-Fede tocca a te- lo informo Paulo, per l'ennesima volta.
-sento freddo- mormorai io con il volto incastrato tra il soffice tessuto del suo caldo maglione blue notte.
Eravamo seduti fuori, nei divanetti della deliziosa terrazza di casa Dybala e nonostante fossero appena le quattro e dieci del pomeriggio, c'era comunque un freddo assurdo cosa che, tra l'altro non credevo fosse nemmeno umanamente possibile dato che l'Argentina era per antonomasia una delle terre dei fuochi.
Stavamo tranquillamente giocando ad uno di quei soliti giochi da tavolo e fortunatamente Dolores era talmente impegnata a contemplare Federico che non aveva alcun interesse a battibeccare con suo fratello.
Mariano era andato via qualche ora fa, un impegno improrogabile e improvviso che lo aveva portato via, speravo non per tutto il giorno perché stasera avevamo organizzato la festa del fidanzamento e ci tenevo parecchio che lui ci fosse.
-Hai trovato cosa mettere stasera?- mi chiese Dols, scuotendomi una gamba
-si- le risposi
-me lo fai vedere?- annui e sgusciai via dalle braccia di Paulo
-dove vai?- mi chiese
- a farle vedere cosa metto stasera- annui e mi sorrise lasciandomi andare.
Quando salimmo in camera, Dols entrò per prima ed io subito dopo di lei.
La stanza era perfettamente in ordine perche la mattina mi ero occupata di sistemarla e di togliere tutti i vestiti che Paulo lasciava puntualmente in giro.
Aveva già dovuto buttare due felpe per colpa del suo disordine, questo perche non si accorgeva nemmeno di macchiare i vestiti e poi li lasciava sulla spalliera della sedia per giorni fino a quando poi rimuovere le macchie, di olio ad esempio, risultava praticamente impossibile.
-non ci credo, questa stanza non è mai stata cosi ordinata- risi per la battuta di Dols e ringraziai il fatto che Paulo non fosse momentamente con noi perché altrimenti si sarebbe lamentato come sempre.
Aprii l'armadio a due ante di Paulo e ovviamente ne tirai fuori la gruccia con il vestito che volevo indossare.
L'armadio era chiaramente e totalmente occupato dai vestiti di Paulo e per questo io ero stata costretta a lasciare la mia roba in valigia ma, almeno questo vestito aveva ricevuto in dote una gruccia e un piccolo spazio.
-è bellissimo, dove l'hai comprato?- sorrisi compiaciuta del fatto che gli fosse piaciuto
-qui, l'ho comprato al mercato- mi era piaciuto tantissimo ed era costato veramente poco.
Paulo aveva proposto di andare in qualche negozio a Cordoba ma io mi ero letteralmente innamorata di quel semplice vestito color ciliegia; si sposava bene con la mia pelle chiara e i miei capelli color cioccolato e poi, mi faceva sentire bene.
Sapevo che avrei potuto avere qualcosa di più elegante e raffinato ma, io ero elagante e raffianata nel carattere e credevo fermamente che non fossero i vestiti firmati a rendermi più intelligente o più donna.
-metti gli stivali quelli sopra il ginocchio?- mi chiese
-no, metto quelli bassi- immaginavo già cosa stesse per chiedermi
-puoi prestarmeli?- le erano sempre piaciuti e avevo avuto intenzione di regalarglieli ma poi, mia madre mi aveva detto che le scarpe cosi come i profumi non sono regali da fare e cosi avevo lasciato perdere ma, onestamente a ripensarci sapevo bene che invece a Dols le sarebbe piaciuti parecchio.
-certo,tieni- glieli porsi e lei mi baciò morbidamente una guancia.
-sei la migliore- sorrisi
-ruffiana- le risposi,dandole una leggera pacca sul suo super sedere argentino.
Ci accomodammo sul lettino di Paulo, che ci aveva ospitato in questi ormai dieci giorni che ero già qui, e la guardai portandomi un gamba sotto le cosce in modo da assumere una posizione che mi facesse stare più comoda.
Erano stati davvero pochi i momenti in cui m, effettivamente, io e Dols fossimo riuscite a rimanere da sole per parlare tra di noi per questo, entrambe approfittavamo di quel poco tempo a nostra disposizione.
Non avrei mai creduto che in lei avrei potuto trovare quell'amica con cui ci si capisce al volo, per me c'era da sempre e solo stato Mat, perche mi era complementare in quasi tutto ma, la scoperta di poter avere al mio fianco una ragazza come Dols che, anche se distante dal mio carattere ha però la capacità di insegnarmi tante cose e di stimolarmi ad impararle.
