53.

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Alba del quarto giorno senza Maya.

Ivan era alla finestra della sua stanza e guardava la luce dorata iniziare a spandersi lentamente sulle cime innevate con sfumature rosate.
Non pensava.
Si concentrava solo sulla luce, sulla calma, sull'inizio di quella giornata.
Non si accese nemmeno la sigaretta canonica,era sveglio da due ore e tutto ciò che aveva fatto da allora era stato guardare dalla finestra.

Poteva essersi sbagliato così tanto?
Aveva davvero scommesso e perso così miseramente?
Non ci pensava, ormai.
Era solo ipnotizzato dall'esterno, per qualche motivo.

Quando il sole fu decisamente spuntato all'orizzonte, si riscosse.
Si tolse la vestaglia e andò sotto la doccia pensando "al diavolo".
Cerco' di lasciare che l'acqua bollente lavasse via il languore che gli si era incollato addosso e fece partire la sua giornata.

Indosso' solo un maglione di cachemire sulla pelle nuda e un paio di pantaloni cargo.
Guardandosi allo specchio prima di uscire cercò di togliersi anche quel velo di tristezza che vedeva in fondo ai suoi occhi prima di aprire la porta e scendere.

La scalinata era lucida, l'edificio caldo e silenzioso come sempre, ma qualcosa stonava.
Ivan si guardò attorno, ai piedi della scala.
Le porte della sala da pranzo e della biblioteca erano aperte e solitarie ma lui sentiva una corrente di aria fredda investirlo.
Un rumore leggero lo fece voltare verso la biblioteca.

Si fermò sulla soglia mentre senti' il sangue fermarsi nelle sue vene.
Una figura sporca, arruffata e completamente nuda era entrata dalla porta finestra accanto al fuoco portando con sé l'aria gelida che aveva sentito e un forte odore di terra e selvatico.
Si muoveva lentamente, ma con passo tranquillo e Ivan capi' chi era nel momento in cui vide che stringeva i suoi vestiti puliti nella mano destra.

Maya continuo' a camminare guardando avanti, senza mostrare il minimo interesse o pudore.
I suoi occhi erano uno spiraglio che si apriva in mezzo al terriccio di cui era ricoperta, ma erano arrossati e stanchi.

Arrivata davanti alla porta si fermò perché lui le sbarrava il passo.
Le fu sufficiente guardarlo negli occhi e, senza una parola, Ivan si scanso' per lasciarla passare.
Mentre lo superava si accorse del suo odore fresco, di docciaschiuma, del suo calore e soprattutto del suo battito cardiaco notevolmente accelerato.
Non percepiva odore di sigaretta però, strano.

Girando parzialmente la testa sulla spalla disse: "Potrei avere la colazione in camera, per piacere?"

"Certo" rispose lui telegrafico, ricomponendosi.

Ci vollero due passate di bagnoschiuma e tre di shampoo perché Maya tornasse ad avere un aspetto umano.
I capelli poi, erano un diverso affare: erano così annodati che fu presa dalla smania.
Guardandosi allo specchio con gli occhi arrossati, apri' il cassetto sotto al lavandino e vide un enorme paio di forbici.
"è giusto" pensò "se si deve cambiare vita, cambiamo anche aspetto, allora" e diede due colpi di lama decisi.

Senza nemmeno guardarsi troppo raccolse i capelli dal lavandino e dal pavimento per buttarli nel water e senza ulteriori indugi, scarico' via tutto.

Ad attenderla nel tavolino vicino al letto c'era un elegante vassoio nero, enorme.
Vi si butto' sopra senza vestirsi, scoperchiando piatti e mettendo in bocca tutto quello che poteva senza distinzione.
Frutta, carne a carpaccio, crudite' di verdure e perfino un piccolo budino di riso e mele finirono ingoiati senza pause e senza essere assaporati.

Alla fine torno' in bagno per lavarsi le mani e la faccia sporchi di cibo.
I capelli iniziavano ad essere asciutti.
Si scruto' con la bocca e le mani gocciolanti con la tranquillità data dalla pancia piena: non aveva fatto un brutto lavoro.
La frangia, un caschetto spuntato e disordinato che arrivava sotto le orecchie era quello che intendeva e non era proprio l'immagine che le restituiva lo specchio, ma pazienza.
Era davvero troppo stanca.

Trovò il letto prima di preoccuparsi di trovare un pigiama o perfino un paio di slip.
Il silenzio della camera insonorizzata apposta per lei la ingoio' e la cullo' in un sonno esausto e senza sogni.

Le linee paralleleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora