17.

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«Domani a che ore quindi?» chiede Aria a bocca piena, una volta che ha addentato il suo gustoso panino al bacon.

La sto accompagnando fuori dall'università, vista la mia ora di buca, la bastarda qui accanto a me le ha già finite e sta tornando al dormitorio tutta fiera. Che invidia.

«Boh, non saprei. Alle tre?» propongo assottigliando gli occhi una volta uscite. È una bellissima giornata e il sole picchia sulla nostra pelle.

«Va bene. Dì a Sam che vi farò comprare i vestiti più sexy che ci saranno nel negozio», ammicca nella mia direzione.

Fra una settimana esatta è halloween e abbiamo deciso che domani andremo, tutte e tre insieme, a comprare gli abiti per l'evento. Ci sarà una bellissima festa in una confraternita, non ho capito bene dove, nella quale si recheranno tutti gli universitari; comprese le matricole, come me, che spesso vengono tagliate fuori.

«Ti puoi scordare vestiti striminziti e gonne sopra al sedere», avverto la ragazza dai capelli rossi una volta che mi fermo, pronta a salutarla.

«Staremo a vedere», scrolla le spalle con un sorrisetto furbo sul volto. «Adesso ti lascio a quelli energumeni là», indica con la testa dietro di me.

Mi giro di scatto e noto Richard e Trevor seduti in una panchina di legno, non poco distanti da noi. Alzo la mano in segno di saluto, per poi girarmi di nuovo verso Aria.

«Mi tocca...» sbuffo, quest'ultima ridacchia.

«A domani e buona statistica! Io penso che andrò a fare una bella dormita o magari...», la interrompo subito.

«Vaffanculo, che fortuna hai guarda.»
Oggi ho fatto già cinque ore di lezione e sono esausta.

Dopo averle dato un abbraccio sento Trev urlare nella nostra direzione un: "E a me non mi saluti?!". Lei gli fa il dito medio e di conseguenza il biondo inizia a ridere a crepapelle.

Sorrido per la scena, Aria non accenna mai l'argomento, ma secondo me c'è del tenero fra loro due.
Dopo averla salutata per bene mi avvicino a Richard e Trevor per stare un po' con loro, visto che mancano ancora quarantacinque minuti all'inizio della mia ultima lezione.

«Vuoi?» Trev allunga il pacchetto di patatine verso di me, cosicché non me lo faccio ripetere due volte, ne piglio una manciatina ringraziandolo cordialmente e mi vado a sedere in mezzo a loro due.

«Via, mi tocca andare a lezione», si stiracchia leggermente Ric subito dopo, come se volesse stare alla larga da me. Mentre si alza dalla panchina si rivolge all'altro ragazzo accanto a me. «Tu muoviti dopo, all'uscita, non voglio aspettare tre ore in macchina il tuo arrivo. A limite torni a gattoni», lo minaccia e quest'ultimo rimane leggermente di stucco.

«Fra, non è colpa mia se le ragazze vogliono accalappiarmi», ghigna divertito, Richard lo è un po' meno.

«Non me ne frega un cazzo, muoviti.»
Ridacchio leggermente per questo battibecco, nel momento in cui Ric prende lo zaino. Si avvia verso l'entrata della struttura, non prima di aver fatto un segno con la testa nella mia direzione.

Mi giro nella panchina e lo guardo pensierosa; ancora non mi ha detto o rinfacciato niente della sua scenata e sembra nervoso come ieri.
I miei occhi passano dalla sua chioma castana fino al suo fondoschiena fasciato da una tuta grigia; niente male.

«Che palle Em, ma oggi sono tutti incazzati col mondo?» sbuffa Trev, mentre si appoggia maggiormente sulla panchina, chiudendo gli occhi sotto al sole.

«In che senso?» riporto l'attenzione su di lui.

«Richard è da ieri che rompe i coglioni, anche Sam stamani sembrava molto infuriata, non so che ha detto a Liam, ma penso una bella parte di merda. Te ne sai qualcosa?»
Senza pensarci due volte, il mio cervello mi riporta subito alle parole di Samantha.

Prova a fermarmiTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang