19. Latino e pile di libri

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Dopo avere passato praticamente tutta l'ora del tempo libero con la faccia di Andrea premuta contro la mia spalla per la disperazione della sua figura di merda fatta con Frederick, decido di farmi accompagnare in camera dalla mia amica depressa, per controllare che corsi dovrò frequentare questo pomeriggio.

Arrivate davanti alla porta della stanza numero 94, faccio girare la chiave e mi avvicino alla scrivania, mentre Andrea si butta a faccia in giù sul letto con la grazia e l'eleganza tipiche di Malia Tate.

-Finirai soffocata dai cuscini se non ti alzi di lì- la ammonisco mentre cerco i libri e i quaderni di Latino, Storia dei regni e Economia reale.

-Meglio morire soffocata che essere considerata una pazza ossessiva da Frederick Wolfe.-

-Guarda il lato positivo, almeno ti considera e non sei più invisibile per lui.- Infilo tutto in una borsa di tela bianca con lo stemma dell'accademia.

-HAI RAGIONE!- urla tutto d'un tratto la mia amica, mettendosi a sedere sul materasso con tutti i capelli scompigliati.

-Avanti,andiamo.- Usciamo tutte e due e chiudo la porta della mia stanza,dove siamo venute finito il pranzo.

-La prossima volta che lo vedi puoi chiedergli cosa pensa di me?- mi domanda Andrea mentre scendiamo le scale e ispeziono la piantina della scuola in cerca dell'aula di Latino.

-Certo... Ora potresti aiutarmi a cercare la mia classe?-

-La classe di Latino è la 13, ti accompagno, abbiamo il corso in comune.-

***

Io e Andrea prendiamo posto in terza fila centrale e mi guardo intorno nervosa in attesa che arrivi la professoressa. Andrea stringe la mia mano percependo la tensione, mentre gli ultimi ritardatari si siedono ai loro banchi.

Sposto lo sguardo davanti a me e con orrore e stupore noto che in prima fila è seduto il mio stalker personale.

-Oh no. C'è il nanetto dai capelli unti- sussurro all'orecchio di Andrea

-Chi?Johannes? Ah già, mi ero dimenticata di dirti questo insignificante dettaglio.-

Nel frattempo entra la professoressa e ci alziamo.

-Non mi sembra poi così insignificante questo particolare!- bisbiglio arrabbiata mentre tutti salutano l'insegnante.

-Basta che non ti noti e poi andrà tutto bene...- risponde la rossa, una volta sedute.

-Bene,vedo che abbiamo qui una nuova aspirante principessa. Prego signorina, si presenti alla classe- la voce della professoressa mi fa sobbalzare, mentre sono costretta ad alzarmi in piedi con tutti gli occhi puntati addosso.

-Sono Bianca Anastasia Ell-Meier- correggo il mio cognome come mi è stato detto di fare dai nonni prima di partire: d'ora in poi il mio cognome è quello della famiglia reale. -E mi sono appena trasferita da San Francisco. Sono la nipote di Ezra IV e Margaret Meier, sovrani del regno di Papierwald-

Dalla prima fila Johannes mi sorride mettendo in mostra tutta la ferraglia che ha in bocca e si passa una mano nei capelli grassi, ma cerco di ignorarlo e mi metto a giocare nervosa con il nastrino rosso legato al mio polso.

-Benvenuta Signorina Meier, io sono la professoressa Weber e come presumo già tu sappia, insegno latino. Detto ciò, direi che possiamo iniziare la lezione. Aprite il libro a pagina...-

La prof non fa in tempo a finire la frase che la porta dell'aula viene spalancata e un ragazzo dai capelli corvini fa il suo ingresso nella classe. Non indossa la divisa della scuola, ma una giacca di pelle nera, maglietta dei Rolling Stones, jeans strappati e converse. Il ragazzo si avvicina alla cattedra e si mette a parlare fitto fitto con la Weber, mentre ognuno inizia a bisbigliare con il compagno di banco.

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