Capitolo 63

8.2K 145 33
                                    

A  @_puffettalcioccolato 🧡,
che oggi compie16 anni.
Grazie
per essere una ragazza splendida
che la vita ti sorrida sempre.
Una bacio  😘
Girasole 🌻


-non torni con noi?- mi chiese mentre con gentilezza mi apriva la porta.
-no, ho un'altro impegno qui a Roma- mancavano poco più di dieci minuti e il ninja sarebbe dovuto arrivare.
Avevo sentito Paulo per messaggio e mi ero rassicurata, sapendolo vivo e in compagnia con gli altri argentini.
Non lo avrei mai ammesso ad alta voce ma, mi mancava un pochino ma...poco poco.
Cazzate, mi mancava un sacco ma, se solo glielo avessi detto non avrei fatto altro che peggiorare il suo umore pessimo, per la quale speravo vivamente subisse un cambiamento.
-devi tornare da sola stasera?- annui infilandomi con lui e con Giorgio dentro l'ascensore.
-non se ne parla- lo disse risoluto, così risoluto che sia io che Giorgio lo guardammo stupiti.
-Cosa sei diventato suo padre?- guardai Giorgione sorridendogli.
Era immenso il bene che gli volevo!
-no, ma potrebbe essere pericoloso e sui treni non sai chi potrebbe incontrare- discutevano tra di loro ignorandomi e per un attimo pensai che Federico avesse ricevuto una lezione da un certo argentino.
Quale dei due ancora non lo sapevo bene ma, sicuro che mi avevano trovato un bodyguard.
-non preoccuparti, sono abituata a viaggiare da sola- nell'ultimo periodo poi, figuriamoci ero stata costantemente su un mezzo di trasporto.
-non ho altri impegni a Torino, rimango a farti compagnia- non sapevo cosa rispondergli.
L'ascensore si apri e Giorgio ridendo usci fuori trascinandoselo via.
-Bernardeschi, arrivi tardi è gia impegnata con Dybala- arrossi cosi tanto che sentii il sudore in tutta la faccia.
-che sei coglione? Non ci sto provando, Paulo mi spezzerebbe le gambe- ma no, fate pure; mica ci sono pure io qua.
-volete davvero discutere nell'hall di questo Hotel?- glielo sussurrai evitando di attirare ulteriore attenzione.
Fortunatamente non c'erano molte altre persone all'ingresso e quelle poche che c'erano erano persone che ero sicura di aver visto in televisione.
-ma quello non è il ninja?- guardai seguendo la sguardo di Giorgio e proprio subito dopo le porte di ingresso dell'hotel, entrò Radja portandosi un paio di occhiali da sole sulla testa.
Era impossibile non notarlo, sia per la quantità assurda di tatuaggi, un po' tipici di tutti i calciatori, sia per il modo poco sobrio di vestire.
Non sapevo se avesse presente che aspetto fisico avessi ma, ci eravamo sentiti per telefono una o due volte, giusto il necessario per metterci d'accordo per oggi.
Parlò con la receptionist per alcuni minuti poi,  la ragazza si girò verso di noi e ci indicò.
Venne verso di noi sorridendo e atteggiandosi come era tipico da lui, nonostante fosse sbruffoncello continuavo a provare dell'enorme simpatia verso di lui.
-ti circondi sempre di gobbi?- come inizio non c'era male, d'altronde non potevo di certo aspettarmi un: "ciao tu devi essere Ginevra vero? Io sono Radja, piacere di conoscerti".
Annui alla sua risposta e sia Giorgio che Federico ci guardarono confusi.
Gli porsi la mano ma mi tirò verso di se per un abbracciò;ebbi un incontro ravvicinato con quella rosa enorme che gli decorava il collo e la gola.
Non volevo nemmeno provare ad immaginare quanto dolore avesse provato, senza considerare il fatto che pensavo fosse un punto particolarmente critico e troppo...troppo vistoso,ecco.
Profumava di qualche costosissimo profumo maschile e di certo non aveva risparmiato nello spruzzarselo addosso.
Lo osservai per poter capire se dalle telecamere lo riprendessero per come veramente era: alto, ben impostato e con quella capigliatura strana ma particolare.
