L'impulsività e la pazzia erano due dei tanti miei segni particolari, quelli che nessuno ha il coraggio di scrivere sulla carta di identità ma che, sono evidenti senza nemmeno troppe indagini.
Mat al mio fianco stentava a crederci che lo avessi buttato giù dal letto alle sette del mattino e che lo avessi costretto a prepararsi una valigia velocemente, infilandoci dentro giusto lo stretto necessario.
I chilometri che mi ero fatto in macchina , nell'arco di soli tre giorni, erano assurdi e solo la mia follia mi era stata compagna di viaggio.
-devi ringraziare il cielo perché tu, hai più soldi che buon senso- aveva dannatamente ragione ma la mia mente non aveva fatto altro che arrovellarsi continuamente su un unico grande  desiderio.
Volevo essere con Paulo.
-ti sto portando a Courmayuer, questo dovrebbe bastarti come ricompensa- mi diede un morso al dito e per poco non gli tirai un pugno in faccia.
-che fai!- gli urlai contro mentre si allacciava la cintura mettendosi alla guida.
-volevo vedere se eri viva o se era qualche spirito impazzito a parlare per te- lo guardai di traverso.
Avevamo un'ora e mezza di tragitto ma  il traffico era intenso e speravo di arrivare lì almeno nel pomeriggio, perdendomi però l'occasione di vedere la faccia di Paulo quando gli avrebbero offerto le coscette di rana.
Lui che le rane le odia solo al pensiero.
Più ci avvicinavamo al nord, percorrendo l' A5 in direzione Valle d'Aosta, più il tempo iniziava ad iscurirsi senza portare con se alcun  segno di pioggia e questo voleva dire che da li a poco avrebbe iniziato a nevicare. Per noi ,era un rito anticipare le previsioni del tempo guardando semplicemente il cielo ; ce lo insegnavano fin da bambini come lo si faceva con i colori o i numeri.
-Mat, sai ancora mettere le catene alle ruote ,vero?- diversamente sarebbe stato un gran bel problema.
-si, tu?- non del tutto ma, mi sarebbe bastato vedergliene mettere una e poi mi sarebbe tornato alla mente.
Centocinquanta metri dopo, imboccò il bivio a sinistra per il Gran Passo del San Benardo, qui la coda per il pedaggio era un po lunga e come previsto i vigili in strada ci consigliarono di mettere le catene alle ruote.
Fuori faceva un freddo assurdo e purtroppo con i guanti di lana non avrei potuto mettere le catene e mi toccó rimanere a mani nude. Iniziò a fioccare mentre continuavamo a mettere le catene e sapevo bene che dovamo sbrigarci altrimenti saremmo finiti nel bel mezzo della nevicata che si preannunciava in cielo.
La stufa della macchina era messa a quattro e riscaldava l'abitacolo tenendoci al caldo; Mat si rimise alla guida tranquillo, a lui era piaciuto da sempre viaggiare in macchina, convinto che per strada avrebbe colto dettagli che ,per ovvie ragioni, in aereo non avrebbe potuto vedere.
Il cd di Michael Buble venne pescato dal cruscotto della macchina e venne inserito in modo tale da entrare nel vivo della situazione.
Il tragitto era dritto per almeno un'altra mezz'ora e si percorreva ad una velocità modertata proprio perché la neve iniziava ad imbiancare la strada.
-it's beginning to look like cristmas- cantammo insieme al cd.
Erano questi i momenti che avevano reso la nostra amicizia indistruttibile; giornate di totale improvvisazione che più volte si erano rivelate le migliori di sempre.
Ogni tanto qualche cartello stradale ci dava qualche indicazione ma, Courmayeur era dietro casa, la conoscevamo abbastanza bene.
-ho proprio voglia di una bella tsupa cu le bolé e le trifol- la zuppa con funghi e patate era uno dei tanti altri piatti tipici che eravamo soliti mangiare durante il pranzo del primo dell'anno.
Ovviamente la mangiavano le famiglie tipicamente piemontesi o quelle che comunque decidevano di passare la festa in qualche locale di montagna, dalle nostre parti.
I bolé, cioè i funghi, erano una vera e propria tradizione sacra del nostro posto.
Li cucinavano in qualsiasi maniera e persone come Mat, li mangiavano fino ad avere il mal di pancia.
