12. Guerra, cetrioli e sua Maestà

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In quel momento mi accorgo che il cellulare segna le quattordici e ventotto.
Ho esattamente due minuti per trovare l'entrata in questo intrico di scale e corridoi.

Arrivata a metà corridoio -avevo già scoperto dov'erano le scale- mi ricordo che non ho chiuso a chiave la porta. Ritorno sui miei passi, rientro nella camera e noto un mazzetto di chiavi sulla scrivania.

Ma che cavolo ci faccio con tutte queste?!

Ne provo una ad una e ovviamente quella giusta è l'ultima; a quel punto mi fiondo in fondo al corridoio e scendo le scale.

Beh, a quanto pare non c'è solo un piano.

Nella fretta di scendere anche gli altri gradini vado a sbattere contro qualcuno: una donnetta mi guarda indignata mentre balbetto qualche scusa e cerco di raccogliere i fogli che sono volati dappertutto.

-Lasci stare- dice con tono seccato quella e mi prende di mano il plico di carta.

Non ho nemmeno il tempo di arrabbiarmi.

Scendo finalmente lo scalone in marmo della hall e, senza fiato, mi trovo faccia a faccia con Käthe.

Dapprima sembra voler fare un commento spregevole sui miei capelli disordinati o qualcosa del genere, ma a quanto pare un minuto di ritardo e un po' di scompiglio con una signora sono tollerabili.

O forse no.

Con un'espressione di altezzosa severità si dirige verso una porta sulla destra dell'entrata.

-Ecco. Questa è la sala da pranzo- E comincia a elencarmi gli orari di tutti i pasti, quando posso richiedere il servizio in camera-A proposito io avevo chiesto qualcosa da mangiare e Käthe ha detto che me ne avrebbero portato...vi siete per caso persi?!-e quando mi è concesso “chiedere viveri o bevande al di fuori degli orari stabiliti.

Ma voi siete tutti fuori di zucca! Sono la dannata nipote di una coppia di reali, miseriaccia! Non posso neanche mangiare quando mi pare e piace!

Ovviamente la sala da pranzo è enorme, con un lunghissimo tavolo di legno massiccio ed elegante, ricoperto da una tovaglia ricamata che deve costare più del mio computer.

Anche qui dal soffitto pende un enorme lampadario in cristallo che illumina l'ambiente più di quanto già non faccia la vetrata simile a quella nello studio.

Noto una porticina seminascosta che dovrebbe dare sulla cucina. Magari un giorno di questi ci farò un salto…sempre se riesco a ricordarmi la strada….

Käthe mi mostra -sempre camminando impettita e senza mai rivolgermi uno sguardo tagliente- anche la grande biblioteca privata di Sua Maestà, in fondo ad un ampio corridoio al piano terra; vicino c'è un enorme salone, il Tanzsaal (N/A =sala da ballo), dice che si chiama, grande almeno il triplo del mio salotto a San Francisco.

Sembra che tutto sia dorato, dai battiscopa al soffitto, da cui pendono due enormi candelabri, immancabilmente d‘oro.

-Il Tanzsaal è una delle stanze più importanti della reggia, qui si svolgono le principali balli di corte e, a volte, anche gli incontri formali con altri sovrani e figure d'alto rango. Sicuramente è non il suo habitat, giusto?- Mi fingo cordialmente sorpresa dalle parole della biondina anche se non vorrei far altro che interrompere questo stupido tour con un bel pugno in faccia all’inopportuna segretaria di mio nonno.

-Come scusi?-

-Stavo dicendo- dice assottigliando le labbra dalla rabbia. -Che questo non è per niente il luogo adatto a lei.-

Royal SecretsWhere stories live. Discover now