16.

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Sono davanti allo specchio del bagno cercando un modo per far scomparire queste orribili occhiaie. Nemmeno il correttore mi aiuta per quanto sono grandi.

Avrò dormito sì e no un'ora stanotte per colpa di quel film orribile... anche se ho ascoltato solo la prima metà, dopo ero impegnata a fare la gatta morta con Liam, aggrappata al suo petto.

Stringo gli occhi per la vergogna, ma era un gesto involontario, lì per lì ero veramente terrificata dalla situazione per pensare lucidamente e alle conseguenze.
Cerco di scacciare il pensiero lasciando perdere le occhiaie e mettendomi un po' di mascara sulle mie lunghe ciglia.

Sono una ragazza con poca autostima, ma gli occhi e le ciglia a parer mio sono il mio punto di forza.

Esco dal bagno e torno in camera per cambiarmi, sin quando noto Sam ancora distesa sul letto corrucciata.

«Che ci fai ancora a letto, veloce è tardi!» cerco di spronarla, andando a prendere un paio di jeans per andare a lezione.

«Non vengo», sento la sua voce ovattata dato che è sotterrata sotto al suo cuscino.

«Perché no?» chiedo gentilmente, mi vesto in fretta, dopodiché mi avvicino e mi accovaccio accanto al suo letto, per ascoltare meglio.

«Tanto non starei attenta.»
Volta la testa verso di me; appena guardo la sua espressione la noto velata di tristezza.

«Come mai?» sussurro accarezzandole un po' la schiena. Questo movimento mi fa rammentare Liam ieri sera. Sento lo stomaco accartocciarsi, ma cerco di sviare il pensiero invano.

«Ieri sera...»
Drizzo immediatamente le antenne. Non ci ha visto vero? Ingoio la pallina da golf che ho in gola facendole segno di proseguire. «Prima di andare via gli ho detto per la prima volta "ti amo".»

Sento il cuore iniziare ad accelerare e il petto a far male.
Cerco di restare serena davanti a questi occhi scuri che mi osservano.
Lui è andato avanti, ama un'altra persona, devo smetterla.
«È una bella cosa, no?» parlo, non sapendo cosa dire. Cerco di farle un bel sorriso ingannando il mio vero stato d'animo.

«Lui non mi ha risposto, ha fatto finta di non sentire», mormora con le lacrime agli occhi. Il peso al petto si allevia e il sollievo prende il sopravvento.

"Sono una persona di merda." Penso però subito dopo. Lei è triste per ciò che è successo e io, invece di confortarla ed essere dispiaciuta per lei, sono felice del fatto che Liam non abbia contraccambiato i suoi sentimenti.

Mi faccio schifo.

«Magari non è ancora pronto, non significa però che non gli piaci», tento a parole, sviando lo sguardo da un'altra parte.

«Lo so, ma ha fatto finta di non sentire nemmeno, troppo concentrato per pensare ad altro...
Di solito se sei fidanzata e il tuo partner ti sussurra che è innamorato di te dovresti essere un minimo felice, anche se ancora non sei pronto per dire una cosa del genere, non trovi?» ha perfettamente ragione, ma Liam a quanto pare non è stronzo solo con me, è una sua dote.

«Magari non ha sentito veramente... prova a parlarci.»

«Boh, ora vedo. In ogni caso non vengo oggi», afferma arrotolandosi di più nel letto. È arrabbiata e dispiaciuta e come non contraddirla?

«Allora torno a pranzo qui, invitiamo Ari con noi, e passiamo un pomeriggio solo ragazze. Ci stai?» cerco di farla gioire leggermente.

«Sì! A dopo.»
Un minimo su di morale l'ho sollevata dato il suo sorriso, oppure è brava a mentire come me.

«Scappo», mi allungo per schioccarle un bacio sulla guancia, per poi indirizzarmi verso l'uscita.

Nel tragitto per andare all'università chiamo i miei genitori, visto che non li sento da un po'.
Mia mamma ovviamente le prime domande che mi pone sono riguardanti il mio percorso di studi: "Com'è il college?", "Hai fato qualche esame?", "Ti sei orientata?", "I prof come sono?".
Mio padre invece è più umano. Mi ha chiesto se ho fatto nuove amicizie, come sto e che gli manco un sacco.

Prova a fermarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora