CHAPTER X

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LAUREN'S POV

''Hey...'' sentì una voce sussurrare al mio orecchio mentre una mano mi accarezzava delicatamente il braccio. Mi voltai di scatto e lentamente aprì gli occhi, la prima cosa che pensai fu che Camila fosse davvero cambiata poi in un attimo sbarrai gli occhi rendendomi conto, mentre i flashback sfocati della sera prima attraversavano le mie sinapsi, che non era proprio per niente lei.

''Hey...'' risposi con la bocca impastata, suonando confusa e interrogatrice, lei sorrise seducente roteando gli occhi.

''Celine'' disse in un soffio, capendo non ricordassi il suo nome. Mi stropicciai gli occhi con una mano mettendomi velocemente seduta, avevo le gambe incrociate e la schiena appoggiata alla spalliera del letto, poggiai lievemente la testa sentendo l'odore di rum fuso col gin esattamente sotto il mio naso e una piccola smorfia di disgusto non fu lenta a comparire.

''Scusa Celine, sono leggermente disorientata'' dissi abbozzando una risatina, lei ricambiò indicando con un indice il comodino alla mia destra.

''E' passata Normani, credo si chiami così, lasciando delle aspirine con quella brocca d'acqua'' disse facendo poi cenno alla brocca poggiata sulla scrivania... solo Mani poteva ricordare la mia sbadataggine in post sbornia. Ricordai velocemente quella che probabilmente fu l'ultima ubriacata da liceale, prima che iniziassimo il college: eravamo a casa dei genitori di Dinah, qui a Miami, era una calda sera di fine Settembre, il sole calava ma i bicchieri erano sempre su, all'insegna del prossimo brindisi; ricordai Camila ed il suo sguardo un po' sognante e un po' perso, mentre fissava l'orizzonte con il suo cocktail fruttato e il momento, l'esatto e preciso momento nel quale ci promettemmo che non ci saremmo perse mai. Sorrisi, ripensandoci, forse anche con una lieve venatura sarcastica, ma, alla fine dei conti, era solo una calda giornata di fine estate, eravamo giovani, ubriache e felici. Abbandonai il pianeta ricordi tornando alla realtà, ringraziai con un cenno Celine e feci per alzarmi.

''Cos'è, te ne vai senza nemmeno dirmi come ti chiami?'' mi chiese con un non-so-che di seducente la mora ancora distesa tra le lenzuola candide di quella stanza, io ero di spalle mentre colmavo fino all'orlo quel bicchiere che sarebbe stato la mia salvezza per il fatidico pranzo che avrei dovuto affrontare di lì a poco. Ingerì il contenuto tutto d'un fiato, poi mi chinai verso la valigia per prendere dei vestiti puliti.

''Puoi chiamarmi come preferisci, Celine'' risposi col suo stesso tono, poi mi voltai leggermente verso di lei

''...ti lascio dare un nome a questo volto che ricorderai per sempre come la miglior notte della tua vita'' conclusi ammiccando per poi aprire la porta e richiuderla alle mie spalle, non prima di aver visto, però, il ghigno malizioso sulla sua faccia. Andai verso camera di Normani, letteralmente in mutande e reggiseno, ed entrai dopo aver bussato.

''Mani, mi hai ovviamente salvato la vita anche oggi...'' dissi appoggiandomi al legno freddo della porta, lei rise sbuffando.

''Se non ci fossi io, Jauregui, se non ci fossi io!'' mi canzonò un po', scossi ridendo il capo e le chiesi di fare una doccia da lei, annuì tranquillamente.

''Non ho capito, tu dovevi fare l'uscita di scena plateale e ora tocca a me averti in camera?!'' disse alzano la voce per farsi sentire dal bagno, io scoppiai in una risata sonora che contagiò anche lei.

''Che scema che sei'' dissi mentre il forte getto d'acqua sciacquava via i residui di alcool misto a sesso dalla mia pelle sudaticcia.

''Allora?'' sbucò la sua chioma riccia tra le ante della doccia, facendomi sobbalzare.

''Cosa?'' dissi aprendo un solo occhio mentre toglievo la schiuma dello shampoo dai capelli.

''Com'è andata la nottata?'' disse strizzando l'occhio nel tentativo per niente riuscito di fare un occhiolino.

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