcolizzato, magari finendo per picchiarlo, fargli del male e forse ucciderlo? Severus poteva solo speculare: erano entrambi deceduti. Il suo sguardo d'odio si posò istintivamente, come al solito, oramai, verso quell'ordinatissima mezza treccia di boccolosi capelli corvini girata di spalle.
Lily soleva legarli in quel modo, lui quale diritto aveva d'imitarla? Il risultato non era assolutamente lo stesso, non senza quella sfumatura rosso sangue, non senza quelle lunghezze che si arricciavano sin sotto il seno. Severus strinse i pugni, il ragazzo si voltò di scatto, incatenando lo sguardo smeraldino al suo. Improvvisamente avvertì le stesse sensazioni che provò il primo giorno di Settembre, proprio durante lo Smistamento.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now