𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 15 || "𝖭𝗈, 𝗇𝗈𝗇 𝗁𝗈 𝗎𝗇 𝗇𝗈𝗆𝖾..."

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Capitolo 15 || "No, non ho un nome..."

Il banchetto era iniziato da circa dieci minuti, e sembrava che gli insegnanti si stessero trattenendo da urlare addosso agli studenti.
C'era parecchio chiasso, ma sembrava che a nessuno, quasi, dispiacesse. Harry James, allegro e sorridente mangiava ogni cosa che gli sembrasse invitante. I suoi vicini ridevano assieme a lui, divertiti da una recente constatazione del corvino.
Moltissimi occhi lo stavano ancora fissando, incuriositi, ma lui non ci badava del tutto, anche se molti sguardi gli bruciavano fortissimo la nuca. Sapeva che dal tavolo verde-argento partivano tantissime occhiatacce sprezzanti, sapeva anche da chi in particolare, probabilmente.
In quel momento, però, non gliene poteva importar di meno.

Il ragazzino stava tranquillamente chiacchierando con Lee Jordan, riguardo agli sguardi terrorizzati che Argus Gazza il custode gli lanciava. Essi erano ben accetti, e ben notati, nonostante il vecchio magonò si trovasse alla porta della Sala Grande. Il suo compagno del terzo anno si rivelò estremamente interessato, così come i gemelli Weasley, Fred e George, che non avevano mai ricevuto occhiate simili.
«Dicci, Harry caro. Rivelaci i tuoi segreti, ti preghiamo umilmente in ginocchio» stava dicendo George, prendendoli la mano fra le sue, stringendola.
«Sì, come diamine hai fatto? In due anni ci siamo fatti odiare, temere, detestare da Gazza. Ma in... non lo so, una ventina, trentina di minuti, farsi fissare in quel modo... sembra sul punto di vomitare!» fece Fred, imitando il fratello.

Lee lo guardava dritto negli occhi, sorridente, ma Harry scuoteva la testa ridendo con forza. «Probabilmente ha già compreso che non gli darò vita facile, come lui non la darà a me» rivelò «Mio padre non era stato uno stinco di santo, qui ad Hogwarts. Sono curioso di contare quante punizioni ha ricevuto, sinceramente, mi hanno detto che aveva perso il conto a duecentoventotto punizioni prese al suo terzo anno».
I tre rimasero zitti ed immobili, gli occhi dilatati, in ascolto.
«Gazza lo detestava con tutto il cuore. Sette anni di inferno, a lui e alla sua gatta, Mrs Purr, gli avrà fatto venire gli incubi per molto tempo» rise «è comprensibile che mi fissi come se fossi un insetto immortale nel suo ufficio».

Quando finì, il silenzio era caduto in quell'ala del tavolo di Grifondoro. Il suoi occhi smeraldo si aggrottarono, interrogativi.
"Ho detto qualcosa di sbagliato? È successo qualcosa?" si chiese, esitante. Poi, a ridere in faccia ai suoi pensieri, i suoi compagni esplosero.
Quasi tutti, almeno. Seamus e Neville diventarono rossi in viso, ridacchianti. Fred, Lee e George ulularono forte, imitati da tutti quelli nelle vicinanze che avevano ascoltato. Persino Hermione Granger, che non aveva nemmeno sorriso dall'inizio del banchetto, rise. Percy Weasley, dopo un paio di minuti di ridarella, richiese calma.
«Sono un Prefetto! Ragazzi, avanti, state zitti!».
Nessuno, tranne la bruna neo Grifondoro, lo ascoltò.

Harry finì di ridere solamente quando una sensazione strana gli solleticò la nuca. Spostò lo sguardo al tavolo dei professori, intuendo che il piccolo disagio provato provenisse da lì. Difatti aveva ragione. Notò una certa signora vestita di verde intenta a guardarlo con strano interesse.
La professoressa McGranitt distolse gli occhi ed arrosì sulle sguance quando il ragazzino le sorrise timidamente come risposta.
Ma non era quello lo sguardo che l'aveva turbato.

Harry, ormai totalmente comandato dalla curiosità, guardò con interesse un individuo tutto tremante, con un turbante color porpora in testa che conversava con un uomo.
Un uomo che, mentre parlava col collega, lo stava fissando.
Aveva uno sguardo di puro, profondo disgusto, ed evitava di guardargli gli occhi, limitandosi a scrutargli i capelli di carbone
Egli era stranamente familiare, ma non ricordava d'averlo mai visto da nessuna parte di persona... era troppo difficile collegarlo in un momento tanto felice.
"In un ricordo di Padfoot? Forse è un suo ex compagno? Non ne ho idea".
Ricambiò lo sguardo, curioso, ma guardandolo negli occhi. Erano neri come due pozzi senza fondo. Notò che il suo misterioso professore li aveva a mandorla, piccolo, aspri e colmi di diffidenza.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now