XXXVI

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Suga era entrato nell'appartamento senza nemmeno asciugarsi, né vestirsi, gocciolando ovunque si fiondò in camera per poi riemergere con in mano un'enorme lavagna bianca tirata fuori da sotto il letto, reperto risalente a quando insegnò i sigilli a Jungkook; Jimin lo raggiunse, già mezzo vestito ed asciutto.

Il negromante montò la lavagna e con i pennarelli iniziò a stilare una lista di ciò che sapevano dell'entità, il volto corrucciato per la concentrazione, il licantropo recuperò un asciugamano e dei vestiti, questi ultimi li appoggiò sul divano mentre con l'altro avvolse Suga, che non si scompose.

-Asciugati e mettiti qualcosa, non che mi dispiaccia averti nudo in giro, ma puoi ammalarti.- gli mormorò nell'orecchio, asciugandolo premurosamente e scaldandolo con la sua aura calda, il negromante si lasciò andare tra le braccia di Jimin, ma continuò a scribacchiare sulla superficie bianca con il pennarello indelebile nero, il licantropo, vedendo che l'altro era completamente immerso nelle sue riflessioni continuò a prendersi cura di lui, asciugandolo del tutto e poi vestendolo, ricevendo da Suga dei baci distratti ogni tanto, in segno di gratitudine.

Jimin piegò le morbide labbra in un sorriso dolce a quelle piccole dimostrazioni d'affetto, una volta che ebbe vestito il negromante si apprestò a chiamare Jungkook, quando concluse la chiamata rimase perplesso, osservò il cellulare, mentre rifletteva sul fatto che il giovane fosse con Taehyung, cercando, nella sua mente, di trovare un motivo per il quale si fossero incontrati nuovamente, ritrovandosi poi a creare con la sua fantasia scene degne di un drama.

Alzò lo sguardo e notò che il negromante non era più in piedi intento a scrivere sulla lavagna, ma seduto sul divano rosso, le gambe nude incrociate, il torso coperto da un'ampia felpa nera, le braccia rilassate, le mani sulle ginocchia e lo sguardo fisso sulla lavagna, Jimin allora chiamò il ristorante cinese e ordinò per tutti, poi si mise ad apparecchiare la penisola, una volta finito si sedette di fianco a Suga, per poi avvolgerlo in un suo abbraccio, baciandolo e mordicchiandolo sul collo affettuosamente.

Il negromante non si scompose, fissava le parole che riempivano la lavagna completamente immerso nei suoi pensieri, sembrava non accorgersi di nulla attorno a sé, non si rese conto né delle premure del licantropo, né quando Jungkook arrivò e si vestì dopo il bagno purificante, per poi sedersi di fianco al suo maestro, iniziando a leggere ciò che aveva buttato giù sulla superficie bianca.

Non notò nemmeno quando il fattorino del ristorante cinese suonò al loro citofono per consegnargli la cena, non si mosse finché Jimin non si chinò davanti a lui, prendendogli il viso tra le mani, riempiendo completamente la sua visuale, oscurando la vista della lavagna.

-Suga è arrivata la cena, vieni.- lo esortò, baciandogli la punta del naso, il negromante appoggiò le mani su quelle del licantropo e gli schioccò un bacio sulle labbra, per poi annuire e alzarsi, Jungkook, che si era già seduto sullo sgabello della penisola, guardò la scena con un sentimento strano al centro del petto, Jimin e Suga ai suoi occhi erano tremendamente teneri, il giovane negromante poteva vedere l'affetto che traboccava dagli occhi del licantropo e riusciva anche a vederlo in Suga, in come si aggrappava alla mano di Jimin e in come lo assecondava in ogni sua richiesta, sorrise, perché sapeva perfettamente quanto fosse difficile per il suo maestro dimostrare affetto e il vederlo così attaccato ad un'altra persona che non fosse lui o J-Hope lo riempiva di gioia.

-Oh Kookie, quando sei arrivato?- domandò spaesato il negromante non appena i suoi occhi si posarono su Jungkook, Jimin si sedette subito al fianco di Suga, prendendo subito la caratteristica confezione bianca, squadrata, del cibo cinese d'asporto, iniziando a divorare famelicamente del pollo alle mandorle.

Coiled SoulsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora