Chapter I

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Lauren's POV

"Amore sveglia..." sentì una mano allungarsi sul mio viso lasciandomi qualche carezza, al sentire il tocco delle sue dita aprì leggermente gli occhi ed un piccolo sorriso sforzato increspò le mie labbra.
"Buongiorno piccola" disse dolcemente la voce della ragazza seduta a bordo letto accanto a me continuando ad accarezzarmi la guancia.
"Hey..." la mia voce uscì leggermente roca, m'inumidì le labbra e feci un leggero sbadiglio.
"Non vorrei metterti fretta ma tecnicamente fra mezz'ora ti aspetta la direttrice in studio per concludere il contratto" disse lei ancora con un tono dolce per poi piegarsi lievemente e lasciarmi un piccolo bacio sulle labbra.
"Oh andiamo! Anche di sabato, non è possibile!" dissi sbuffando per poi buttarmi un cuscino in faccia, la ragazza se la rise e si alzò incitandomi a fare lo stesso dandomi una leggera pacca sulla coscia ancora nuda.
Seppur controvoglia dopo una decina di minuti mi alzai dal letto, controllai il cellulare e velocemente scesi al piano di sotto sentendo un buon profumino provenire dalla cucina. Varcai la porta e vidi la ragazza ai fornelli, appena avvertì la mia presenza si girò venendo verso di me per darmi un lungo bacio.
"Dove sono Klaus e la servitù?" le chiesi cingendole la vita da dietro mentre lei rigirava dei pancakes.
"Mhh... gli ho dato la mattinata libera, Klaus si è fatto anziano Laur, un po' di vacanza ogni tanto..." disse lei rimproverandomi per scherzo, io ridacchiai nel suo collo e poi andai a sedermi vicino al lungo bancone bianco ch'era quasi al centro della mia cucina. La ragazza mi porse i miei pancakes mentre faceva il giro per sedersi di fronte a me, mangiammo insieme dopodiché mi alzai ed andai a prepararmi con molta calma pur sapendo di essere in ritardo.

Essere Lauren Jauregui non era facile, soprattutto se dovevi essere puntuale agli appuntamenti. Ero sempre stata una persona ritardataria: la sveglia, l'essere mattutini, l'orologio al polso, la puntualità non facevano proprio per me, decisamente no. Il cellulare squillò improvvisamente.
"Lauren?" disse la voce dall'altro lato che subito riconobbi.
"Dinah, come stai?!" dissi sorpresa della sua chiamata mentre mi abbottonavo gli skinny neri strappati che avrei indossato quella mattina.
"Bene Jauregui, tu? Come sta la mia miliardaria?" disse sfottendomi la polinesiana, io scoppiai in una fragorosa risata che contagiò anche lei mentre con una mano infilavo le mie  Dr. Martens bordeaux.
"Piantala, sei solo invidiosa" dissi finendo di ridere prendendola in giro, la sua risata sfumò piano trasformandosi in silenzio.
"Lauren ascolta... ti ho chiamato per chiederti una cosa, in realtà" disse lei in tono serio.
"Oh dai Jane, non te la sarai mica presa?" chiesi sentendomi leggermente in colpa, mi diedi un'ultima occhiata e presi la giacca di jeans nera e le chiavi della mia Maserati dalla scrivania.
"Ma no Jauregui... comunque volevo chiederti se potes-"
"Amore farai tardi, muoviti!" Dinah venne interrotta dalle urla della mia ragazza che mi sollecitava a sbrigarmi.
"Sto scendendo!" urlai di rimando.
"Scusa DJ, dicevi?" le chiesi lasciando la porta della camera chiudersi alle mie spalle.
"Nulla Jauregui, ancora con Sam?" mi chiese riferendosi alla mia ragazza, cambiando completamente argomento e tono.
"Certo" mi uscì una risatina "perché non dovrei?" continuai.
"Beh, di solito il lupo perde il pelo ma non il vizio" la buttò lì scherzando. Ed era vero, non mi sarei mai impegnata seriamente, ero sempre stata il tipo da "sabato sera dopo una sbronza" non da "lunedì con caffè e cornetto", almeno negli ultimi quattro anni, ma di questo né Sam né le ragazze prima di lei ne erano a conoscenza.
"Sei pessima Jane, comunque devo andare... C'è la direttrice di un qualcosa che non ho ben capito che mi aspetta in ufficio, ed indovina?" le chiesi con fare ovvio aprendo la porta di casa.
"A dopo Sam!" urlai uscendo.
"Sei in ritardo" rispose ovviamente Dinah dall'altro capo, io ridacchiai.
"Va bene, va bene Signorina Mille impegni, credevo di poterti convincere a volare a Miami questo pomeriggio ma non credo sia il caso.." disse lei.
"Non penso proprio di riuscirci DJ, mi spiace... sarà per la prossima?" chiesi con tono di scuse.
"Sicuro Jauregui, buona giornata e cerca di rilassarti" disse la mia amica ridacchiando.
"Lo farò, ci sentiamo D" dissi per poi riattaccare.
Dopo aver aperto il garage ed essere salita in macchina, percorsi il breve vialetto che portava all'uscita della mia villa e sfrecciai fuori notando l'immenso ritardo.

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