Epilogo

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2 anni dopo

«Non te la sei cavata male, kicker.»

Passavano gli anni, quasi tutto era cambiato, eppure, alcune cose rimanevano un punto fisso come la stella polare; quelle cose, per dirne alcune, erano: il nomignolo Kicker, che Sean mi aveva affibbiato anni fa ormai; il fatto che lui non ammettesse che ero nettamente più forte di lui a football, e soprattutto rimaneva fisso, il fatto che amavo Sean più di quanto io potessi anche solo immaginare di riuscire ad amare una persona.

«Quando ammetterai che gioco molto meglio di te? Comunque se vuoi ti svelo un segreto; noi ragazze, puntiamo quasi tutto sul cervello, non siamo come voi maschi che pensate di riuscire a risolvere tutto solamente grazie a un po' di muscoli.» beffeggiai, trattenendo a stento una risata. Lui si avvicinò rapidamente a me, e con un gesto veloce mi racchiuse tra il suo corpo caldo e il muro.

«Tuttavia, questi muscoli non mi sembra ti dispiacciano.» Sean piegò il lato delle labbra all'insù e piano piano tolse la distanza tra i nostri visi. Le sue labbra piene erano ad un passo dalle mie, ma non gliela diedi vinta e, prima che mi baciasse mi scansai e riuscii a passare sotto il sul braccio.

«Siamo a scuola e io sono una brava ragazza, a differenza tua. Un po' di contegno Arscott.» ridacchiai sotto i baffi e gli diedi una spallata, sorpassandolo.

Erano passai ben due anni da quando io e Sean ci eravamo conosciuti, e ora, ci trovavamo in uno dei college più prestigiosi della zona, grazie ai nostri voti, ma soprattutto, avevamo ricevuto una borsa di studio per il football.
E, ancora una volta, mi ritrovavo a far parte di una squadra maschile; la differenza era che ora avevo una sottospecie di scimmione, che mi difendeva da chiunque cercasse di farmi male. Si, quello scimmione era Sean.

«Ehi! Tu sei Cindy Lewis, giusto?» una voce mi fece distogliere l'attenzione dai miei pensieri per portarla ad un ragazzo che mi fissava con un sorrisetto.

Aggrottai la fronte, «Si, e tu chi saresti?» Chiesi, inarcando un sopracciglio con fare confuso.

Avevamo appena finito una partita di campionato, che ovviamente avevamo vinto, e a giudicare dalla divisa della squadra, il tizio sconosciuto che mi stava davanti era un avversario. Ma il punto era: cosa voleva da me?

«Oh io sono-...» cominciò, ma quella voce che conoscevo ormai troppo bene lo interruppe.

«Sei in mezzo al cazzo, esatto.»

Sentii qualcosa cingermi la vita e trascinarmi addosso ad un petto robusto. Roteai gli occhi al cielo e lanciai un'occhiataccia di sbieco a Sean.
Eh si, anche la sua gelosia era rimasta un punto fisso.

«Scusa amico, non sapevo...» cominciò il ragazzo, evidentemente a disagio. Si grattò la nuca e mi rivolse uno sorriso imbarazzato.

Ma Sean non gli fece finire la frase, perché si voltò dalla parte opposta e mi trascinò con lui.
Sbuffai mentre percorrevamo il corridoio quasi deserto. «Sapeva pure il tuo nome, voleva essere preso a pugni sicuramente.»

Mi voltai verso Sean, costringendolo a bloccarsi e a guardarmi negli occhi. Ogni tanto esagerava con gli ormoni, ma intendevo giusto ogni tanto.

«Perché devi spaventare ogni ragazzo che mi si avvicina?» Chiesi, inarcando un sopracciglio con aria di evidente rimprovero. Incrociai le braccia al petto e rimasi impalata a scrutarlo.

«Lo sai che sono fottutamente geloso, e mi da fastidio vedere che ti guardano in quel modo fastidioso.»

In due anni lui non era cambiato di una virgola, sempre bello, sempre imponente e sempre con quella perenne aria da duro sul viso. Anzi, in realtà era diventato ancora più bello, e quella gelosa da morire ero io, perché in ogni angolo in cui mi giravo c'era qualche ragazza pronta a saltare addosso al mio ragazzo.

Footlover - amore in campo di giocoWhere stories live. Discover now