-come va con Federico?- le chiesi e lei si sistemo i capelli portandosi due ciocche anteriori dietro le orecchie, per scoprirsi il volto rotondo.
-va benissimo, papà ancora lo guarda con un po di titubanza ma, Federico è bravo a farsi piacere- come tutti gli italiani insomma.
Me ne rendevo conto del fatto che effettivamente abbiamo una specie di charm, che sfoderiamo per trarre del vantaggio nelle cose.
-hai detto a tuo padre che vuoi venire a vivere a Torino?- Dols stava studiando per sostenere i test di ingresso per le università italiane, era Paulo che si stava occupando di pagargli tutto cio di cui avesse bisogno;non che Gustavo non potesse permetterselo ma, Paulo era letteralmente emozionato all'idea che la sua unica nipote femmina avesse intenzione di prendere una laurea.
-no, però ne ho parlato con mamma e lei ha detto che va bene basta che sono felice e che vado lì veramente per studiare e non per stare con Federico- risi timidamente.
Era chiaro che oltre all'utile ci fosse del dilettevole e non mi meravigliò affatto il fatto che Romina avesse puntualizzato la cosa ma, doveva comunque rassegnarsi all'idea che Federico e Dolores in un modo o in un altro avrebbero proprio fatto quel passo che forse, per l'età che aveva era decisamente in avanti.
Io le avrei potuto proporre di venir a vivere con me e Paulo, non mi sarebbe in alcun modo pesata la sua presenza ma, ero già ben consapevole che ci saremmo ridotti tutti a dover nascondere l'ennesima bugia.
-tu hai parlato con Federico?- lui con me ne aveva parlato, circa tre pomeriggi fa mentre aiutavamo la nonna di Paulo, Marie, a portare dentro tutta quella roba che si era preparata in previsione del fidanzamento.
Aveva aromi, spezie, diversi tipi di farine e conserve di ortaggi che aveva fatto nella stagione appena passata.
-si, lui ha detto che vorrebbe che andassimo a vivere insieme- ecco appunto.
-posso dirti con sincerità quello che penso?- annui con quel paio di occhi indubbiamente stupendi, così espressivi che potevi specchiarti dentro.
-credo che convivere con Federico sia come il famoso passo più lungo della gamba. Non metterei mai in dubbio il fatto che vi amiate, si vede ed è palese ma, sei ancora troppo giovane per impelagarti in una cosa cosi grande. Convivere significherebbe condividere tutti i giorni di qua al tempo che sarà in avvenire e tu Dols..- le presi una mano tra le mie, dimostrandole con quanta sincerità le stessi dicendo questo
-hai ancora tantissime altre esperienze da provare. Io, che ho già fatto l'università, posso garantirti che questa ti occuperà gran parte del tempo delle tue giornate; arriveranno i periodi degli esami in cui il tua unica priorità sarà quello di studiare e allora, non so dirti con quanta pazienza Federico possa accettare di sentirsi messo momentaneamente da parte per lo studio- feci una pausa, accertandomi che avesse compreso quello che volevo dirle.
-è giusto che tu abbia gli spazi e i tempi per dedicarti a te stessa e al tuo furuto, certamente questo non significa necessariamente che tu non debba avere altri interessi al di fuori dello studio ma, avrai del tempo limitato da dedicargli. Federico ora inizierà la nuova stagione e anche lui avrà molto da fare per migliorarsi , e se ti abitui a dormirci insieme e a viverci insieme sarà difficile riuscire a rimanere concentrati quando Fede andrà in trasferta- fui quanto più possibile sincera ed obiettiva nel presentarle la realtà dei fatti.
Il calcio richiedeva sacrifici che forse non erano propriamente visti con immediatezza; certo gli stipendi erano stratosferici e spesso la gente era inevitabilmente calamitata a soffermarsi su quello ma, il calcio era molto ma molto di più.
Paulo seguiva una dieta ferrea a cui più volte io ero stata costretta, seppur con amore, a scendere a compromessi.
Non potevamo andare nei ristoranti tutte le volte che volevamo, a casa alcuni alimenti erano severamente vietati e allora per amore impari a non comprarli più perché per quanto grande Paulo fosse, alla fine certe tentazioni sortiscono lo stesso effetto su tutti.
Impari a capire che non esistono i fine settimana perche il fine settimana è classicamente il periodo in cui Paulo,cosi come tutti gli altri giocatori, scendono in campo e ciò necessariamente si porta alle spalle giorni di duro allenamento.