-Amici- salutò gli altri, scherzando un po' di più con Giorgio che probabilmente conosceva meglio.
-allora, siamo pronti per andare?- mi chiese sorridendo.
-io sono pronta- gli risposi mentre sorridevo ai miei due bianconeri.
- stai passando alla Roma?- tutti compreso Federico rise della battuta di Chiellini.
-con tutto il rispetto di questo mondo ma, no amo ancora la mia Torino- sembrò come se avesse sospirato dal sollievo.
-va bene, ninja trattamela bene e tu, mi raccomando- fece il segno con le dita vicino gli occhi a Federico, dopodiché raggiunse gli altri che erano appena arrivati.
Non so bene cosa gli disse ma, Andrea Barzagli stava ritornando indietro con lui , dalla nostra parte.
Sembravo la sorella minore e quei due, me l'avrebbero pagata cara.
-Barzagli- si salutarono stringendosi una mano e dandosi una pacca sulla spalla.
-Che ci fate tutti qui,a Roma?- rideva sotto i baffi lo stronzo, consapevole che la nazionale italiana avesse fatto un pochino schifo.
-vengo a mangiare pane e mortadella- Andrea sapeva sempre cosa dire.
-tu che ci fai qui a Roma?- lo guardai come se fosse impazzito, persino Radja lo guardò confuso.
-gioco nella Roma, dove ti piacerebbe che vivessi..a Torino forse? Cosi saremmo compagni inseparabili-  l'attacco Juventino era al completo, non pensavo che Andrea avrebbe fatto ulteriori acquisti anche se mi sarebbe piaciuto poterlo avere in squadra ma, questo si sarebbe verificato solo se qualcuno fosse andato via e no, non ero disposta a vedere qualcuno che andasse via.
-ah perchè tu giochi?- era chiaro che scherzasse e io mi trattenni dal ridere anche se poi, il romanista in primis rise di se stesso.
-bastardo- gli risposte tra le risate.
Federico si avvicinò dietro di me e mi sussurrò all'orecchio una frase che non capii per un cazzo.
Si mangiava tutte le c;in quella squadra stavo imparando seriamente una nuovo modo di parlare.
Tra Paulo e Gonzalo che scambiavano la v con b , Alex e Douglas che mi sembravano Luca Laurentis nei panni della brasiliana ad avanti un altro, Szczesny e il Manzo che avevano un inglese cosi chiuso che nemmeno tra di loro a volte riuscivano a capirsi e poi, ci si metteva pure lui.
Mi girai a guardarlo confusa e sembrò capire che non avessi capito nulla di quello che mi disse quindi, si avvicinò nuovamente.
-perché conosci Nainggolan?- perché gli interessava saperlo?
Quando stavo per dargli una risposta, il ninja mi sorrise e mi porse la mano che afferrai per seguirlo.
Federico ci seguì immediatamente dopo e prima dell'uscita Radja mi chiese perché fosse con noi e gli diedi una veloce risposta.
In macchina c'era un silenzio imbarazzante che non mi ero immaginata di provare; c'eravamo sentiti per telefono e sembrava un ragazzo abbastanza spigliato e anche un po sfacciato.
Questo all'inizio aveva dato un po di fastidio a Paulo ma, sapeva bene che lo amavo e che non mi sarei mai giocata il suo amore e il suo rispetto per una cazzata simile.
-ho pensato che coinvolgere la dottoressa Cirinnà sarebbe stato utile- spezzai il silenzio.
Federico mi guardò incuriosito e a quel punto gli passai alcuni fogli cosicché leggendoli avrebbe capito perche ero qui a Roma e perché avessi incontrato Radja.
Fortuna che il buon senso mi aveva suggerito di dirlo immediatamente a Paulo senza nascondergli nulla, altrimenti a quest'ora chissa quante male lingue avrebbero parlato.
-io invece ho cercato di contattare tutti i sportivi che si sono dichiarati, non sono molti ma alcuni nomi sono davvero importanti- ero contenta che ci tenesse davvero e che non lo facesse ne per soldi ne per fama.
Anzi, forse si sarebbe fatto carico di una quantità spropositata di ingiruie.
-vi va se andiamo a pranzo e poi passimo allo studio del mio avvocato- annuimmo entrambi e la pancia di Federico brontolò prima della mia , il cui verso fu che per fortuna coperto dalle nostre risate.
