32. Il terzo incognito

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Il retrogusto della vittoria non aveva intenzione di andarsene e, per mia fortuna, non era un retrogusto amaro, tutt'altro.
Oggi era domenica e in casa Lewis ancora si parlava della strabiliante partita di qualche giorno prima.
Mio padre sembrava in delirio e per fino mamma mi aveva abbracciata quando aveva scoperto che la sua cara figlia aveva realizzato il touchdown che aveva portato in alto il nome della Brighton.

"Quindi, cosa pensavi di fare?" Chiesi ad Emily, che qualche decina di minuti fa era piombata in camera mia come un uragano.

"Ho portato l'artiglieria. Computer, cellulare e l'altro cellulare di scorta, in caso dovessimo chiamare qualcuno in anonimato."

La guardai come se fosse pazza.

"Frena, non ti seguo."

"Tutto bisogna spiegarti." Sbuffò, sedendosi ai piedi del letto con nonchalance. "Ho portato l'occorrente per scoprire cosa nascondono quei due mascalzoni. Non voglio mica continuare a vederti stare male per due ragazzi idioti."

Sgranai gli occhi, sorpresa. "Stai scherzando?"

"Certo che no, per chi mi hai presa. Voglio aiutarti Cindy, così magari una volta per tutte scoprirai cosa non ti dicono." Disse, sorridendomi, ma con un'espressione del tutto seria sul volto.

"Grazie Em, sei la migliore." La abbracciai, realmente colpita dal suo gesto. Lei mi strinse per qualche secondo e poi, battendo le mani si alzò dal letto e si sedette sulla sedia della scrivania, aprendo il suo portatile.

"Cominciamo col fare un resoconto di tutte le informazioni che abbiamo." Dichiarò, guardandomi con un sopracciglio sollevato

"Sappiamo che al giorno d'oggi, tuo fratello e Sean si odiano, ma che una volta, insieme ad un terzo ragazzo, erano un trio quasi indistruttibile. Dobbiamo solamente scoprire chi è il terzo incognito." Cominciò a muovere rapidamente le dita sulla tastiera e dopodiché, vidi la pagina di google aprirsi.

"Molto probabilmente so chi è. C'è una cosa che non ti ho detto." Mi grattai la nuca, con imbarazzo.

Emily si voltò verso di me, spronandomi con gli occhi a sputare il rospo.

"Quel pomeriggio, al cimitero, quando ho incontrato Sean, stava portando dei fiori ad un ragazzo. Quando mi sono avvicinata alla lapide, ho buttato l'occhio sulla data di morte. È...è morto lo stesso giorno di Logan." Inspirai profondamente. Era doloroso parlare di quel giorno, ed ero ancora più faticoso parlare di Logan, ma probabilmente con questa informazione ci saremmo avvicinate di più a scoprire la verità.

Emily per poco non svenne. Conosceva bene Logan, anche noi eravamo un bel trio, ma quella notte, si spezzò tutto e fu difficile per noi andare avanti senza una parte fondamentale della nostra vita.

"Oh dio..." mormorò, portandosi una mano all'altezza del cuore. La vidi socchiudere gli occhi e cercare di regolarizzare il suo respiro, poi mi guardò e cerco di trattenere le lacrime.

"E-e se in qualche modo, il ragazzo della lapida fosse coinvolto nell'incidente?" A quell'ultima parola il mio stomaco andò in subbuglio.

"È quello che ho pensato anche io." Ammisi, ritirando indietro le lacrime che stavano per uscire vorticose dai miei occhi.
Era da un po' che questa idea mi tormentava, ma non avevo mai avuto il coraggio di pensarci più di tanto, perché la paura che i brutti ricordi ritornassero a far parte dei miei incubi era più grande della curiosità.

"Potremmo cercare su internet le notizie dell'incidente, quasi sicuramente menzioneranno chi ha perso la vita nello scontro." Tubò e poi mi strinse la mano, con dolcezza.

Footlover - amore in campo di giocoWhere stories live. Discover now