Impari a capire le paure, le ansie da prestazione, la rabbia per una partita non andata esattamente come si spera, le possibili incompresioni con il mister, i momenti no dettati dal fatto che non si riesce a trovare il goal in partita; impari inoltre ad amare tutto ciò che per lui è importante come: la seduta di palestra, il riso integrale bollito, le barrette energetiche al gusto di polistirolo, gli scarpini slacciati ai piedi del letto, il borsone all'ingresso, i palloni delle triplette sul divano del salotto, Fifa costantemente inserito sulla ps4, insomma tutta una serie di cose.
Non mi rispose, mi guardò probabilmente metabolizzando tutto quello che le avevo detto e in parte la sua non risposta mi preoccupò perche non volevo minimamente che la interpretasse come un: " O Federico o l'università".
-potresti venire a vivere con me, ne sarei onorata- certo, sarebbe stata una sistemazione temporanea ma, a quel punto sapevo che Paulo avrebbe fatto di tutto per Dols e quindi in un modo o in un altro, Dols avrebbe avuto ciò le sarebbe stato più utile e più comodo.
-mi abituerò all'idea che Federico debba stare via- capii immediatamente che era attualmente inutile insistere su un terreno cosi estremamente minato.
Ovvio era che anche lei, proprio per la maturità che aveva nonostante i suoi diciassette anni ,quasi diciotto, e per l'intelligenza che aveva, anche al di sopra del comune, si era fatta da sola queste considerazioni ma ovviamente l'amore per Federico avrà offuscato tutto.
Le sorrisi, comprendendola e non negando che probabilmente al suo posto mi sarei impuntata pure io.
-sono sicura che farai la scelta migliore per te- le diedi tutta la mia fiducia .
Fu una voce che avrei riconosciuto tra mille a distrarmi immediatamente, cosi tanto che mi alzai dal letto con uno scatto.
Mat?
Okay che mi mancasse tantissimo, ma addirittura iniziare ad avere le alluccinazioni uditive mi sembrava assurdo.
Quando udii persino la sua risata, accompagnata da quella di Paulo, mi affrettai ad aprire la porta e li vidi, entrambi, mentre parlottavano tra di loro con delle valigie in mano , tutti intenti a salire le scale.
Spalancai la bocca, estremamente contenta di vederlo e se gli saltai addosso,non appena raggiunse il corridio, quello ovviamente non meravigliò nessuno.
-amore mio- gli dissi, quasi con le lacrime mentre lo stringevo con braccia e gambe, totalmente aggrappata al suo corpo.
-ciao Koala- mi salutò
-mi chiamo ciuffo- gli risposi in battuta, nella memoria di una vecchissima pubblicità della Kinder.
-guarda che viene dall'Italia,non dalla guerra- la voce di mia madre mi fece girare di scatto.
Lei, mio padre e persino tutti e tre i miei nonni erano ai piedi delle scale mentre Alicia rideva contenta.
-ma voi...- guardai Paulo che mi sorrise
-sono venuti per noi- non credetti di saper descrivere bene quello che provai.
L'idea di averli qui, insieme a me e Paulo, in questo posto che in soli dieci giorni mi aveva insegnato tantissime cose, mi fece strabboccare il cuore di gioia.
Mio padre capi immediatamente che da li a poco sarei scoppiata in un pianto assurdo, tipico di quando ho un sovraccarico di emozioni e per questo sali le scale e baciarmi la testa e poi se me usci fuori con una delle sue stupide battute,cosi squallide da rasentare l'assurdo.
Paulo mi abbracciò da dietro mentre Alicia sistemava tutti nelle stanze della sua casa che attualmente aveva più le parvenze di un albergo.
-ma ci staranno tutti?- chiesi sincera e Paulo annui
-mia madre avrebbe potuto persino fabbricare una stanza nuova durante le ore della notte, solo per impedire loro di andare in albergo- effettivamente ad Alicia gli alberghi non le stavano molto simpatici.
-finiremo per andarci noi- gli risposi, ben consapevole che Paulo avrebbe perso la sua stanza e che saremmo finiti a dormire sui divani de salotto.
Io lui e Mariano.
-magari- sussurrò beccandosi un piccolo pizzicotto da parte mia.
Da quando era in ferie, il signorino sembrava essersi preso pure una pausa dalla decenza.
-sempre il solito ragazzino pervertito - lo ripresi bonariamente mentre lui mi baciò mordendo un labbro.
