27. Fotografia e sospetti

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-Ricordatevi che la relazione e le foto del primo mese vanno consegnate entro settimana prossima, buon lavoro!- dice il signor Schmidt, l'insegnante che dirige il corso di fotografia, sventolando la manina, mentre noi ci affrettiamo ad uscire dall'aula.

-Non ci posso credere!-

-Che c'è Bianca? Ti si è di nuovo rotta un unghia?-

Dopo aver lanciato un'occhiataccia a Jacob e al suo sguardo maledettamente perfido, mi rivolgo ad Andrea.

-E' mai possibile che debbano darci dei compiti anche per le attività extracurricolari? Non è già abbastanza che frequentiamo quel maledetto corso? -

Andrea non fa in tempo a rispondere che di nuovo Jacob s'intromette. -Ti ricordo che sei stata tu a scegliere quel corso... O forse lo hai fatto perché c'era qualcuno che ti interessava particolarmente? - aggiunge con sguardo eloquente.

-Ma sentilo! Quello che non ci voleva come amici e che ora non può fare a meno di noi! -

-Va bene, va bene...calmiamoci un pochino, eh. - ci ferma Andrea. Altrimenti chissà per quanto ancora saremmo andati avanti... -Dobbiamo invece farci venire in mente qualche idea per la relazione.-

-Dato che è uno studio sulle luci possiamo andare in un parco o in un giardino- suggerisce Fred.

-Si potrebbe fare a casa mia...- butta lì Jacob.

Tutti e tre lo guardiamo un po' sbigottiti. Jacob? Il ragazzo riservato e amante della strafottenza che ci invita allegramente a casa sua? Per fare i compiti?

C'è qualquadra che non cosa.

-Che c'è?- chiede alzando i palmi verso l'alto.

-Niente, niente.-

Il ragazzo ci guarda un po' scettico, poi si allontana con lo zaino che gli penzola da una spalla, probabilmente arrendendosi davanti all'impresa di capire le nostre menti troppo complesse che si fanno troppi complessi.

***

Tre giorni dopo, tre colpi ravvicinati e uno dopo un istante, mi fanno capire che quella che sta bussando alla mia porta è Andrea.

-Si vieni!- le urlo mentre mi allaccio le scarpe e prendo uno zaino con un cambio.

-Pronta?-

-Sì ci sono quasi. Fred e Jacob?-

-Anche loro dovrebbero essere pronti, ci aspettano all'ingresso.-

Troviamo i due al pian terreno e insieme ci avviamo verso una berlina nera; saliti sulla vettura usciamo dai cancelli della Lobeerkranz e ci dirigiamo verso il Lorenzpalast a più di centoventi chilometri dall'accademia.

Alla fine abbiamo accettato l'invito di Jake e staremo a casa sua per il weekend, dato che sicuramente non riusciremo a fare tutto nelle poche ore libere che abbiamo durante la settimana.

Dopo quasi tre ore ecco che l'auto si ferma davanti a un enorme palazzo, molto diverso dal Königlicher Palast, ma in un certo senso c'è qualcosa che li accomuna.

Anche se il giardino è molto curato, è l'ombra a dominare il prato, quasi interamente ricoperto da pini altissimi. La vegetazione ricopre anche una grande porzione della facciata della villa, e tra l'edera verde e rossiccia si intravede un il muro non bianco, ma annerito dal tempo.

Solo le alte vetrate sono lasciate scoperte dai rampicanti, ma mentre quelle della reggia di Papierwald sono contornate d'oro queste non sembrano vedere uno straccio da anni.

Eppure Jacob aveva ragione: se si guarda l'intero cortile e il giardino alla luce di un sole come quello di oggi l'atmosfera è fantastica.

Nonostante questo ad una prima occhiata possa sembrare un luogo quasi abbandonato, in realtà è meraviglioso.

Royal SecretsWhere stories live. Discover now