16. Telenovelas spagnole e fossette

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Se avete voglia passate dall'angolo autrici, 

c'è un ringraziamento speciale!!!

Buona lettura💖

Cento metri. Cento stramaledetti metri che mi separano dalla mia nuova scuola.

Cento metri dalla mia nuova vita.

Lancio un'occhiata al nastro rosso, come per assicurarmi che la mia famiglia e le persone a cui tengo siano vicino a me, strette al mio polso, e mi preparo psicologicamente a scendere dopo che il signor Fisher, con una manovra da manuale accosta proprio davanti a quello che dovrebbe essere l'ingresso della scuola. 

Figo,così mi guarderanno tutti. Solo a pensarci mi viene voglia di darmi un facepalm. Un facepalm così forte da farmi uscire il sangue dal naso e morire dissanguata. 

Ok Bianca... ora respiri e la smetti di farti fil mentali su come potresti morire.

-Signorina Meier, non esiti a chiamare per qualsiasi problema. Mi è stato riferito che sua madre intende chiamarla stasera sul telefono della vostra stanza personale alle 21 precise di sera. Sia puntuale mi raccomando. E si comporti in modo "elegante e raffinato" come le hanno rammentato Sua Maestà il Re e la Regina. La attendiamo al Königlicher Palast per il fine settimana, sempre se sarà di vostro gradimento rientrare sabato e domenica. Arrivederla.- 

Così mi saluta Käthe, seduta al posto del passeggero, mentre aspetto che il signor Fisher mi apra la portiera dell'auto (anche se potrei benissimo farcela da sola).

Ho una paura assurda. Non sono una cagasotto, ma non oso immaginare gli sguardi della gente. In questa città tutti sanno chi sono. Anzi in questo regno, tutti sanno chi sono.

-Che fa, non scende?- si rivolge a me l'autista dopo aver visto che non accenno a scollare il mio didietro dal sedile di pelle nera e lucida, che in questo momento mi sembra incredibilmente comodo.

Ho pure creato il mio posticino caldo, devo proprio andarmene?

Mi alzo a malavoglia e mi ritrovo a lisciarmi delle pieghe inesistenti della gonna dell'uniforme. Nel frattempo il signor Fisher toglie il mio trolley (rigorosamente rosa con lo stemma dell'Accademia) dal bagagliaio e me lo porge.

Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo per calmarmi. 

Ce la posso fare. Bianca Ellis, tu ce la puoi fare.

Rivolgo il mio sguardo verso l'ingresso della scuola: un prato verde e tagliato perfettamente è percorso qua e là da sentieri di ghiaia senza nessun sassolino fuori posto. Di fronte a me c'è un grande cancello di ferro, decorato con motivi eleganti e al disopra del quale campeggia la scritta "Lorbeerkranz, eleganza e determinazione".

Con un brivido che mi attraversa la schiena mi avvio verso il portone principale e nel frattempo osservo tutti gli studenti in uniforme che chiacchierano tranquillamente all'ombra dei grandi alberi nel giardino soleggiato.

Noto una signora sulla cinquantina avanzare verso di me, stretta nel suo impeccabile tailleur grigio e con in mano una cartellina portadocumenti.

-Buongiorno Signorina Meier e benvenuta all'Accademia per principesse e principi Lorbeerkranz. Io sono, come lei già sa, Frau Bauer, la preside di questo prestigioso istituto.-

-Salve Frau Bauer, è un onore essere qui e rappresentare al meglio la famiglia Meier.- Ripeto la frase che mi è stata detta di dire dai miei nonni appena fossi arrivata in Accademia...

Royal SecretsWhere stories live. Discover now