Io non li amo molto, li mangio solo nelle zuppe , altrimenti la loro cosistenza elastica e gommosa non faceva per niente al caso mio.
Parecchi chilomenti dopo sull'autostrada A5, prendemmo l'uscita per Courmayeur e svoltammo sulla strada statale ventisei in direzione Courmayeur.
La velocità di percorrenza si era ulteriormente ridotta ma erano le nove del mattino ed eravamo comunque a buon punto.
Mancavano gli ultimi nove o dieci chilometri prima di arrivare nel paesino che era uno dei più lussuosi del nord Italia, almeno in inverno.
Svoltammo prima a destra su Via la Villette e alcuni metri dopo a sinistra su Via Circonvallazione poi, tutto a sinistra su Viale Monte Bianco.
Qui i cartelli stradali si facevano più interessanti, alcuni dei quali avevano da sempre divertito me e Mat.
-attenzione alle renne di Babbo Natale- gli dissi non appena alla nostra destra il cartello con un cervo disegnato, ci invitava a fare attenzione a possibili animali sulla carreggiata .
Rise insieme a me, ricordando di come quella volta, Patrizia sua madre, avesse provato a darci lezioni di guida per poi arrendersi alcuni minuti dopo.
Chiamai Dolody per farmi dire esattamente dove li avremmo dovuti raggiungere.
-Grand Hotel Courmayeur Mont Blanc- mi disse ignorando il fatto che era un hotel a cinque stelle e che stava per alloggiare in un posto che ci voleva la vendita di un pezzo di fegato per poter pagare una notte li.
Quando lo dissi a Mat, ovviamente non mancó di fare del sarcasmo sopra; l'unico problema vero era: dove avrebbe dormito lui?
Di certo non potevo pagargli quattro giorni di permottamento in un posto simile, a meno che non avrei vinto all'otto nel giro di pochi istanti o mi avessero espiantato entrambi i reni.
-dormiró in macchina- disse serio per poi scoppiare a ridere, non capii se per la disperazione o per l'assurda ipotesi.
Gli hotel iniziavano a susseguirsi uno dietro dietro l'altro e il posto era tipicamente di montagna al punto che stentavo a credere che non avessero deciso di costruirsi le macchine in legno.
Quando lasciammo la macchina nel parcheggio , ebbi il tempo di guardare bene la struttura da fuori e di pensare quanto diamine fosse bella.
Dentro si respirava della buonissima aria di legna e arancia e l'hostess all'ingresso ci accolse con un gran sorriso.
-avete una prenotazione?- Mat rise sotto i baffi   ed io non sapevo come spiegarle bene la situazione.
-no, siamo venuti qui per una sorpresa- la ragazza ci guardò meno felice di prima e un po più scocciata, credendo che fossimo dei ragazzini fuori di testa che si divertivano a renderle la giornata lavorativa di merda, più di quanto da sola non potesse essere.
-non grandiamo alcuna sorpresa, grazie- tornò dietro il suo bancone e si guardò con il suo collega che era fermo all'ingresso.
-dico davvero, siamo qui per Dybala- mi ignoró completamente e dentro di me sperai che, non appena Paulo sarebbe sceso,lei mi avrebbe dovuto pulire i stivali con la lingua.
Brutta stronza!
-chiama Dolores, altrimenti rimarremo qui- effettivamente era l'unica alternativa possibile.
Rispose immediatamente e insieme a lei si sentiva la voce di qualcun'altro, forse Lautaro.
-vi siete persi?- rise al telefono.
-peggio, non ci fanno passare perché pensano che li stiamo prendendo in giro- rise più forte.
-va bene, arrivo arrivo- staccai la chiamata e Mat discuteva con il ragazzo, provando a fargli capire che eravamo abbastanza grandi da pensare di poterlo scampare ad una cazzata del genere, per di più il primo dell'anno e in un hotel a cinque stelle.
Alcuni minuti più tardi, Dolores comparve uscendo dall'ascensore e per istinto le andai incontro.
-signorina non può..- la sentii parlare ma la ignorai
-Eccoti, finalmente- ci abbracciammo mentre la ragazza ci raggiungeva.
-signorina non può stare qui- disse risoluta.
-sono con me- le disse Dolores ma ignoró anche lei.
