Capitolo 79

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Torino era grande, molto grande per essere una semplice città d'Italia ma, mi accorgevo come sempre che aveva il potere di stupirmi e di lasciarmi con il fiato mozzato in gola.
Loro,non vivevano poi così lontani da casa mia e da casa di Paulo eppure, quando ci eravamo andati solo due giorni prima mi ero resa conto di quanto fosse difficile la vita che conducevano ma, ignoravo il dolore immenso che appesantiva i loro cuori.
Quando vidi piangere il giovane uomo, seduto da solo in quel pouff da quel lato dello studio, pensai ad una frase di Gianni Agnelli che sembrava calzare a pennello.
"Un uomo che non piange,non potrà mai fare grandi cose".
Mai come adesso mi sembrava avesse il significato che credevo celasse.
Aveva perso il lavoro, viveva in una piccola stanza sui tetti di Torino, nessuna finestra da cui poter guardare il cielo e solo un letto, troppo stretto per una famiglia intera .
La vita gli aveva privato molte cose, forse troppe per una sola persona eppure, era li e aveva il coraggio di continuare a provare qualcosa.
Dall'altro lato ci stava sua moglie, il collante nelle disfatte e la leva per sollevare il mondo, forse da solo Giuseppe non avrebbe saputo guardare verso l'orizzonte ma Luana mi sembrava una tipa tosta al punto da costruirlo quell'orizzonte, se anche solo ce ne fosse stato di bisogno di uno artificiale.
Guardai Paulo che emozionato se ne stava in silenzio in piedi dietro a quell'enorme busta, tipica dello studio.
Mi innamorai dei suoi occhi, ancora una volta, perché parlavano per lui e di lui, mi innamorai delle emozioni che vi lessi dentro, cosi vere ed umili da palesare quanto fosse una bella persona; mi innamorai delle sue labbra strattenute con i denti per frenare il magone che immaginavo gli stesse salendo e poi, mi innamorai delle sue mani, grandi e forti che si stringevano tra di loro per dargli coraggio.
I miei occhi incrociarono i suoi e nel silenzio le nostre menti si dissero tante cose.
Quelle piccole lettere incise sulla mia pelle all'altezza della cicatrice bruciavano ma mi piaceva cosi, perché mi ricordavano che io e Paulo eravamo insieme, insieme fino a dove il destino ci avrebbe condotti.
La conduttrice,nota in tutta Italia, iniziò a raccontare la loro storia al pubblico in studio e, nonostante la conoscessi già,ebbi ancora una volta un sussulto al cuore.
Paulo le strinse la mano per confortarla nel suo imbarazzo e nel suo dispiacere immenso; si inumidì le labbra e non guardò veramente qualcosa altrimenti sapeva che avrebbe potuto piangere.
-lui ha un solo svago ed è la Juventus , la sua squadra del cuore e tu,Paulo, se il suo campione ma lei, vuole dire a suo marito che il vero campione per lei è lui; per come la tratta e per come tratta i loro figli perche non vorrebbe accanto nessun'uomo che la tratterebbe male- Paulo guardò Luana e le sorrise accarezzandole la schiena.
Era bravo a capire le persone e soprattutto era bravo a confortarle perche assorbiva come una spugna i dolori degli altri e li somatizzava talmente tanto che a volte per giorni interi viveva nel ricordo di quel momento.
-adesso vediamo la consegna della busta- tutti guardammo lo schermo per sapere che volto e che voce avesse Giuseppe prima che facesse il suo ingresso.
Il video si concluse con il tipico "c'è posta per te" e Maria ritornó verso Paulo e Luana.
-so che vuoi allestire lo studio con i bambini- gli chiese
-si, devo andare a prendere i bambini, posso?- Paulo si alzò e andò verso le quinte per poi tornare indietro con un pezzo di giardino sintetico tra le mani e una sfilza di bambini che lo seguivano .
Lo sentii parlottare con loro e le sensazioni che provai furono difficili da descrivere.
Mi riscaldò il cuore e mi sentii cambiare, la avvertii nitida e prorompente dentro di me la sensazione quasi viscerale di volerla, insieme a lui, quella famiglia che entrambi abbiamo sempre desiderato.
In un gesto di cosi grande condivisione, per tutta la vita insieme.
-querida, que pasa?- Alicia mi stringe la mano guardandomi negli occhi con lo stesso sguardo di mia madre.
Lo sguardo di chi c'è passato prima di te e che è lì pronto  per darti una mano di aiuto.