Non conoscevo molti locali di Roma, più che altro quando c'ero venuta avevo sempre avuto la colazione a sacco, proprio per velocizzare i tempi e poter stare altre ore in mezzo alle meravigliose opere d'arte.
Roma era arte ed i romani, erano semplicemente speciali.
Adoravo il loro dialetto, impazzivo per la carbonara e soprattutto erano sinceri, forse anche troppo.
Era la città eterna per definizione, e mentre ti giravi a guardare uno di quei spettacolari e imponenti monumenti che sembravano essere collocati lungo una linea del tempo, poi all'improvviso c'era lui, lui che di Roma era il simbolo, più del Colosseo e più del Papa.
Francesco Totti detto "er pupone".
Semplicemente lo a-do-ra-vo.
-la Pergola, per favore- il suo autista personale annuì e scrisse l'indirizzo di una via sul suo gps.
-sono contento di conoscerti, finalmente- anche io, certo ancora ricordavo l'entrata a camicazze sul polpaccio destro di Paulo e si, se ve lo state chiedendo il mio bell'argentino non si era risparmiato a ricordarmelo.
-anche io, sono contenta soprattutto che ti stia a cuore un argomento del genere e che hai scelto me per farti compagnia in questa impresa- mi sorrise sincero
-non ti conosco ancora bene ma, mi hanno parlato cosi tanto di te che, in realtà un po mi sembra di conoscerti- speravo che avessero costruito castelli attorno alla mia figura.
-chi tra Medhi e Miralem ti ha fatto il mio nome? - rise divertito dal fatto che fossi stata diretta e che ,se speravano di nascondere una cosa del genere, purtroppo con me era impossibile.
Avevo visto e rivisto tutte le puntate di Conan , mi consideravo un'agente segreto.
-entrambi in realtà; poi ho visto che hai aiutato Benatia con l'associazione contro lo sfruttamento minorile e mi sono deciso a chiamarti- li avrei ringraziati perché, forse non se ne rendevano conto ma, mi avevano regalato una bellissima opportunità.
-è stato tutto merito di Medhi- si era fatto in quattro per riuscire ad aprire un'associazione onlus per i bambini meno fortunati.
-Perchè no ne hai parlato anche con noi?- mi chiese Fede
-perché il progetto non è il mio e perché devo chiedere il permesso ad Agnelli prima che io di punto in bianco vi proponga qualcosa- le cose non si facevano dall'oggi al domani ed il progetto di Radja era iniziato quasi due anni fa ed io, non potevo assolutamente permettermi nessun passo falso.
-ma Paulo lo sa?- annui immediatamente.
Lo sapeva e mi appoggiava, più volte di sera di era sacrificato e mi aveva portato la cena e mi aveva tenuto compagnia mentre impazzivo dietro a numeri di telefono e sponsor con la quale dovevo combattere per potergli strappare un si.
Nonostante potesse apparire come se il mondo si stesse velocemente adattando all'omosessualità, purtroppo alcuni taboo continuavano a rimanere radicati come se fossero radici di alberi secolari.
-neppure la Roma partecipa- chiarì immediatamente il concetto il romanista.
Ero contenta che Fede non lo trovasse del tutto fuori luogo e che, se glielo avessi proposto mi avrebbe aiutato ma, c'erano ancora una serie infinita di cose che non riusciva nemmeno ad immaginare.
Una sera, la prima per l'esattezza, quella in cui avevo sentito squillare il cellulare mentre sdraiata sul tappeto con Paulo a circondarmi le spalle, stavamo mangiando dei spaghetti cinesi,ridendo di uno stupido film in televisione; l'italiano poco corretto di Radja mi aveva sorpreso e ancora di più la fermezza con cui mi mise davanti ad un bivio.
Avrei potuto scegliere di non accettare l'incarico e lui avrebbe capito e sarebbe andato avanti senza il mio aiuto oppure, avrei accettato l'incarico con l'incognita di poter perdere il posto di lavoro.
Il ninja stesso, mi aveva detto come questo progetto compromettesse non soltanto il suo contratto con la Roma ma ancora di più la sua carriera da calciatore e immaginai che per stargli a cuore una situazione del genere, qualcosa gli sarà dovuta succedere.