-ehm ehm- tossì mio nonno Alessandro, in attesa che Paulo, forse il secondo amore più grande dopo mia nonna, gli desse le attenzioni che pretendeva.
-vuoi lasciarlo un po' anche a noi?- mi disse mentre io ero ancora rossa dall'imbarazzo.
-tutto tuo- gli dissi mentre fece in tempo a baciarmi la fronte,come aveva sempre fatto da quando ero una bambina, per poi iniziare a parlare con Paulo.
Mia nonna Greta, mi sorrise dall'uscio della porta della stanza in cui avrebbe dormito e mi avvicinai a lei in cerca delle attenzioni.
Era meraviglioso il fatto che la nonna dei maglioni avrebbe conosciuto la nonna degli alfajores e questa cosa mi fece stare cosi bene che sospirai dalla contentezza mentre la mano morbida e rugosa della mia nonna,mi accarezzò delicatamente il volto.
Nonno Mario si aggiunse, sbaciucciandomi come sempre e facendomi protestare fintamente perché alla fine amavo troppo il fatto che i miei nonni mi dessero tutte queste amorevoli attenzioni.
-mi sei mancata- mi disse ed io annui con lui.
Mi erano mancati tantissimo, nonostante non li vedessi da dieci giorni ma, averli incontrati in aeroporto prima della partenza non potevo seriamente considerarlo un incontro.
Più tardi, quando i grandi furono totalmente immersi tra le loro chiacchiere, pronti a raccontarsi qualsiasi cosa, anche i miei nonni che non parlavano affatto l'argentino ma che comunque comunicavano con Marie, come se si conoscessero da sempre; io invece ero appiccicata a Mat.
-abbiamo scelto la data del matrimonio- gli dissi mentre ci sedemmo sugli scalini della terrazza di legno
-quando?- mi chiese emozionato, quasi più di me
-il diciassette Gennaio- gli dissi e lui si illuminò
-so che sarai un eccellente wedding planner ma soprattutto un meraviglioso testimone di nozze- fui ovviamente travolta dal suo corpo che fece atterare il mio sul pavimento mentre le risate invadevano l'aria.
Nessuno meglio di lui mi avrebbe potuto sostenere me in un momento del genere, Mat era una costante fondamentale della e nella mia vita , per via di tantissime cose che ci legavano.
-mi dai carta libera?- ovvio che no, altrimenti Mat sarebbe stato capace di fare follie.
-ni, puoi organizzarlo perche conosci bene i miei gusti e non mi deluderai ma, ti vieto assultamente di fare tutto estremamente in grande stile. Ci sposerà Billy, un capo tribù indiano amico di Paulo quindi, sappi che sarà un rito molto sentito e sai quanta importanza hanno per me gli indiani- annui ben consapevole di ciò
-Dols lo sa già?- annui.
Mi aspettavo che quei due inevitabilmente avrebbero unito le forze,anche perché Dols era la mia unica damigella d'onore e addirittura stava disegnando il suo vestito,come se il matrimonio fosse diventato una serata agli oscar.
-dobbiamo pensare al tuo vestito- sembrò come se una enormissima consapevolezza gli fosse piombata sul capo.
-non ora ne fino a Settembre, sono in ferie fino al dodici di Agosto e dopo ho tutto il lavoro da sistemare: appena mi metto al passo poi prenderemo tutti gli appuntamenti nei negozi che vorrai- non fu esattamente contento ma comunque fu costretto a farselo andare bene.
Alle otto,calda di doccia, mi apprestai a prepararmi, ignara del fatto che nel magazzino di casa Dybala, c'era praticamente stata una vera e propria rivoluzione, al punto che si fosse trasformato in un abiente caldo ed accogliente dove Alicia, Romina e probabilmente tutti i ristoranti di Laguna Larga avevano dato vita ad catering che lasciò sia me che Paulo, letteralmente sbalorditi.
-tua mamma è impazzita- commentai spontaneamente mentre Paulo, con la sua maglia di cotone bianca a maniche corte, completamente a suo agio, per via del fatto che c'era del caldo, mi teneva stretta a se e si introduceva tra tutte quelle persone che ci sorridevano contenti.
Mat era coinvolto in una fitta conversazione con Federico, della quale segretamente sbavava ai tempi in cui giocava nel Crotone e con Dols, con la quale fin da subito avevano avuto uno spettacolare feeling.
Gina e Andrea arrivarono qualche minuto più tardi ,portandosi dietro altri amici di Paulo, qualche ex compagno di scuola di calcetto e qualche cugino di, che come Lautaro alla fine era diventato parte integrante del gruppo.
