25. Pancreas, giurare e spergiurare

3.2K 224 72
                                    

-A, cosa abbiamo ora?-

-Io ho equitazione, mentre stando al tuo orario passerai le prossime due ore in compagnia di... rullo di tamburi... Storia dei regni!!!-

-Oh dei! Stai scherzando spero...-

-Nient'affatto amica mia.- E così dicendo, con il suo caschetto da cavallerizza provetta, si dirige verso l'uscita dell'edificio.

-Non sei una vera amica! Altrimenti avresti fatto qualcosa per cambiare il mio orario!-

***

La mia mano è da più di mezz'ora appoggiata mollemente al mento; dalle mie labbra penso stia colando della bava e credo che dei piccoli umpa-lumpa abbiano appena posizionato un secchio ai miei piedi per raccogliere la saliva. Inoltre essendo stata per almeno due minuti a fissare disperata il mio armadietto, sono arrivata tardi a lezione. Proprio per questo sono inciampata in un banco -vuoto fortunatamente- e sono finita rovinosamente a terra. Quindi oltre al resto, anche i miei capelli sono messi piuttosto male, aggrovigliati e crespi.

Ottimo, no?

Devo interrompere la mia opera di autocommiserazione perché qualcuno è appena piombato nell'aula, senza bussare. Il signor Fisher alza lo sguardo occhialuto sul nuovo arrivato, con la bocca sdentata semi aperta.

-Oh... Uhm... Signorino Lehmann è in ritardo.-

-Esatto. Quello sbagliato è il mio cognome. Se lo ricordi, è Lorenz, L-O-R-E-N-Z; semplice, no?-

Il professore non sembra nemmeno farci caso e continua imperterrito a parlare, gobbo sul suo libro. Intanto Jacob ha preso posto nel banco in cui sono inciampata poco prima e ha allungato le gambe, mettendosi comodo.

-Ehi, Jacob- sussurro nella sua direzione.

-Che vuoi?- mi risponde lui con un tono di voce annoiato, senza degnarmi di uno sguardo.

-Perché sei arrivato così tardi?-

-E' qualcosa di così strano?-

-No, ma di solito non ritardi così tanto.-

-Be' avrò avuto una buona ragione per farlo.- E questa volta si gira contrariato verso di me, rivolgendomi uno sguardo che mi farebbe venire voglia di tirargli un pugno in faccia. Detto questo il signorino ritorna alla sua posizione precedente, chiude gli occhi e, ci scommetto la mia felpa di Beacon Hills, inizia a sonnecchiare.

Non si sonnecchia quando si sta parlando con Bianca Ellis.

-Jacob- sussurro di nuovo. Eppure il ragazzo non muove un muscolo.

Brutto menefreghista di un Lorenz...

-Jacob!- ritento, ma è un tipo davvero ostinato.

Capisco che con le buone non otterrò che del silenzio, così passo al piano B. Strappo qualche pagina dal mio blocco di appunti e ne faccio una pallina di carta -non tanto pallina a dire il vero, più delle dimensioni di una grossa mela. Mi assicuro che il signor Fischer non stia guardando -ma potrei considerarlo il minore dei problemi- e scaglio la mia arma dritta sulla nuca del mio non-amico.

-Ma che cazz...!- Vedo Jacob massaggiarsi il dietro del suo collo, mentre si gira con aria contrariata verso di me. -Questa me la paghi Ellis- dice con gli occhi verdi semichiusi, con un'espressione di sfida così palese che mi verrebbe da ridergli in faccia. Ma l'occasione per ridere a crepapelle giunge poco dopo.

Ecco come sono andate le cose nei seguenti trenta secondi.

Vedo Jacob provare a lasciare il suo banco, ma, essendo piuttosto alto, nel momento in cui si alza, inciampa nella gamba della sedia. I suoi occhi di giada si spalancano mentre porta le mani avanti per mantenere l'equilibrio, ma troppo tardi, la sua caduta è imminente. Subito dopo si sente un tonfo e un rumore metallico e il povero signorino Lorenz si ritrova spiaccicato per terra, proprio davanti a me. Sento una sorta di tensione: nessuno in classe sa se trattenersi o meno dato che si tratta di quel Jacob Lorenz.

Royal SecretsWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu