VII

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Suga rimase immobile, guardando ottusamente il telefono, ebbe l'enorme impulso di scagliarlo in faccia a chiunque avesse di fronte, appena alzò lo sguardo notò due occhioni scuri che lo studiavano incuriositi, ma non li vide davvero, il suo cervello era troppo impegnato a processare una frase che contenesse 'Jungkook' e 'pericolo', proprio nello stesso universo in cui viveva e respirava, lo stesso universo in cui viveva e nel quale aveva giurato di proteggere il minore e di prendersene cura in ogni modo possibile.

-Devo correre alla macchina. Adesso.- disse solamente, la voce sembrò tremare, la sua mente focalizzata su un unico pensiero fisso, l'unica persona che gli era rimasta, che per lui era come un fratellino, Jungkook.

Jimin gli afferrò il polso

-Non puoi andare in queste condizioni, ti possiamo aiutare, non è vero Nam?- si girò verso il suo Alfa in cerca di appoggio, cosa che non fece in tempo ad avere perché Suga rise, una risata fredda e corrosiva

-Lupacchiotto, parliamo chiaramente, che pensi di fare con gli zombie, mh? Giocarci a carte? Va messo a nanna e tu come faresti? Glielo chiederesti per favore?- sbottò acido liberandosi il polso e iniziando a cacciare le sue cose dentro il borsone

-Posso fermarlo, sono un licantropo, Suga.- a Jimin sembrò così ovvio

-Ah, certamente, quindi vuoi rosicchiarlo davanti ai parenti? Che faresti se ci fosse la moglie, peggio ancora i figli? Cristo era una persona, merita il giusto rito e il giusto riposo.- gli urlò contro, frustrato e incredulo per ciò che aveva sentito, Jimin sentì una punta di vergogna, nessuno l'aveva mai ripreso, tranne Namjoon, ma mai così duramente e nemmeno insinuando che fosse un senza cuore.

Eppure il licantropo non riusciva a prendersela, era rapito ancora dal suo aspetto trasandato, l'odore del suo sangue che gli riempiva le narici e gli dava alla testa, ben consapevole che ormai quell'odore inebriante impregnava l'aria; in un attimo pensò che l'effetto sul suo capo branco avrebbe potuto essere molto più intenso, Jimin aveva ricevuto un addestramento molto crudele, quindi la sua resistenza al sangue era molto più elevata rispetto a qualsiasi altro membro del branco, Namjoon compreso, fu verso di lui che si voltò, rendendosi conto della situazione, tra il sangue delle capre e di Suga la serata poteva peggiorare molto alla svelta.

Il suo Alfa però era saldo, lo sguardo fisso avanti a sé, intento a guardare tra gli alberi

-Jimin accompagnalo, abbiamo attirato attenzioni indesiderate, appena avrò finito ti verrò a prendere. Rimani con lui.- la sua voce era più profonda, vibrante, gli occhi erano diventati liquidi, di un nero cangiante, indice che stava attingendo al suo Lupo

-Sono i fuori casta? Devo avvertire Tae?- chiese, cercando nell'oscurità del bosco ciò che stava studiando il suo Alfa, Suga ormai pronto si avviò alla cripta, ignorandoli completamente

-No, chiama solo Jackson.- rispose atono, sempre con gli occhi fissi avanti a sé, Jimin fece un cenno secco e si girò verso Suga che stava imprecando nel tunnel, fece un sorrisetto e gli corse dietro.

Appena Namjoon fu sicuro che gli altri due non lo sentissero, parlò

-Esci.- la sua voce risuonò perentoria nella radura, ormai si poteva percepire la sua aura permeare l'aria, il viso impassibile, le mani nelle tasche, lo sguardo fiero il mento proteso in avanti, attese, non per molto

-Sono stato attirato da un'energia molto potente.- una voce morbida e dolce uscì dal punto in cui l'Alfa stava guardando, per poi essere seguita da una figura alta, elegante, i capelli morbidi e rosa, il viso bello da far male, proporzionalmente perfetto, come una statua di marmo, gli occhi grandi, le labbra a cuore, morbide e piene, il naso fino, le spalle larghe avvolte in una camicia di seta nera aderente, i pantaloni dello stesso colore avvolgevano le sue gambe lunghe, ogni suo movimento stregava lo sguardo, camminò come se fosse senza peso, fermandosi di fronte al suo interlocutore, il Master della città era di fronte a all'Alfa di New Orleans

Coiled SoulsWhere stories live. Discover now