C'era del raggaeton che usciva fuori dalle casse di uno di quei tipici stereo che  se ne vederano, ormai, pochi.
-pensavamo non scendeste più- Gustavo ci sorrise non appena ci avvicinammo dal suo lato.
-saremmo potuti scappare e nessuno ci avrebbe potuto fermare- questo unicamente perché iniziavo a pensare che poche erano le persone che fossero rimaste a casa loro e che invece, non si trovassero qui.
Nonna Marie rideva di chissà cosa con mia nonna, e sia io che Paulo ci guardammo contemporaneamente ,contenti che andassero d'accordo ma che soprattutto si fossero immediatamente trovate bene tra di loro.
Non era usuale da noi festeggiare in questo modo, con tutte queste persone ma, pensai immediatamente al fatto che non avrei avuto alcun problema ad abituarmi alla famiglia numerosa di Paulo.
Io stessa, volevo averne una numerosa capace di riempire tutto il mio tempo, capace di trasformare il grigio di alcune giornate in una bellissima tavolozza di colori allegri.
Da frigorifero in acciaio, Mariano non faceva altro che tirar fuori lattine di birra, dando l'impressione che all'interno ci fossero solo quelle.
C'era un chiacchiericcio confusionario ma per niente fastidioso, c'erano bambini che si rincorrevano tra le gambe dei genitori che tenevano in mano piatti di plastica colmi di rosticceria.
Paulo rideva contento, sereno e realizzato insieme ai suoi amici, a qualche uomo di più grande età con cui magari aveva condiviso pezzi della sua adolescenza.
-ti senti pronta per tutto questo?- la voce di mio padre alle mie spalle mi fece sobbalzare
-papà- lo chiamai quasi in un sussurro
Mi guardò ,scrutandomi attentamente e glielo lasciai fare; non potei dire con certezza che cosa realmente sperasse di trovare.
-senti di aver realizzato il tuo sogno?- mi chiese ancora ed io annui immediatamente.
Se mi guardavo dentro, mi vedevo felice e se lo facevo con maggiore attenzione sarei persino stata capace di dire che molte cose che attualmente mi facevano stare cosi bene, erano tutte inevitabilmente collegate a Paulo.
Sapevo che mio padre, mi conoscesse bene, che negli anni in cui mi aveva cresciuta aveva imparato a capire quasi tutto di me e per questo non mi preoccupò il fatto che mi avesse domandato se fossi pronta per fare questo passo.
-sai quando quelle mattine, prepari la colazione alla mamma e le compri i biscotti con il sesamo dal fornaio? Quelli che le piacciono tanto?- mio padre annui
-papà- mi avvicinai ancora di piu ad abbracciarlo
-so che Paulo farebbe lo stesso- conclusi.
Mi strinse ancora tra le sue braccia, mentre Paulo da lontano ci guardava con un sorriso di quelli dolci.
Quella sera conobbi tantissime altre persone, alcune delle quali vennero a presentarsi in totale autonomia senza che Paulo facesse avanti e indietro.
Ero seduta su una sedia di legno e stavo tenendo in braccio Ethan, il figlio minore del cugino più grande di Paulo.
Era nato qualche mese addietro, non più di cinque mesi comunque, ma era grande come se a momenti fosse stato faticoso poterlo trattenere tra le braccia.
Sua mamma, Juanita, era seduta più o meno vicino a me e ci guardava, controllando che tutto andasse per il verso giusto e che non combinassi qualche errore assurdo.
Adoravo i bambini infatti mia madre non fu per niente meravigliata dal fatto che mi circondassi sempre di loro, che trovassi sempre una scusa per poterli tenere in braccio.
-Gwen, tesoro- mio nonna mi poggiò una mano calda sulla spalla e mi sorrise dolcemente cosi come feci io.
-ti piace nonna Marie?- le chiesi immediatamente
-si tesoro, è molto simpatica- e tantissime altre cose.
Era stata capace di farmi sentire una Dybala, non c'era stato giorno in cui sia io che Paulo non fossimo andati a trovarla, spesso anche prelevandola dalla sua umile casa e portandola qui da Alicia in modo che potessimo stare tutti insieme.
Era visibile quanto Paulo fosse legato a lei e il sentimento era ben più che ricambiato.