Non mi sarei mai permessa di mettere in dubbio la sua sessualità ma, non capivo perche lo stesse facendo come se fosse l'unica cosa che veramente contasse per lui.
L'auto si arrestò difronte un lussuosissimo palazzo, di cui ne ignoravo completamente l'esistenza.
Forse una rosetta con la mortadella sarebbe andata più che bene, ma cozzava decisamente tanto con il tipo di alimentazione che dovevamo fare loro.
-come si chiama questo palazzo?- chiesi curiosa.
-palazzo Cavalieri- scoppiai a ridere come non mai.
Speravo che l'autista non si offendesse ma, non riuscivo più a riprendermi.
Sembrava uno strano scherzo del destino, avrei voluto avere entrambi i miei migliori amici al mio fianco.
Mat perché avrebbe detto una delle sue perle si saggezza mentre Gonzalo perché probabilmente mi avrebbe direttamente portata dal Papa per farmi benedire.
-qualcosa non va con il palazzo? Se vuoi possiamo andare in un altro posto- fu gentile ma, non c'era nulla che non andasse, anzi, sembrava una costruzione edile cosi elegante e raffinata che non pensavo di essere vestita all'altezza.
Quando entrammo io e Fede rimanemmo in disparte alcuni minuti mentre Radja parlo all'ingresso con persone che sembravano conoscerlo benissimo, quasi fosse un cliente abitudinario.
-perché il palazzo di fa tanto ridere?- mi sistemai velocemente i capelli che erano cresciuti un botto e purtroppo erano in quella fase in cui non avevano una vera e propria forma ed iniziavo ad odiarli per questo.
-una sciocchezza- era davvero una sciocchezza e probabilmente appena glielo avrei detto avrebbe pensato che fossi una pazza psicopatica.
Afferrò uno di quei depliant che stavano adagiati sugli eleganti tavolinetti, tipici dei salotti all'ingresso degli Hotel.
Se lo rigirò tra le mani ed io al suo fianco lessi insieme a lui alcune righe, giusto per sapere qualche informazione in più sull'edificio.
-ahaa, oddio- rise anche lui, probabilmente avendo capito il perche.
Gli sorrisi e lui mi abbracciò di slancio, era la prima volta che io e Bernardeschi avessimo un contatto del genere.
Era molto amico con Paulo e con il Pipa, più volte ci era capitato di incontrarci a casa di Gonzalo dove si riunivano per qualche minuto partita al bigliardino o per la playstation ma, mai ero riuscita veramente ad avvicinarmi a lui.
Forse perché ho sempre creduto che fosse un ragazzo estremamente riservato e perche ,come aveva detto lui, si stava seriamente impegnando per integrarsi nella squadra.
-ti dirò una cosa ma tu, giurerai di non dirla a Paulo- questa cosa che non dovevo dire le cose a Paulo, non sembrava esattamente una buona idea.
-dimmi- si avvicinò ridendo
-Ad ottobre aveva una foto in A4 di Antonella e l'aveva appesa nella sala box, accanto al cerchio per il tiro a freccette...credimi, poche volte non ha fatto centro- mi schiaffai mentalmente la mano sulla faccia.
Menomale che lui aveva superato la relazione con molta maturità , era proprio un bugiardo patentato.
-sai perche non vuole che si venga a sapere?- mi guardò curioso.
-perché il signor Dybala finge di essere un uomo maturo invece è proprio un ragazzino- però, mi divertiva sapere che tutti gli altri, compreso il capitano glielo avessero lasciato fare, e non osavo immaginare di cosa dicessero mentre si divertivano a lanciarle contro le freccette.
-era divertente- certamente, mica eravamo alla Juventus, sembrava più una classe dell'asilo nido.
-allora molto presto troverai una mia gigantografia, per tutte le volte che litighiamo andrà a finire che sarò un nuovo membro nello spogliatoio- rise divertito ed io pensai solamente a quando diamine avessi voluto averlo al mio fianco,in questo istante, per poterlo prendere in giro e per poter baciare quel delizioso broncio che gli si sarebbe adagiato sulle labbra.
-eccomi, abbiamo un tavolo in terrazza all'ultimo piano- il ritorno di Nainggolan ci distrasse dai nostri discorsi stupidi.
