CHAPTER XIII

981 20 2
                                    

LAUREN'S POV

Il sole che picchiava contro gli enormi finestroni della mia camera da letto mi svegliò da quel sonno per niente profondo acquisito non troppe ore prima. Mi stropicciai un po' gli occhi mentre uno sbadiglio mi faceva spalancare la bocca, con una mano afferrai il cellulare dal piccolo comodino accanto al letto e sbloccandolo rilessi, per quella che forse fu la trentesima volta, l'ultimo messaggio di Camila della sera prima, che non avevo mai visualizzato. Questo nuovo rapporto che avevamo instaurato dal ritorno da Miami non era tra i miei preferiti, in comparazione agli altri panni che avevamo vestito, questi erano quelli meno comodi e più formali. Io e Camila eravamo state di tutto: sconosciute, nemiche, uscenti, fidanzate, amiche di letto... Di tutto, ma amiche mai. E questo mi suonava strano, sconosciuto, insolito. Non l'avevo mai guardata allo stesso modo in cui guardavo Dinah, per esempio, né avevo mai pensato di poterne essere capace. Difatti non lo ero. Gli occhi sono lo specchio dell'anima e potrò ingannare le nostre amiche, forse persino lei, e potrò ingannare anche me stessa comportandomi da normale conoscente ma gli occhi no, quelli non potranno mai cambiare. Non succederà mai, nella mia vita, che trovandomela davanti io possa – anche per un solo, unico ed impercettibile secondo – guardarla con occhi diversi, con occhi vuoti d'amore. Semplicemente perché non sarebbe la mia anima, a guardarla, se così fosse. E sapevo bene che lei lo sapesse, perché glielo dicevo: con gli occhi, gli stessi di sempre, ogni volta che la guardavo. Nonostante i miei gesti e le mie azioni non coincidessero con i miei sguardi, nonostante il mio atteggiamento nei suoi confronti non lo esternasse, sapevo che sapesse. Perché lei, in fondo, l'anima me l'aveva saputa leggere dal primo giorno, da quando la sua scelse di appartenermi e la mia, inerme ed esterrefatta, decise lo stesso. Mi sentivo bene, dopo Miami, perché sapevo che averla nella mia vita mi bastasse, anche se avrei dovuto rassegnarmi a tante cose: il nuovo rapporto, il suo fidanzato, il suo matrimonio. Dal compleanno di Ally ci eravamo promesse, tutte noi, di rivederci almeno una volta al mese per cui da quel momento iniziammo ad organizzare delle cene o delle uscite per stare insieme ed aggiornarci periodicamente faccia a faccia, oltre che per telefono. Per cui avevo avuto l'occasione di 'abituarmi' al rapporto emergente con Camila e, dopo essere stata onesta con me stessa e con lei quel famoso pomeriggio in piscina, l'aria finalmente non era più tesa quando eravamo insieme allo stesso tavolo o semplicemente nello stesso luogo, cosa che diede un attimo di tregua anche alle nostre amiche che non sapevano mai come dividersi tra noi. La sveglia che prese a suonare mi risvegliò dai miei pensieri ricordandomi l'agenda piena della giornata, come ogni altro giorno, del resto. Quindi mi alzai svogliatamente, trascinandomi verso il bagno dove mi catapultai letteralmente sotto la doccia. Mi vestì velocemente e scesi di sotto dove misi a fare del caffè da portare in ufficio, comodamente in thermos. Una volta pronto, presi il casco che avevo distrattamente lasciato in soggiorno e le chiavi della moto per dirigermi verso il garage dove custodivo i miei gioiellini. Ultimamente mi era davvero sfuggita la mano nell'acquisto tra moto e auto, pensai varcando lo scomparto. Senza troppi indugi, misi in moto il mio bolide e partì spedita attraversando il grande cancello bianco che si richiuse repentinamente alle mie spalle. Mentre ero diretta allo studio un pensiero insistente fece si che invertissi velocemente rotta ma non prima di fermarmi al chiosco di Miguel, che tanto mi era di strada.

''Permesso?'' chiesi aprendo leggermente la porta prima di sporgermi poco con la testa.

''Certo, vieni'' accolse la richiesta ed entrai.

''Tieni'' dissi semplicemente, porgendole un sacchetto, lo stesso di ieri. Sorrisi vedendo lo scatolo della pizza sul piccolo appoggio affianco al letto, mi piacque pensare di averle fatto sentire la mia presenza con quel piccolo gesto.

''Se non ci fossi tu a sfamarmi...'' rispose Camila con un piccolo sorriso che io ricambiai.

''Allora, come va oggi?'' chiesi appoggiandomi alla finestra, lei scosse il capo sorridendo.

DESTINYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora