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Maya si fermo' dietro alla fontana per coprire parzialmente il suo corpo nudo.
Era pervasa da un'emozione che gli scorreva nelle vene come cioccolato caldo e allo stesso tempo era pronta a ricevere uno sguardo schifato o atterrito.

Ma negli occhi castani scuri che la guardavano c'era solo uno stupore attonito, incredulita' e...un qualcosa d'altro che non seppe definire.
Dopo qualche minuto di stasi passato a guardarsi negli occhi per lasciargli il tempo di assorbire lo shock, timidamemente, supero' Glauco a passi lenti e misurati si diresse dentro, puntando alla doccia.

L'acqua calda le tolse la terra e lo sporco di dosso, ma non riusciva a lavare via anche la sua eccitazione.
Si era rivelata, del tutto.
E non poteva tornare indietro.
Alzo' il mento chiudendo l'acqua e prendendosi un secondo per prepararsi, espirando il vapore residuo.

Appena apri' il vetro, si accorse che lui le aveva appeso l'asciugamano vicino e il suo zaino stava appoggiato alla panca poco distante.
Sorrise.

Si asciugo' i capelli con la salvietta, indosso' slip, calzini, jeans e una pesante felpa col cappuccio.
Senza far rumore ando' nel piccolo salotto, notando che Glauco aveva lasciato le luci spente e il divano su cui la stava aspettando era illuminato fiocamente solo dalla lampada del giardino.

Si sedette, guardandolo, sul divano di fronte e lui la fisso' di rimando.
Aveva uno sguardo tranquillo e Maya poteva sentire il suo cuore battere con ritmo abbastanza tranquillo.

Questo la fece rilassare.
Tiro' un respiro e giro' la testa verso il giardino mettendo le mani sotto le cosce e mettendosi piu' comoda fra i cuscini candidi.

"Ho sempre vissuto non troppo distante di qua" inizio' con voce ferma e tranquilla, cosi' felice di poter raccontare di se' che le parole le uscivano fluide e senza sforzo dalle labbra " Eravamo solo io e mio padre. Mia madre mori' poco dopo avermi dato alla luce, mi hanno detto per via di un parto particolarmente difficile."

" Sono cresciuta con mio padre, in una casa in mezzo al bosco.
Non avevamo acqua corrente o riscaldamento, ma a noi non servivano: papa' era come me.
Mi diceva che la mamma era diversa da noi,ma non troppo, e che purtroppo eravamo gli unici della nostra famiglia.
Le persone del paese erano diverse e noi dovevamo fingere di essere come loro, altrimenti sarebbero stati guai."
Fece una pausa per guardare Glauco che la guardava con quello che a lei sembrava...affetto.
" Mi guidava, mi diceva cosa sentire e come fare per... cambiare... e come mi dovevo comportare in mezzo alle altre persone.
Ma raramente ne incontravo a eccezione di qualche appassionato di trekking o di qualche villeggiante del campeggio vicino che faceva il bagno al fiume.
Non potevo andare a scuola, ma lui riusci' a insegnarmi tutto il necessario grazie a tanti libri che portava a casa quando tornava dalla spesa al paese.
A volte un suo amico lo aiutava e io ero gli ero affezionata, ma mi ha sempre guardata con timore anche se non so perche'.
Quando ebbi 18 anni papa' mi presento' documenti, certificati, tutto quello che mi doveva servire, mi disse, per vivere in mezzo alle persone normali.
L'unica cosa che ogni sera facevamo e studiavamo insieme erano le stelle, il cielo, le costellazioni, per cui ho pensato di farne una professione.
Per il resto ho imparato tutto dai libri, perfino come iniziare a usare un computer.
Quando lui mori' io mi sentii persa e vagai nei boschi per mesi... senza mai camminare su due gambe.
Il suo amico si occupo' di tutto e anche di me, in parte.
Poi capii che non potevo continure...a stare sola... cosi' decisi di comprare casa a Bologna, in una citta' grande,ma non troppo distante da qui per poter tornare quando volevo e...il resto lo sai,credo."

Tacque e lo guardo'.
Lui la guardo', mise le mani sulle ginocchia e si alzo' aggirando il tavolino per andarle vicino.

Quando le si sedette accanto, lei lo senti' inspirare profondamente.
Poi le mise la mano sulla sua e la strinse lievemente, guardandola negli occhi.
Il cuore di Maya fece un tuffo nel petto e il calore la avvolse mentre si perdeva nel cioccolato scuro dei suoi occhi.

Le linee paralleleWhere stories live. Discover now