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Maya era confusa.
Guardava alternativamente Giordano e Glauco come a una partita di tennis.

"Ditemi se ho capito bene" iniziò Glauco "Maya muta in un gufo da quando era piccola vero? E scommetto che se l'altro giorno non era la prima volta le era capitato davvero poco di mutare anche in lupo." continuo' stringendole la mano "ma voi non vi aspettavate nemmeno il gufo, no? Per quello la tenevate così nascosta e controllata.
Avevate paura che..."

"Si, grande sensitivo, sì!! " urlò Giordano passandosi una mano sulla fronte s girandosi verso il camino acceso.
Si sedette in una sedia davanti al fuoco mettendo le braccia conserte e dando le spalle.

Maya era muta e con la bocca aperta.
Prese la mano di Glauco con entrambe le sue mentre si metteva a sedere sul divano fissando la sagoma di un uomo conosciuto da una vita e che le sembrava estraneo.

"Perdonami. Perdonatemi. Avete ragione, lei deve sapere, date le circostanze."
Sembrava invecchiato di dieci anni, mentre si alzava e sistemava la sedia mettendosi davanti a entrambi, con le mani giunte.

"Noi siamo una razza in via di estinzione" disse guardando Glauco con occhi gentili, quasi a scusarsi
"Molti di noi, anzi quasi tutti, odiano la nostra condizione.
Negli anni molti morivano soli e senza eredi o in casi estremi, procreavano con umani normali... Ma c'era il tacito obbligo di non procreare fra noi, perché.. Beh... Già era dura, insomma... Voleva dire rafforzare la...maledizione." disse guardando entrambi per timore del peso dell'ultima parola.
"Solo mio padre non la pensava cosi. Lui... Pensava che rafforzare la specie fosse la chiave per sopravvivere..." e guardò Maya.

Lei era attonita.
"Tu...cosa?!"
Glauco rinnovo' la stretta.
" Io e tuo padre, pensavamo di proteggerti, tesoro. Lo abbiamo fatto solo per questo, devi credermi" disse mettendo le mani sulle ginocchia e abbassando il capo.
"Sono tuo nonno" disse con gli occhi lucidi.

Maya si alzò in piedi e corse su per le scale.
"Mi dispiace" disse Glauco con un filo di voce.
"No, no...non è colpa tua. Era arrivato il momento che sapesse, visto quello che le è successo, poi" lo rassicuro' mettendogli una mano sulla spalla.
"Ora la raggiungo, scusaci" e salì le scale con improvvisa fatica nei movimenti.

Maya stava raggomitolata sul suo pagliericcio sotto la finestra, stringendo le ginocchia al petto, coricata su un fianco.
Giordano si sedette cauto dall'altra parte della stanza, per mantenere le distanze: era un segno di rispetto, sapeva che lei aveva bisogno di spazio.

"Quando io e mia sorella eravamo piccoli, ci fu detto che eravamo lupi, di razza pura. Che la nostra mamma se ne era andata dopo che eravamo nati per andare a morire da sola da qualche parte.
Mia sorella non sopportava la sua doppia natura e appena nostro padre è morto, non è mai più mutata. Lei voleva essere una persona normale a tutti i costi.
Devi comprendere che questo 'dono' porta molti di noi allo squilibrio e alla pazzia, non tutti riescono a gestire due diverse nature senza sceglierne una e odiare l'altra. È come essere in guerra con se stessi, sempre.
Ma vedi, siamo tutti lupi.
Io ebbi tuo padre per errore, da una donna umana tossicodipendente che veniva qua in una comunità vicina.
Lo tenni io perché lei non ne voleva sapere e lo crebbi pensando che il suo dna fosse diluito e forse.... Avrebbe avuto una speranza di vita quasi normale.
Muto' la prima volta a 13 anni...che è molto tardi.
Ero fiducioso che gli sarebbe successo di rado.

Poi, quando ebbe vent'anni... Conobbe questa ragazza. Era una nomade, si fermò qui solo per un paio d'anni affittando la cascina vicino alla cascata bassa... Ed era una mutaforma.
Lo sentii dall'odore, anche se era strano, mai sentito.
Era strana anche lei, con quelle sfere di cristallo i vestiti cuciti da sola e quel camioncino dipinto.
Si guadagnava da vivere prevedendo il futuro, diceva lei, ma in realtà era una ciarlatana, una hippie che viveva di elemosine.
Adesso li chiamano spiriti liberi.
Beh, tuo padre se ne innamorò.
Io mi opposi e chiaramente ottenni solo l'effetto contrario.
Nel giro di un anno era incinta, ma alla tua nascita ci furono dei problemi.
Noi raramente andiamo in ospedale, così... Beh... Morì. Nel giro di poche ore dal parto.
Tuo padre tornò da me, pazzo di dolore e io che potevo fare?
Gli dissi che stavolta dovevamo fare le cose per bene.
Se voleva tenerti, doveva isolarsi e non rischiare di passare quello che avevo passato io con lui.
Eri la luce dei nostri occhi.
Quando mutasti la prima volta, a 6 anni...noi fummo esterrefatti.
Ci aspettavamo un lupo, e invece tu...eri un gufo.
Puoi immaginarti il nostro sgomento.
Un piccolo gufo che volava di qua e di là con due familiari senza ali che correvano a destra e sinistra come forsennati per tenerti d'occhio" e rise a quel ricordo, con gli occhi velati di lacrime.
"Poi un giorno, da adolescente, ti proibimmo di andare a una festa, una sera. La facevano in un campeggio qua sotto, e noi non potevamo permetterti di andare.
Tu ti arrabbiasti e...ti trasformasti in lupo.
Ma è stata l'unica volta."
Concluse mesto.

Maya aveva ascoltato tutto con attenzione,ma non mosse un muscolo.
Doveva metabolizzare tutte quelle novità, ma in quel momento pareva non averne la forza.
Giordano prese una coperta, gliela butto' addosso e uscì dalla stanzetta lasciandola nel buio della sera.

Le linee paralleleWhere stories live. Discover now