-mi dispiace ma non possiamo farla entrare- mi stavo innervosendo perché sembrava che parlavamo in lingue diverse.
-scusi, può cercare il mio nome? Mi chiamo Ginevra Meneghini ed avevo una prenotazione per ieri, con Paulo Dybala- recuperai i miei documenti e mi avvicinai al bancone seguita da Mat che, come me aspettava il momento in cui la sua faccia sarebbe arrossita come la lava incandescende dell'Etna.
Digitó velocemente sul computer e quando trovò affettivamente la prenotazione, non seppe più che dirmi, a parte boccheggiare e farfugliare qualcosa in cerca di trovare un appiglio sui vetri.
- sta arrivando Paulo, gli ho detto che avevo avuto un problema all'ingresso- la sorpresa non sarebbe stata la stessa, immaginavo di poterlo svegliare ma, a mali estremi estremi rimedi.
Il suo volto comparve alcuni istanti dopo e non appena cercò con lo sguardo Dolores, trovò non solo lei ma anche me.
Corse ,letteralmente, quei due metri che dividevamo noi e l'ascensore e mi afferrò per i fianchi baciandomi.
Risi sulle sue labbra e intrecciai le mie dita ai suoi capelli, sempre così dannatamente profumati.
-sto sognando- disse ed io gli baciai la punta del naso.
-proprio no- gli risposi lasciando che mi baciasse ancora una volta.
-eehm, ciao Mat come stai? Bene tu...oh bene anche io!- ci sfottè Mat, attirando l'attenzione.
Paulo mi lasciò poggiare i piedi per terra e lo salutò abbracciandolo.
-sono contentissimo di vedervi- io lo ero di sicuro.
-Paulo, hanno dei problemi perché non li fanno entrare- sembravo una clandestina, detta cosi.
-come?- si rivolse alla ragazza che lo guardava sognante.
Senti ciccia, è mio! Ficcatelo bene in testa.
-no, è stato tutto un equivoco, i signori possono seguirla...anzi, le valigie?- Mat lasciò le chiavi al ragazzo di prima, spiegandogli dove aveva parcheggiato la macchina.
Io, mi lasciai avvolgere dalle strette braccia di Paulo e ci dirigemmo verso le camere.
Non potevo baciarlo come avrei voluto, giusto per mantenere una decenza.
-ti sei fatta tutti questi chilometri in macchina?- mi chiese mentre mi accarezzava il volto, stretti in quell'ascensore che di spazio ne aveva a sufficenza per almeno otto persone.
Annuii e si chinò a baciarmi delicatamente mentre il mio sorriso non voleva assolutamente abbandonare il mio volto.
-potete non accoppiarvi mentre ci siamo anche noi?- ovviamente Mat doveva per forza metterci in imbarazzo, altrimenti non sarebbe stata una bella giornata per lui.
-zio, non voglio cugini...non adesso, abbiamo ancora Lautaro a cui badare- Paulo scoppiò a ridere ed io con lui.
-Dols, e tu che ne sai di come si fanno i bambini?- le disse subito dopo.
Sperai vivamente che scherzasse perché altrimenti bisognava fargli capire che sua nipote aveva abbandonato l'innocenza almeno un tre o quattro anni fa.
La guardai strizzandogli un occhiolino e lei mi sorrise ricambiandolo.
-io non voglio un nipote, sono troppo giovane per cambiare pannolini e soprattutto abbiamo un accordo, devo prima sposarmi io- giusto, perchè così sarei stata sicura che non si sarebbe sentito da solo e abbandonato.
-allora sbrigati a trovartene uno- gli rispose Paulo, stupendomi e lasciando a bocca aperta anche Mat.
Quando l'ascensore si fermò al terzo piano, Paulo mi afferrò la mano e mi portò fuori dall'ascensore.
-ma io dove vado?- gli disse Mat
-Dols, portalo da Mariano e digli che deve trovargli una camera- la ragazza annuì.
-ma, vieni tu al posto di scaricarmi a tuo fratello- gli rispose Mat.
Paulo tappò le orecchie a Dolody e io ero confusa quanto lei.
-com'è che dite voi italiani? Quella cosa che se lo fai il primo dell'anno e poi- Mat scoppiò a ridere mentre io guardavo Paulo allibita.
Alla faccia del "sono argentino", a me sembrava piu torinese di me stessa.