La vista dall'ultimo piano era spettacolare, si riuscivano a vedere i tetti di molti palazzi e la cupola della chiesa San Pietro era favolosa.
-wow- fu il mio commento spontaneo.
Sarebbe piaciuto molto anche a Paulo; ultimamente avevamo speso le serate in quella piccolissima terrazza di casa mia, coperti da una serie infinita di plaid ,stretti tra di noi e persi ad osservare la città di Torino. Era un sognatore, il suo volto indistintamente sconfinato in quella vastità che si apriva davanti gli occhi; non era un'opera d'arte in un museo, era molto di più.
Mi perdevo ad assorvarlo e se ne avessi avuto le capacità, avrei riempito i miei album del suo volto.
Non c'era miglior cosa che fosse il suo viso, cosi pieno di perfette imperfezioni che lo rendevano una divinità umana.
-non sporgerti molto- Federico si manteneva a debita distanza e il tono preoccupato della sua voce mi suggerì che le altezze non dovevamo essere il suo posto preferito.
Quando ci accomodammo al tavolo, mi resi effettivamente conto del posto cich in cui ero finita a pranzare; ancora una volta i piatti sembravano versioni di latino e mi sarebeb servito un vocabolario culinario a portata di mano, anche solo per capire di che cosa effettivamente si parlasse.
Scelsi i ravioli la pergola perche contavo sul fatto che dovevano essere un cavallo di battaglia del ristorante, dato che avevano avuto l'onore di chiamarsi come il ristorante.
-rimani qui per qualche altro giorno?- scossi negativamente la testa.
-non posso, ho un sacco di lavoro in ufficio- inoltre dovevo aiutare Mat per le ultime cose prima delle laurea.
Fortunatamente mancavano altri due match prima della pausa calcistica e per quel periodo speravo vivamente di tirare un sospiro di sollievo.
-se per te va bene, posso venire un fine settimana a Torino per potare avanti qualche altra cosa- non la trovavo una cattiva idea ma, sapevo che Paulo avesse già organizzato un weekend fuori porta e non mi sognavo neanche lontanamente di saltarlo.
Sapevo bene che da Marzo in poi avrei potuto dire addio alla consapevolezza di avere un fidanzato.
Aveva i ritiri con la Nazionale Argentina pltre quelli con la Juventus e, ahimè, tra Buenos Aires-Torino non erano esattamente due passi.
-fammi tornare a Torino che guardo la mia agenda e ti faccio sapere- annui comprensivo.
Purtroppo io i miei impegni dovevo gestirmeli da sola e tenevo sempre conto di tutta una serie di imprevisti che, nella mia vita non erano mai mancati di esistere.
-bro, tu come ti trovi alla Juve?- si rivolse a Federico.
-davvero bene, non mi aspettavo di sentirmi a mio agio cosi velocemente- immaginavo che il ninja fosse al corrente di che aria si respirasse negli spogliatori bianco neri.
Miralem e Medhi avevamo mantenuto dei buonissimi rapporti con i loro ex compagni di squadra e questo lo sapevo perché non mancavano mai di parlarne bene e di tirare fuori dai cassetti dei ricordi una serie infinita di momenti divertenti.
Anche quelli in cui facevano serata pre-partita contro la Juve e le mandavano giù pesanti.
-hai trovato un compagno con cui essere maggiormente amico?- ero particolarmente interessata al tipo di risposte che avrebbe dato Federico.
-si, Paulo penso sia diventato come un fratello per me- sorrisi contenta.
Come si faceva a non amare uno come Paulo?
-Quel ragazzo lo vogliono tutti- già e questo mi aveva fatto riflettere più volte.
Sapevo che fino al duemilaventi sarebbe rimasto alla juve, ma dopo?
Non volevo nemmeno pensarci.
-non penso lascerà la Juventus tanto presto- risposte Federico come se mi leggesse nella mente.
-certo, ha trovato pure una bellissima ragazza, ma quante fortune ha?- non pensavo minimamente di essere stata una fortuna per lui, anzi probabilmente gli avrei dato così tanto filo da torcere che si sarebbe chiesto il perché di avermi avvicinata a se stesso ma, per lo stesso motivo ero consapevole che poche cose realmente sarebbero state in grado di allontanarci.
-forse qui, quella fortunata tra i due sono io- e lo pensavo veramente.
Sarebbe potuto sembrare antipatico, sfacciato e tantissime altre cose ma, ovviamente ognuno di noi fa vedere solamente quello che vuole mentre io, avevo avuto il privilegio e l'onore di scoprirlo in tutte le sue fragilità.
Le bollicine dell'acqua frizzante erano decisamente molto interessanti, soprattutto per nascondere l'imbarazzo che stavo provando.
Ero stata educata per ricevere complimenti sulle mie qualità che non fossero fisiche e per fortuna mi ero sempre circondata di persone che conoscessero quanto a disagio mi sentissi, una tempo anche peggio di adesso.
Federico corse in mio aiuto spostando l'argomento sul calcio e dandomi il tempo di riacquistare il mio colorito normale.
-ti scade il contratto il prossimo anno?- fui incuriosita da questa notizia.
Immaginavo che la Roma avrebbe giocato tutte le sue migliori mosse per tenerselo con se ma, bisognava sapere se Radja era dello stesso parere.
-si, sto provando a guardarmi intorno- quindi Roma non avrebbe continuato ad essere la sua casa.
-tu perche sei andato via dalla Fiorentina? Credevo fosse il club che più ti piacesse- effettivamente era una domanda che mi ero fatta anche io ma, sempre per il discorso che non avevo avuto confidenza con lui, non glielo avevo chiesto.
Si rigirò un tovagliolo di stoffa tra le mani e ci un attimo di silenzio nella quale prese un respiro.
Sicuramente non doveva essere il suo argomento preferito ma, d'altronde non poteva aspettarsi che la gente non si chiedesse il perché di questo addio che tanto aveva fatto infervorare i viola.
-è molto complicato. L'hai presente quando giochi in una squadra e sai che tutti i tuoi compagni fanno affidamento su di te?- il giocatore rosso giallo annui.
-forse io non ero il migliore per assumermi questa responsabilità. Portare il numero dieci è cosi difficile e ogni volta che scendi in campo ti porti dietro non solo la maglia con il numero ma un pezzo enorme di tutta una storia calcistica- sembrava di parlare con Paulo ma lui, l'aveva accettata con fierezza ed orgoglio e forse, anzi sicuramente, era stato solo un ulteriore stimolo per dimostrare a se stesso e agli altri che se la meritasse e che potevamo contare su di lui.
A Radja sembrò bastare come risposta ma io, avevo la sensazione che stesse nascondendo qualcos'altro, non sapevo cosa ma sicuramente non era stato del tutto sincero.
Nel pomeriggio l'avvocato di Radja era stato talmente disponibile da ospitarci nel suo ufficio personale e di perdere del suo prezioso tempo a spiegarmi cosa avevamo fatto fino ad allora.
Mia madre avrebbe capito molto di più di me ma, riuscii comunque a cavarmela piuttosto bene soprattutto per merito del fatto che ad ogni parola tecnica che utilizzava ne accompagnava una spiegazione.
-se riusciamo a contattare numerosi volti dello spettacolo, indipendentemente che siano del mondo dello sport o no, avremo maggiore ascolto- capivo bene cosa intendesse ma, non volevo che cosi facendo si perdesse di vista il motivo principale.
Guardai il romanista che stava seduto al mio fianco, stava scorrendo velocemente sulla homepage di un sito online che non conoscevo minimamente.
-non sarebbe meglio, dare precedenza al mondo dello sport?- sapevo che un sacco di pallavoliste avessero ,anni a dietro, cercato di portate avanti un progetto simile, magari unendo le forze avremmo potuto fare di più ed inoltre oggi la società era più avanti rispetto solo a cinque o sei anni fa.
-vogliamo coinvolgere altre squadre?- per me sarebbe stato perfetto.
Magari in Italia non avremmeo avuto il successo che speravamo ma, in Europa la legalizzazione dei diritti gay era avvenuta molti anni prima e seppure l'omosessualità nel calcio continuasse ad essere un taboo, potevo sperare nel fatto che come squadra avrebbero potuto scegliere di manifestare semplicemente per garantire l'equità dei diritti umani.

Fino Alla FineWhere stories live. Discover now