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"Vedrai, sara' tutto diverso adesso" disse Glauco come un sospiro al suo orecchio.
"Saremo solo io e te" le disse strusciando la guancia sulla sua e a Maya sembro' che il calore che lui le trasmetteva, le arrivasse fino alla pancia.
Vedeva brillare i suoi occhi scuri con quelle ciglia cosi' lunghe da fargli ombra e passava le dita fra i suoi riccioli con una familiarita' sconvolgente; come se quei capelli fossero i suoi e sua anche la pelle di lui che le piaceva accarezzare.

Stava cosi' bene che non voleva piu' muoversi anche se sentiva che le lenzuola sotto di se' erano ruvide e le rovinavano in parte l'idillio.
Passando una mano sotto di se' senti' dei ricami,anche se i suoi occhi continuavano a fissare un Glauco che improvvisamente si era fatto piu' distante.
Si penti' subito di essersi fatta distrarre dalla stoffa e lo cerco' con la mano.

"Non temere..." le stava dicendo lui, ma non riusci' a sentire la fine della frase tanto era lontano.

"Glauco...." farfuglio'.
E apri' gli occhi.

Vedeva ancora l'immagine di Glauco sovrapporsi a quello che i suoi occhi stavano mettendo a fuoco lentamente.
Una stanza.
Davvero lussuosa per i suoi standard.
Le pareti bianche,il pavimento in legno chiaro, mobili lineari scuri e un mazzo di calle fresche dentro a un vaso di cristallo azzurro sul como' alla sua sinistra che spandevano un odore delicato.
Lo sguardo venne catturato dal camino in pietra grigia che diffondeva un piacevole calore ed era l'unica fonte di luce insieme a una lampada accanto a un divanetto in fondo alla stanza che dava appena un chiarore.

Guardandosi,vide che era in jeans e maglietta,senza scarpe ed era stesa su un letto enorme,sopra a un copriletto damascato grigio perla.

Fece mente locale.
Non ricordava come ci era arrivata e dal suo risveglio rilassato e intontito aveva gia' capito di esser stata drogata all'arrivo.
Quel bastardo.

Guardandosi attorno vide un'enorme porta finestra alla sua destra e, con i movimenti ancora rallentati dal medicinale, si alzo' dal letto per cercare di indagare piu' a fondo.
Tasto' il muro, ma non trovo' nulla; non un interruttore, un pulsante, nulla.

La testa le girava ancora leggermente, ma doveva esplorare la sua prigione.
Sulla parete di fronte a lei c'erano due porte in legno chiaro.

Apri' lentamente prima quella alla sua destra e subito si accese una luce di cortesia che rivelo' un bagno candido e spazioso, con tanto di vasca idromassaggio e doccia in pietra.
"Wow..." penso' " Questi si' che sono rapitori di classe".
Ma lo sguardo trovo' subito quello che stava cercando: la finestra.
"Di classe, ma non cosi' intelligenti" .

Un rumore metallico, la fece uscire dal bagno.
Un motorino si era azionato e tornando in camera da letto, Maya vide la porta finestra aprirsi lentamente a rivelare un panorama mozzafiato.
Le montagne si coloravano di rosa alle prime luci dell'alba e la neve che imbiancava le rocce resisteva con un tenue bagliore azzurrino.
Attorno alle pendici i boschi ricoprivano tutto, appena spruzzati di nevischio.

Poteva anche rimanere incantata da quel panorama, se non avesse sentito dei passi avvicinarsi all'esterno: misurati e tranquilli, nel silenzio assoluto.

Le linee paralleleWhere stories live. Discover now