37. Pessimo padre e sagome scure

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Dopo la grande rivelazione, lancio un'occhiata a Jake che mi sta stritolando la mano in un tentativo disperato di aggrapparsi a qualcosa per non cadere nel baratro.

-Tu mi hai mentito. Per tutto questo tempo...-

-L'ho fatto per il tuo bene.- dice Kristoff

Restiamo tutti e tre un attimo in silenzio, senza dire nulla, ancora troppo scossi per proferire parola.

-Quindi...cosa c'entra il rapimento di Andrea? Dovevi rapirla per conto di questo capo dell'Organizzazione? - chiede il corvino seduto al mio fianco, rivolgendosi al padre, che dopo qualche istante, si passa la mano destra fra la chioma e sospira.

-Sì. L'ho rapita io.- ammette.

-Per quale motivo? Perché avresti dovuto fare una cosa del genere?!-

-Non so il motivo preciso perché lui mi abbia ordinato di rapirla, non me lo ha voluto dire. Mi ha ricattato. Cerca di capirmi, Ja-

-Cercare di capirti? CERCARE DI CAPIRTI?! Mi chiedo come faccio ancora a guardarti in faccia dopo che mi hai tenuto nascosto che Michelle, la donna con cui sono cresciuto e che consideravo mia madre, non è mia madre affatto e che quella che dovrebbe essere la mia vera mamma è morta a causa mia!- sbotta Jacob.

-L'ho fatto per te. Ho fatto tutto questo per te.-

-E certo, mi hai portato via una delle tre uniche persone nella mia vita che mi rendono felice. Bravo, complimenti.-

-Se non avessi rapito la tua amica...tu non sai le cose che è capace di fare quell'uomo...-

-Non mi interessa! Non avresti dovuto rapire Andrea! Come non avresti dovuto uccidere Michelle!-

-LUI TI AVREBBE UCCISO! Io non voglio perderti come è successo con Heidi e mio padre-

A questo punto gli occhi di Jacob si riempiono d'odio, un sentimento che proprio non gli appartiene. Lascia la presa sulla mia mano, scatta in avanti, afferra Kristoff per il colletto della camicia e lo immobilizza contro il muro, mentre Fred e io cerchiamo di trattenere la sua furia, per quanto ci è possibile.

-Tu almeno lo hai avuto un padre. Io sono solo da tutta la vita.- sibila Jacob col volto a 5 centimetri di distanza da quello del signor Lorenz.

-Jake io...-

-Jake un cazzo!- urla il mio amico e tira un cazzotto che sfiora il volto di Kristoff e che va a finire contro il muro, lasciando una crepa nella vernice bianca che riveste le pareti della stanza -Mai un gesto che mi dimostrasse tutto l'amore che dici di provare nei miei confronti, mai una parola di incoraggiamento, una pacca sulle spalle...niente. Tutto il giorno chiuso in questo dannato ufficio, troppo preoccupato a "lavorare" anche solo per dedicare cinque minuti del tuo prezioso tempo al tuo unico figlio.- poso cautamente una mano sulla spalla di Jake, e lo sento tremare sotto il mio tocco.

-Jacob, per favore...- dice Kristoff, visibilmente ferito dalle parole aspre del corvino

-Per favore cosa? Cosa? So di essere un ragazzo difficile. Ma non hai mai provato a chiederti il perché dei miei comportamenti? Perché me ne strafotto delle regole e finisco sempre nei guai? Lo sai perché, Kristoff?!- urla Jake, e poi respira a fondo, dopo aver mollato la presa sul padre, io e Fred sempre dietro di lui. –Per provare a suscitare una tua minima reazione o interesse nei miei confronti. Per sentirmi dire "Jacob Lorenz smettila di fare cazzate" piuttosto che vederti stare zitto, senza degnarmi di uno sguardo perché sei troppo impegnato nei tuoi affari.-

Le parole di Jacob mi colpiscono nel profondo. È per avere delle attenzioni da parte di suo padre che fa il duro e spesso, troppo spesso, trasgredisce le regole. Solo per ricevere attenzioni e amore.

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