Non che nonna Marie non avesse un occhio di riguardo anche nei confronti di Gustavo e Mariano ma, Paulo sia per via del fatto che abitasse a Torino e fosse cosi lontano da casa e sia per via del fatto che fosse ruffiano come pochi, era comunque quello che veniva viziato maggiormente.
Quando Dols mi raccontava che nel periodo in cui Paulo torna in Argentina, tutte le cose vengono fatte per lui, pensavo che esagerasse ma invece era veramente cosi che andavano le cose.
Ma non era solo nonna Marie a cucinare tutto quello che Paulo voleva, ma era anche Gustavo e persino Mariano che assecondavano Paulo.
Però, onestamente fui contenta di sapere che continuassero a coccolarlo perché alla fine Paulo, anche se non era esattamente la persona più propensa a chiedere aiuto, se poi però ti offrivi volontario lui ti lasciava fare senza alcun problema.
-ha parlato dei miei maglioncini- ridacchiai
-si, Paulo le ha riempito la testa come tu hai riempio a lui l'armadio. Magari se comprassimo la lana e i ferri gliene faresti uno anche a lei?- non volevo che mia nonna si affaticasse ma, se se la fosse sentita sarebbe stato bellissimo che nonna Marie avesse avuto il maglioncino.
-certo tesoro, domani possiamo andare da qualche merceria - le mandai un bacio e cosi lei si avvicinò al mio volto per poterme ricereve uno vero e proprio.
Ethan si era addormentato e così l'avevamo rimesso nella sua culletta ed io mi ero avvicinata a Paulo che mi aveva immediatamente stretta al suo fianco.
-hola mamacita-mi disse trattenendo a stento uno strano sorriso
-hola chico- gli risposi
-di cosa parlavate?- gli chiesi
-di Ronaldo, io ascoltavo solamente- ecco bravo.
-sempre a parlare di calcio voi maschiacci- ovviamente rise perche sapeva bene che io stessa mi sarei potuta introdurre nel discorso senza alcun tipo di problema, dal momento che la mia famiglia amava il calcio, io lavoravo nel mondo del calcio e avrei sposato un calciatore.
Le pareti di casa Dybala erano piene piene di cornici con dentro le maglie di calcio, a partire da quella si Adolfo a finire con la numero ventuno della selecction argentina.
C'erano anche la ventuno di Pirlo, la dieci di Pogba, la uno di Buffon e la dieci di Lionel Messi che, avevo anche io con immensa gioia; certo che però ne mancava una che pensavo fosse indispensabile.
-dov'è quella di Alex?- gli chiesi
Si conoscevano, io con tutta onestà avrei fatto carte false per poterla avere e me la sarei appesa al capezzale del letto.
-Alex?- mi chiese confuso
-si, l'amore più grande della mia vita- mi guardò sollevando le sopracciglia poi, preso da un lampo di genio ,capi che facessi riferimento AL CAPITANO.
- a Torino- mi spiazzò letteralmente
-ce l'hai davvero?- quasi mi misi a piangere
-si, me l'ha portata la sera della partita a Cardiff- beh, almeno una gioia.
-dove è che l'hai messa?- rise scuotendo negativamente la testa
-assolutamento NO, enne o - questo si sarebbe stabilito poi.
-ma voglio solo vederla- si, e prenderla in ostaggio per il resto della mia vita.
-ti conosco troppo bene da sapere che fine farà quella maglia- scoppiai a ridere e mi baciò il sorriso.
-ma è IL MIO CAPITANO- mi lamentai come una bambina capricciosa
-ed è il mio idolo- ribatté
-allora, io sposerò Del Piero- probabilmente avrei condotto una vita persa totalmente nella contemplazione
-potessi, credimi che lo sposerei anche io- risi poggiando la fronte sulla sua e baciandogli il naso.
-non sai che ti perderesti però- gli feci un occhiolino per poi dirigermi verso Romina che mi chiamava a gran voce, provando a sovrastare tutto il casino.


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Eccolo, è stato tanto atteso.
Mi scuso per il ritardo ma, è iniziata l'università e si riprende la routine stancante di sempre, non che comunque in estate non lo sia stato ma, adesso ci sono pure le lezioni da seguire.
Questo è un capitolo di passaggio, ovviamente non per questo è meno interessante ma, ad esempio nel prossimo......no, non velo dico.
🙈🙈🙈🙈🙈🙈🙈
Spero, vi piaccia e ho una proposta da farvi....se tutti i capitoli della storia arrivano a 100 stelline, probabilmente vi pubblico il capitolo più tardi.
Baci stellari 😘🌟.

Fino Alla FineWhere stories live. Discover now