32. Il terzo incognito

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"So che per te è difficile, ma forse è l'unico modo per scoprirne di più su tutta questa faccenda, di cui sono sicura tu non ne possa più." I suoi occhi erano due pozzi di tristezza, come i miei, d'altronde.

"Tu c'eri quella notte, io no, non so come tu ti possa sentire a far riaffiorare tutti quei ricordi, ma sappi che io sono qui e se ti venisse voglia di tirare qualche pugno ricordati che uno degli idioti che ti sta tenendo all'oscuro da questo segreto è nella stanza a fianco."

Era per questo che Emily era la mia migliore amica, riusciva a farmi riavere il sorriso anche nei momenti più bui e non c'era cosa al mondo che apprezzassi di più.

Ciononostante, centinaia di immagini sfocate di quella notte mi riapparvero nella mente come dei flashback.

Due anni prima.

"Logan, è tremendamente ingiusto che non vogliano farmi entrare nella squadra di football. Non mi sembra di essere così imbranata." Misi il broncio come una bambina, ma non me ne importava, ero furiosa da tutto il giorno, visto che mi avevano vietato di poter giocare nella squadra maschile della scuola.

"Non lo sei infatti, hai più astuzia e capacità di tutti i giocatori, sono loro che ci perdono, Cindy, non tu, ricordalo." Mi sorrise il mio migliore amico, con il suo solito viso dolce e rassicurante.

Non era neanche mezzanotte e stavamo tornando dalla festa che la nostra scuola aveva organizzato in onore dei nuovi alunni.
Era stata talmente noiosa che per tutta la serata non avevo fatto altro che bere dello stupidissimo punch analcolico e stare seduta sulla mia sedia a guardare gli altri ballare.
Fortuna che c'era Logan con me.

Lui era quel tipo di ragazzo bello e innocuo, di cui una volta conosciuto non se ne poteva fare a meno. Nonostante dozzine di ragazze gli avessero chiesto un ballo, lui aveva declinato l'invito ogni volta, per rimanere al mio fianco a farmi compagnia.

"Ti voglio bene, lo sai vero?" Sussurrai, voltandomi nella sua direzione. Lui fece lo stesso e piegò le sue labbra all'insù.

"Anche io te ne voglio."

"Sai, sono più che sicuro che prima o poi riuscirai ad entrare nella squadra, devi solo avere pazienza." Si voltò nuovamente verso di me e proprio in quel momento di distrazione, vidi due fari accecarmi.

Il panico cominciò a divorarmi e allungai il braccio verso la strada con terrore.

"Logan, attento!" Gridai a pieni polmoni, ma ormai era troppo tardi. Ci fu un tonfo da togliere il respiro e per qualche istante vidi tutta la vita passarmi davanti.

Mi protesi in avanti verso di lui, in un vano tentativo di proteggerlo, ma il forte rumore dello stridere dei freni e della botta con l'altra auto e l'asfalto, mi fecero perdere la cognizione della realtà.

Per un attimo, riuscii a tenere gli occhi aperti e vedere l'altra macchina scontrarsi con noi, stava andando in contromano, ad alta velocità, ma fu solo questione di secondi, perché ci ritrovammo sbattuti contro ogni parte dell'abitacolo.
I vetri del parabrezza e dei finestrini erano completamente in frantumi e molte delle schegge riuscivo a sentirle conficcate nella mia pelle, ma in questo momento erano il male minore.

Feci a male pena in tempo a girare il collo dolorante verso Logan, provai a sorridergli, ma l'impatto con la strada mi fece paralizzare.
Poco prima di chiudere gli occhi per il male, percepii l'auto compiere qualche giro completo su se stessa e nel momento esatto in cui si bloccò, finendo a testa in giù, il buio fu l'unica cosa che vidi.

Footlover - amore in campo di giocoWhere stories live. Discover now