37. La nuova fiamma

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"Ehm...lui? Beh lui si è perso, poveretto. Lo aiutavo a ritrovare la strada di casa."

"Nella sua bocca?" Mia mamma sorrise sfacciata.

Il mio viso divenne pallido e mi irrigidii sul posto, mentre Sean, beh lui se la rideva pacificamente, come se mia madre non avesse appena detto la cosa più imbarazzante di tutti i tempi.

"Dai, Cindy! Presentami il tuo ragazzo."

Si avvicinò a noi con gli angoli delle labbra che le arrivavano più o meno agli occhi.
Io, ero più che sicura che da lì a poco mi sarei piantata un qualcosa di appuntito proprio nel petto, sapevo dove voleva andare a parere mia madre e ancora peggio, sapevo che sarebbe riuscita nel suo intento.

Abby, nel frattempo, aveva avuto la decenza di ritornarsene a casa, forse consapevole che se fosse venuta qui con mamma le l'avrei fatta pagare.

Decisi che per il mio bene sarebbe stato meglio non aprir bocca, ma Sean, a quanto pare, non era del mio stesso parere, perché non fece altro che peggiorare le cose.

"Sono Sean, signora. È un piacere conoscerla."
Sorrise in modo angelico ed ero più che sicura che già avesse conquistato il cuore di mia madre. Povera me.

"Chiamami Margaret, figliolo. Sapevo che Cindy avesse una fiamma, ultimamente aveva la testa fra le nuvole, ma non pensavo fossi così bello." Nel dire l'ultima frase si girò verso di me e sollevò un sopracciglio, lanciandomi un'occhiata maliziosa.

Mi sentii morire. Non era possibile che stesse succedendo tutto ciò. Non ero pronta psicologicamente, non lo ero affatto.

"Che ne dici di cenare con noi? Sarei davvero contenta se accettassi." Mamma si portò indietro una ciocca di capelli e gli fece gli occhi dolci. Vomitevole.

Sean si voltò nella mia direzione, come per chiedermi il consenso, ma io non riuscii a fare altro che spostare lo sguardo sulle mie scarpe, che al momento erano la cosa più interessante.

"Volentieri, Margaret. Mi farebbe davvero piacere."

Okay, la mia vita era pressoché distrutta.

Margaret esultò e batté le mani davanti al petto con troppa esuberanza per i miei gusti.
Poi, con aria esageratamente contenta, girò i tacchi e si diresse verso casa, orgogliosa di essere riuscita a mettermi nel disagio più totale.

"Mi dispiace, io..." cercai di dire, ma inaspettatamente, la mano di Sean afferrò la mia, fece intrecciare le nostre dita e con un cenno del capo mi rassicurò.

Dire che fossi sbalordita era un eufemismo, perché tutto mi sarei aspettata, tranne questa sua reazione. Come al solito, un vuoto mi riempì il petto e sentii le mie guance scaldarsi.

"Quindi sei il mio ragazzo." Scherzai, mentre camminavamo lungo il vialetto per rientrare in casa. Durante il tragitto, ci imbattemmo nella mazza da baseball, che giaceva a terra da quando l'avevo tirata addosso al mucchio di steroidi, il quale, con abilità si chinò per afferrarla. La tenne salda tra la mano libera e mi guardò abbozzando un sorriso.

"Questa sarà meglio se la tengo io, tu mi fai paura." Il suo petto si mosse per la risata che gli sfuggì dalle labbra e io, ancora una volta, mi ritrovai incantata a squadrare ogni suo minimo movimento e dettaglio.

"Comunque si, kicker, sono il tuo ragazzo, per sta sera." Disse, ma questa volta il suo viso non sembrava felice. Se dovevo essere sincera avrei preferito che si fermasse a ragazzo, l'ultima parte mi ha destabilizzato, anche se d'altronde cosa dovevo aspettarmi? Era più che ovvio che non fossimo altro che amici. Mi aveva baciata solo tre volte ed io già avevo cominciato a farmi paranoie.

Footlover - amore in campo di giocoWhere stories live. Discover now