V

1.2K 134 123
                                    






Se l'Hell's Lounge era un locale tranquillo, il Wild Nights era uno dei night club che, in nessun metro di nessuna galassia, conosciuta e sconosciuta, poteva definirsi tale.

Tutti a New Orleans sapevano molto bene che quello era il posto giusto se volevi vedere licantropi, bellissimi, ballare mezzi nudi, non solo quello in verità, potevano farti anche la lap addosso oppure anche di più, se eri disposto a pagare, i licantropi non avevano limiti né nel contatto fisico né nella sessualità, avendo una componente animale, la loro parte istintuale era particolarmente accentuata.

Suga, nel suo solito completo nero e cappello a tesa larga, era appoggiato al pick-up che aveva preso in prestito da J-Hope, mentre osservava la lunga fila all'ingresso;  sospirò, 'Ora come cazzo ce le porto le capre là dentro?' pensò, volgendo lo sguardo verso i tre animali che stavano placidamente ruminando la paglia all'interno della gabbia.

Il negromante provò ad aguzzare lo sguardo, ma non vide alcuna traccia dello Skoll, all'entrata c'erano solo due energumeni, con maglietta nera attillatissima sui muscoli gonfi e gli occhiali da sole, a mezzanotte.

Suga scosse la testa e si avvicinò a uno dei due, ignorando deliberatamente le persone in attesa e le loro lamentele, tutt'altro che gentili, i due buttafuori lo osservarono annoiati, già pronti ad allontanarlo, finché lui non pronunciò il suo nome, al che si immobilizzarono e anche sulla fila calò il silenzio.

Il suo nome era ormai conosciuto negli ambienti notturni, circondato anche da leggende metropolitane delle quali si vantava coi suoi amici, c'era gente che credeva si potesse smaterializzare e altre ancora che fosse il figlio del Dio della Morte.

Suga ridacchiò mentre si addentrava nel locale al solo pensiero di quelle teorie assurde, scosse la testa e quando rialzò lo sguardo si ritrovò in un corridoio buio, con le pareti ricoperte di broccato viola, di fronte a sé delle pesanti tende, che sembravano separare quel piccolo ingresso dalla musica sensuale e dalle notti di perdizione che si potevano celare al di là di quello spesso tessuto. Fece un respiro profondo guardando il soffitto per poi gettarsi nella mischia, con un gesto netto ed elegante aprì entrambe le tende facendole dipanare a ventaglio, quindi si addentrò nel locale a passo spedito, cercando un barista a cui chiedere informazioni.

La sala era piena di tavolini tondi che accerchiavano un palco dal quale prendeva forma una passerella che tagliava a metà la stanza e finiva in una piattaforma circolare dalla quale si poteva accedere da degli scalini. Suga si guardò intorno e vide solo dei camerieri in slip minuscoli e strettissimi, con collari in pelle, a volte decorati con borchie, altri con guinzagli colorati, non riuscendo a individuare nessuno dello staff ne fermò uno afferrandolo per il braccio.

Era più alto di lui, il fisico muscoloso e definito, lo sguardo profondo e il sorriso malizioso, gli zigomi alti e la mascella squadrata, i capelli ossigenati, il piercing al capezzolo, gli slip in vernice lucida nera e degli harness che gli stringevano la vita e il petto

-Posso esserti d'aiuto zuccherino?- la voce era mascolina e seducente, si leccò le labbra squadrando il negromante, che lo guardò impassibile

-Sto cercando Jimin, il tuo Alfa mi ha detto di rivolgermi a lui, sono il negromante, Suga.- spiegò telegrafico, urlando a causa del volume della musica, il cameriere, ridacchiò, annuendo, per poi osservarlo divertito

-Jimin sarà da te dopo l'esibizione, vieni ti dò il posto migliore.- disse facendo un cenno, Suga lo seguì controvoglia, per poi sedersi nel tavolo davanti alla piattaforma circolare -Ti porto qualcosa nell'attesa?.- propose avvicinandosi pericolosamente

-Bourbon, senza ghiaccio, grazie.- ordinò, allontanandosi, impaziente di riottenere il suo spazio personale, il ragazzo allora annuì e si dileguò.

Coiled SoulsWhere stories live. Discover now