𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 47 || "𝖲𝗂𝗇𝖼𝖾𝗋𝗂𝗍𝖺̀"

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Capitolo 47 || "Sincerità"

Hermione si era sempre ritenuta una ragazza molto sincera e franca.
Purtroppo per lei, non tutti erano troppo entusiasti di quelle sue caratteristiche.

Era anche una persona molto ansiosa e insicura, ma se chiunque si fosse preso la briga di chiederlo lei avrebbe certamente negato con gran fervenza.
In genere diventava incerta quando non poteva basarsi sulle cose presentate dai libri o dagli insegnamenti che le venivano offerti, oltretutto non si fidava veramente di qualcosa di cui non trovava prove certe.

Una supposizione era una supposizione, perciò possibilmente errata. Perché basarsi sulle supposizioni, allora, quando si avevano delle solide, valide certezze?
La risposta le era sempre sembrata palese.

Certo, almeno finché non conobbe Harry James Potter, il migliore amico. Quel ragazzo, possibilmente, era addirittura testardo, schietto e lineare quanto lei nel campo della curiosità. La loro principale differenza era che lui non si fidava facilmente di, beh, nulla. Che fossero informazioni acquisite da tutte le fonti - dal Preside di Hogwarts al Custode del castello - o anche quelle da parte di vari libri che lui non considerava molto affidabili.

Hermione, da brava amante dei libri, era rimasta alquanto sconvolta da quelle sue credenze: i libri erano libri, chi si sarebbe mai azzardato a mentire in uno di essi, se non per scopi personali? Potevano essere utilizzati come potenti mezzi di propaganda, ma Harry a volte pareva davvero paranoico, inquieto e a tratti un tantino nevrotico. Si preoccupava troppo per troppe cose, lei credeva. Ma ciò non le impediva certamente di volergli un bene dell'anima.

Una delle cose che Hermione davvero adorava era intraprendere un dialogo, difatti lei amava dialogare. Sempre purtroppo, non tutti interpretavano quella sua passione in tono benigno. Molti credevano che a lei piacesse discutere solo per avere la soddisfazione di avere ragione, sia alla fine che all'inizio.

Si era sentita dire cose del calibro di complessi di superiorità e narcisismo. Che lei amava litigare, e che non doveva per forza trattarsi di cose importanti, poiché le piaceva solo discutere, quindi ogni argomento sarebbe andato a pennello. Che faceva l'offesa troppo spesso. Che era melodrammatica. Che esagerava, che sbagliava, che sarebbe finita sola.

Hermione sapeva di avere dei grossolani difetti. Ad esempio non era molto brava a gestire i suoi nervi, tantomeno la sua rabbia. Aveva adattato un metodo tipicamente genitoriale: innescare il senso di colpa nella gente. Il trattamento silenzioso e passivo aggressivo che somministrava a coloro che le davano fastidio - e solo fastidio, altrimenti non si sarebbe fatta troppi problemi a partire anche con parole affilate - era visto come una forma di punizione per quando qualcuno faceva qualcosa che non le piaceva, solo perché era una maniaca del controllo, secondo loro.

Hermione si sarebbe dovuta definire una perfezionista, secondo il parere di Harry.
«Siamo sulla stessa barca, Hermione» le aveva detto una sera, mentre lei giocava a scacchi con Ron «avere un Disturbo Ossessivo Compulsivo è una cosa seria, non permettere agli altri di scherzarvi».
«Devi proprio usare la barca come esempio? Io soffro di mal di mare!» aveva risposto lei di getto, sbuffando quando il rosso aveva abbattuto un suo cavallo.
«D'accordo, allora diciamo che siamo sullo stesso piano terra. Sai, per evitare le vertigini».
Hermione si era permessa il lusso di una risata, a quel punto, proprio prima che Ronald s'impossessasse della sua regina.

«Ad ogni modo non c'è nulla di male nell'essere precisi, finché si è equilibrati. Chi dice altrimenti, argomentando il tutto con accuse tali l'eccessiva serietà o l'essere "vecchi dentro", non ha ancora compreso che essere diligenti non significa essere infelici o insoddisfatti».
Harry era stato intento a leggere un libro di approfondimento sugli unicorni, quella tiepida sera; con i boccoli sciolti sul viso, gli occhiali poggiati sul tavolino, le gambe accavallate e la luce sanguigna del fuoco riflessa sul viso scolpito, era sembrato quasi surreale.
«Con delle risposte fra il sarcasmo e il perfettamente cortese, vedrai che in molti ci cascheranno. Nessuno con un briciolo di intelletto ti definirà insopportabile, almeno non in pubblico».

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now