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È davvero possibile
dire a qualcun altro
come ci si sente?
Lev Tolstoj

Il vento gelido mi arruffa i capelli, appena metto piedi fuori dall'università.
Mi stringo il più possibile nel giubbotto, iniziando a percorrere il tratto di gaia per tornare verso i dormitori.

Percepisco il telefono vibrare così lo afferro celermente per scoprire chi mi ha contattato.
Le mani mi tremano appena lo sblocco e quando noto che il mittente è Liam, il cuore accelera, dettato dalle emozioni che quel ragazzo mi procura... anche a distanza.

Da Liam: Ci saresti mercoledì? So che Samantha ha solo due ore di lezione. Gliene potremmo parlare a fine mattinata...

Rabbrividisco, ma mi impongo di non cedere alla paura e di acconsentire.
Sam ha bisogno di sapere tutto quanto. Ogni sentimenti che provo per, ormai, il suo ex.

Rispondo in modo alquanto frenetico, con le dita che fanno quasi male dal freddo.

Da me: Va benissimo. Prima è meglio è. Non ce la faccio a tenermi tutto dentro.

Ed è vero, credo che non ci sia situazione più straziante di vederla piangere, distesa sul letto accanto al mio.

La sua risposta arriva in un nano secondo.

Da Liam: Anche io piccola. Ti scrivo dopo.

Sorrido per quel nomignolo, riponendo poi il cellulare in tasca.

Le mie falcate sono energiche, mentre rifletto su tutta la mattinata che ho affrontato.

Oggi avevo come prima ora sociologia e penso sia stata la lezione più terribile di tutto quest'anno.
Vedere Richard arrivare, ancora con l'occhio gonfio, mi ha percosso. E osservarlo lanciare varie occhiate sprezzanti sulla mia figura non ha affievolito il mio stato d'animo.

Ci sto male a vederlo così, ma lui sembra non capirlo. Mi considera solamente una stronza che ha giocato con i suoi sentimenti.

Be', questo è forse l'unico fatto dove non sono d'accordo.
So che può sembrare il contrario, ma non l'ho preso in giro. Mai.
Tutto ciò che ho vissuto con lui era vero. E mi piaceva.
Perciò non poter star più in compagnia di questo ragazzo meraviglioso ed essere conscia di tale lontananza mi duole.
Probabilmente dovevo comprenderlo fin da subito che per me c'era solo un forte amicizia... niente di più. Almeno non saremmo arrivati a tutto ciò.

Spero davvero che un giorno potrà perdonarci.

Sia a me che a Liam.

Come se tutto ciò non fosse abbastanza, nell'istante in cui sto per uscire dal parco della struttura, scorgo Samantha e Aria sedute sull'erba.

Sto per procedere spedita, ma sfortunatamente la castana mi ha già notato, facendomi segno di raggiungerla.

Sono tentata di scappare, ma so che sarebbe un po' ambiguo, perciò mi costringo ad andare da loro.

Più mi avvicino, più non mi capacito del fatto che Samantha stia fumando.

Mi siedo vicino a loro guardando la castana di sbieco ispirare dalla sigaretta, assorta tra i suoi pensieri.

Non l'ho mai vista farlo.

«Non sapevo fumassi», apro bocca lanciando un'occhiata ad Aria che però non ha intenzione di contraccambiare.

Sam gira gli occhi su di me. Due occhi spenti. «Solo quando sono stressata. Vuoi che mi allontani un po'?» chiede sapendo quanto mi dà fastidio l'odore del tabacco.

Prova a fermarmiOù les histoires vivent. Découvrez maintenant