So che sarebbe in grado di leggere i miei pensieri ma, voglio custodirli per me e Paulo e per la nostra vita insieme.
Le sorrisi non riuscendo a trovare le parole esatte; non è razionale e non lo puoi spiegare, ti tremano le gambe mentre ti ride il cuore.
Meraviglioso amore mio.
Il giovane uomo fece ingresso in studio con una commozione che gli si vedeva palesemente sul volto.
-buonasera- salutò emozionato mentre lo fecero accomodare.
Maria gli si accomodò vicino,mentre il volto della sua giovane donna appariva dall'altro lato della busta.
Quante volte avevo pianto sul divano a casa mia?
Mi sembrava assurdo di potermici trovare dentro.
-lo sai chi vorrei che ci fosse al tuo fianco adesso? Tua mamma, la signora Anna che io non ho avuto la fortuna di conoscere perche ti ha lasciato che avevi solo quindici anni. Lei si è ammalata di una cosa seria quando eri solo un giovane ragazzino e tu non avevi neanche poi tanto capito. Tu,ti crucci sempre perché dici di non essere riuscito a dirle "ti voglio bene" ma, una mamma sa sempre tutto- mi si gelò il sangue e il mio volto si incastrò a quello di Paulo.
Strinzi il bracciale rosso nello stesso istante in cui lo strinse anche lui e chiusi gli occhi avendo in mente il volto di Adolfo.
Tutto sparì in quell'istante e desiderai avere la tua testa sul mio petto, vicino al cuore che strabordava di amore per lui.
Per il meraviglioso amore mio.
Meraviglioso come un quadro che ha dipinto Dio.
Mandai giù il groppo e avvertii del calore invadermi il corpo, certa che in quella fiamma vi si trovasse l'abbraccio che sapevo a chi appartenesse.
Mariano poggiò una mano sul mio ginocchio,forse in cerca di conforto ed io gliela strinsi.
Era come un fratello maggiore con la quale mi trovavo davvero in sintonia.
-tuo padre è orgoglioso di tutti voi- gli sussurrai e lui mi guardò sorridendo.
Guardai nuovamente verso quella famiglia al centro dello studio.
-adesso amore mio, puoi guardare quella scala e li vedrai il mio regalo- mi girai nell'attesa che Paulo facesse il suo ingresso e che regalasse a Giuseppe solo un piccolo momento felice.
Un momento da cui poter ripartire.
Quando lo vide comparire prima dal led e poi dal vivo, stentò a crederci e non seppe nemmeno alzarsi da quel piccolo divanetto.
Paulo scese le scale frettolosamente volendolo raggiungere al più presto e non seppi dire chi tra i due era realmente il più emozionato.
-ciao- lo salutò abbracciandolo
-non ci credo- fu la risposta di Giuseppe che fece ridere un po tutti.
Sorrideva come quando non ci si rende realmente conto di ciò che ci sta succedendo intorno; gli occhi lucidi e la pelle imperlata da un leggero strato di sudore forse dato dall'emozione o forse dai fari accecanti che illuminavano lo studio.
Paulo era agitato e me ne accorgevo dal modo in cui teneva i piedi distanti tra di loro come se fosse pronto a scattare in piedi, dalle mani che stava torturando e dal timbro della voce troppo bassa rispetto a quello che utilizzava di solito.
Immaginavo che gran parte dell'ansia fosse dovuta al fatto che avrebbe dovuto parlare in italiano e non gli piaceva sbagliare i tempi verbali o le articolazioni.
A lui non piaceva sbagliare, niente e sopratutto mai.
Anche questo era una cosa che amavo di lui, il fatto che potessi fidarmi di lui nelle cose gli avrei chiesto di fare insieme a me.
Non era una mania di egocentrismo la sua, semplicemente voleva sempre raggiungere il massimo e se a ventiquattro anni aveva avuto tutto questo, era solo grazie al suo modo di ragionare.
Impegnarsi al massimo in tutte le cose.
-lei mi ha raccontando questa storia ed è veramente difficile, a volte, trovare le parole. Ho vissuto tante cose simili alle tue e ,veramente, devo dire che qua il campione sei te, per la famiglia che hai- gli strinse un ginocchio per confortarlo
-grazie- lo ringraziò Giuseppe guardando la moglie e mandandogli un bacio.
Come ragazzini innamorati da sempre.
-hai una moglie bellissima, con tutto il rispetto, piena di valori e che ti vuole bene aldilà di tutte le cose, e questa è la cosa più importante; avere una famiglia unita aldilà delle difficoltà e, penso che tu devi esserne orgoglioso di questo- io non avrei saputo trovare parole migliori.
Mi riempiva di orgoglio sapere che ero una donna fortunata, fortunata ad aver trovato lui che tra tutti era l'unico che avrei voluto amare fino alla fine dei miei giorni.
-loro sono la mia forza- sorrisi alle parole di Giuseppe.
-adesso ci sono tre regali che ti ho portato e spero ti possano piacere come piacciono tanto a me- si alzò e li prese da quel cuore fatto di erbetta sintetica
-se vuoi,possiamo aprirli insieme- Giuseppe annui e Paulo aprì la prima scatola.
Sorrisi a vederne il contenuto.
-questa è una piccola stanza, qui è piccola ma a Torino sarà grande. Una stanza per i tuoi bambini,piena di mobili e vestiti così, tu e tua moglie potete avere dei momenti privati per voi, per dormire insieme e avere sogni più belli- adoravo il suo sorriso e la sua concezione dell'amore.
Un amore fatto di carezze, di progetti condivisi, fatto di sguardi e baci rubati anche durante la notte quando tutto ha un sapore nuovo,migliore.
Prese la seconda delle tre scatole e Giuseppe a vederne il contenuto ridacchiò come un bimbo felice davanti al regalo di natale.
-non potevo non portare questa però, dietro non c'è il mio nome; c'è il tuo.- Giuseppe annui felicissimo e a corto di parole
-Qui, c'è una tessera della squadra perché so che sei un nostro grandissimo tifoso e così puoi venire a vedere tutte le partite allo Juventus Stadium. Io, sono uno di quelli che pensano che le persone che vengono allo stadio portano tanta energia positiva e noi abbiamo bisogno di questo-  annuì contento mostrando la maglia alla moglie.
-visto amore?- trovai tenero questo momento perché, nonostante gli anni che avesse aveva ancora il cuore di un bambino, pieno di sogni pronti ad essere realizzati.
- poi, questo per me è il più bello- afferrò la terza scatola e ne estrasse il cuore di peluche.
-questo è un cuore pieno di qualcosa che so vi potrebbe essere utile per ripartire a sognare insieme a tua moglie e ai tuoi bambini, però se mi permetti questo lo consegnerei a lei, le mogli sono più brave a gestire queste cose- si alzò e attraversò lo studio mentre questo gli applaudiva con cori di "bravo" e "grandissimo".
-Gwen, ti stai prosciugando- mi fece ridere tra le lacrime Mariano mentre mi porse l'ennesimo fazzoletto.
-Stupido- gli sussurrai mentre rise e io continuavo a piangere come una scema.
-questo è l'effetto Dybala tesoro mio- mi abbracciò Alicia stringendomi tra le sue esili forti braccia di donna e di madre.
-questi Dybala- dissi facendoli ridere
-grazie Paulo- Luana accettò il cuore e si accomodò sul pouff forse per controllare meglio le emozioni e Paulo le passò istintivamente un braccio dietro le spalle.
-allora Luana prima- cominciò Maria ma Paulo la interruppe arrossendo di botto.
-scusa, posso? Me lo permetti?- chiede a Giuseppe che gli sorrise annuendo mentre l'intero studio rise per la sua genuinità.
Alicia l'aveva cresciuto come se fosse un principe ma in realtà era il re.
Lo amavo cosi tanto e lo volevo nella mia vita.
L'unico uomo che avrei sempre voluto a destra del mio cuore.
-hai la mia benedizione- mi sussurrò Alicia stringendomi le mani e guardandomi intensamente.
Rimasi ferma, forse senza neanche respirare, per alcuni secondi.
-ha portato anche dei regali per i vostri bambini- ricordò Maria mentre alcuni dello studio entrarono con le pedane piene zeppe di regali che avevo comprato insieme a Paulo perché, era questo quello che avrebbe reso quei bambini felici.
-qui c'entra Gwen- gli disse a Luana dimenticandosi di essere microfonato e facendomi arrossire.
Luana guardò dal mio lato e mi sorrise ed io ricambiai sincera.
Erano sui tetti di Torino eppure ancora non li avevamo visti per davvero e allora sperai con tutto me stessa che il cielo gli si aprisse sul volto e che la magia della mia città, potesse trasformare quel sottotetto in un nido per due uccellini e la loro famiglia.
Una finestra sul cielo di Torino.
La loro finestra.

Fino Alla FineWhere stories live. Discover now