-chi scopa il primo dell'anno poi scopa tutto l'anno- la finezza di Mat era sconvolgente, quasi sembrava un reale della famiglia inglese .
Paulo gli fece un occhiolino e vidi le porte dell'ascensore chiudersi, mentre il mio corpo veniva spinto delicatamente verso la porta della sua camera.
Chiuse in tempo la serratura e il suo corpo si avventò sul mio, in un assaggio di quello che si sarebbe consumato da li a poco.
Fuori la neve cadeva ed era soffice, candida, bella ma soprattutto pura come il nostro amore.
-Feliz año nuevo, mi amor-.



Eccomi,anche se in un ritardo stratosferico.
Prima di scrivere un commento inerente al capitolo, volevo scriverne uno per voi cercando di chiarire alcune cose.
Questa storia, non nasce per istigare le persone ad odiare giocatori di altre squadre, nonostante il mio tifo sia Juventino.
Per fortuna,il buon senso mi insegna che ognuno può tifare la propria squadra senza dover avere rancore verso le altre; è pur vero che ci sono sempre delle antipatie ma, sempre nel massimo del RISPETTO.
I capitoli che scrivo descrivendo le partite, spero si sia capito, che si ispirano allo realtà dunque, se scrivo dal punto di vista delle Juventus perché Gwen è palesemente Juventina, è chiaro che debba avere un tifo particolare per la squadra bianco nera, altrimenti avrei scritto di qualche altro giocatore di qualche altra squadra.
Non credo di aver scritto cattiverie su nessuna squadra, e quando purtroppo mi viene accusato che ho scritto male su altre squadre della serie A, è chiaro che ci resto male.
Non ho nulla contro Napoli e i napoletani, anzi apprezzo molto il loro folklore e i loro essere colorati e vivaci, molto più simpatici di alcuni nordici ma, allo stesso tempo se descrivo la tifoseria napoletana, di certo non posso dire che ha pasticcini, serenate e fiori nei confronti ne della Juve ne di Gonzalo.
Per carita, nessuno biasima nessuno perche anche a noi è capitato che Bonucci andasse via e che alcuni tifosi della juve si accanissero ignorantemente contro di lui ma soprattutto contro il figlio ma, io che non sono ne giudice ne magistrato mi limito unicamente a descrivere ciò che accade nei novanta minuti e se per caso scrivo che contro Higuain siamo stati alzati cori di traditori, non sto di certo dicendo che i napoletani sono persone poco carine, anzi, nel capitolo avevo scritto che Napoli e i napoletani sono gente meravigliosa.
Un'altra cosa, e poi giuro di cocluderla qui, ci sono giocatori che purtroppo possono starci antipatici e altri che invece non importa in che squadre giochino ci staranno sempre simpatici.
Io ad esempio adoro Daniele de Rossi che gioca nella Roma e se anche domani passasse al Toro, per me rimarrebbe comunque un giocatore che adoro da morire, cosi come Nainggolan e Mauro Icardi, come Papu Gomez o Federico Chiesa o ancora lo stesso Bonucci che è passato al milan o Paul Pogba, Patric evra, Dani alves; ognuno ha delle preferenze che prescindono dalla squadra in cui giocano.
Detto questo, io spero sempre di potare il rispetto ad ognuno di voi perche non vorrei mai che qualcuno dovesse sentirsi preso di mira, chiaramente però se la storia di intitola "fino alla fine" e parla di Paulo Dybala, di certo non ci si può aspettare altro se non una storia scritta sotto il punto di vista di una Juventina.

Commento per il capitolo:
Non so voi, ma io ho scritto questo capitolo facendomi attraversare da una serie infinita di emozioni, ognuna della quali ha lasciato una sua traccia dentro di me.
Come avete capito, mi piace molto il periodo dell'anno in cui si avvicina il Natale, forse perché alla fine un po della bambina che è in me, vivrà perpetuamente dentro il mio cuore.
Io amo troppo Gwen e Paulo, forse un po mi somigliano entrambi e per questo sento che tra me e loro ci sia un filo continuo.
Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate di questo capitolo e come al solito, vi sono eternamente grata per il tempo che passare dietro ai miei aggiornamenti.
Sinceramente vostra girasole 🌻

Fino Alla FineHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin