15.

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Quando Maya spense il motore era buio,erano circa le 22.
Aveva parcheggiato ancora più lontano,stavolta, avrebbe percorso una strada diversa a piedi per tornare a casa.
Chiuse l'auto,mise lo zaino in spalla,tirò su il cappuccio del parka nero e si avviò di buon passo.

Le decisioni prese erano pesanti come macigni nella sua testa, ma sospirò e cercò di tenere a bada i nervi mentre camminava a testa bassa attenta a non incrociare lo sguardo con nessuno e rasente al muro, come al solito.

Poco prima del suo palazzo fece una sosta in un minimarket indiano aperto 24/24 per comprare un po' di frutta: in forma animale poteva bastargli la carne cruda,ma in quella umana aveva bisogno anche di vegetali e fibre.

Arrivata sotto casa aprì il pesante portone di legno con la chiave,ripassando mentalmente il suo piano per rinfrancarsi, entrò e si appoggiò un secondo ad esso.
Calmo' il respiro,si tolse il cappuccio aruffandosi la frangetta e controllo' la cassetta della posta.

Salì piano le scale mentre ascoltava: al primo piano l'anziana signora Baroni stava dormendo davanti a un programma tv, e al secondo piano,purtroppo Glauco era in casa.
Ok,era arrivato il momento,forza,si disse.

Arrivata davanti alla sua porta, fece un respiro profondo,si sistemo' i capelli e poi pensò che poteva farsi una doccia,prima,accidenti. Sicuramente puzzava di stagno e i suoi capelli dovevano essere pieni di terriccio.
Ok,fece dietro front e tirò fuori le chiavi di casa.
Cercò di fare pianissimo,ma quando diede il primo giro di chiave,Glauco si affaccio' alla porta.
Pareva stranamente sobrio ed emanava odore di bagnoschiuma da sotto la camicia azzurra stropicciata aperta sul collo; i suoi capelli scuri erano ancora umidi sopra le orecchie.

'Sei tornata...ciao.'disse mettendosi le mani nelle tasche dei jeans con fare imbarazzato. In fondo erano quasi 6 mesi che non si parlavano.
'Ehi...'
'Tutto bene? Hai sentito il mio messaggio dell'altro giorno?' chiese mentre imbarazzato guardava le punte delle sue pantofole nere.
'Uh? Messaggio?'fece Maya sperando che lui non si avvicinasse abbastanza da vedere i suoi capelli sporchi.
'Si,io...mercoledi sera,cioè notte,io...ti ho lasciato un messaggio in segreteria. E fino a oggi il tuo telefono era sempre spento,ecco...beh,non l'hai sentito?'
A Maya sembrava crudele mentire così, specie guardando i suoi occhi dolci e scuri come il cioccolato.
Ma doveva farlo.
'Oh...ah,sono partita mercoledì sera per la clinica e ho perso il cellulare. Probabilmente mi è caduto dalla borsa quando ho caricato la macchina,credo. Comunque ne ho uno nuovo con un altro numero,io non...riavere il mio vecchio numero comportava stare molto tempo fuori...sai,al negozio...quindi...' disse strofinandosi la fronte con due dita mentre con l'altra mano mostrava un cellulare nuovo con una cover blu notte.
'Ah,oh,certo. Immagino,sì,per te non è facile...va bene...'
'Ma il messaggio cosa riguardava?' chiese ostentando ingenuità a tutti i costi.
'No,niente,guarda...una sciocchezza' balbetto' poco convinto guardandola cercando di abbozzare un sorriso di circostanza 'piuttosto,stai bene? Cioè tutto bene...voglio dire...alla clinica?'
'Mh,si,dai,come al solito.' Disse rimettendo la mano sulla chiave.
Per qualche attimo entrambi si guardarono come se si guardassero attraverso uno specchio annebbiato, mentre nessuno trovava una buona battuta d'uscita.
'Beh,poi,insomma,se vuoi...'esordì Maya.
'Si!...cosa?' Fece lui.
'No,dicevo...se vuoi,ti darò il mio nuovo numero...per beh...in caso di emergenza...'fece,arrossendo fino alle orecchie.
'Certo,certo,non si sa mai. Certo'
'Ok,da,allora vado. Buonanotte...'
'Anche a te.'disse indietreggiando fino alla sua soglia.

Una volta chiusa la porta di casa, Maya si lasciò crollare a terra incrociando le gambe.
'Ok,è andata bene' pensò inspirando e massaggiandosi il collo con le mani,scoprendo anche altri grumi di sabbia sulla nuca.
'In fondo mentire non è difficile',si disse,'anzi,dovrei decisamente prenderci l'abitudine'.
Poi si rialzo' decidendo che la doccia era la cosa più urgente in quel momento: forse sarebbe servita a scacciare quel sottile senso di ansia residuo.

Chiuse la porta a chiave, iniziò a spogliarsi mentre andava in bagno e in pochi attimi era già sotto una scrosciante doccia gelata.
Si insapono',sciacquo' e poi alzando leggermente la temperatura, stette immobile sotto il getto cercando di rilassarsi.
Ma c'era qualcosa che non andava.

Dentro di lei sapeva che qualcosa non andava,ma cosa?

Le linee paralleleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora