Young blood[2]🐙

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Mi avvicino al mio tavolo dove si trovano anche i miei amici, ma questa volta devo parlare con una in particolare.
Sì, potevo farlo a casa visto che la condividiamo, ma visto che non si è presentata a casa fino a notte fonda è stato difficile parlarne, quindi è meglio approfittarne adesso. A quanto pare le cose tra lei e Liam stanno migliorando ed è per questo che non torna più a casa a un orario decente, ma sono felice che si sia fatta un vero amico.
Appena sono dietro di lei metto le mie mani sulle sue spalle e lei si gira per controllare chi sia stato a toccarla, appena mi riconosce si rilassa.
-Posso parlarti?-le domando e lei annuisce alzandosi dal suo posto e seguendomi fino a quando siamo abbastanza lontani da tutti.

Gli racconto del piano di mio padre per poi fargli vedere il registratore che tengo nella mi tasca della felpa. Ginevra, per tutto il tempo non fa trasparire nessuna emozione in particolare.
-E, quindi, ti volevo chiedere se sei d'accordo-concludo sempre guardandola negli occhi, ma lei non mi sta guardando.
-Non mi devi chiedere il permesso-ribatte puntando i suoi occhi nei miei, per pochi secondi, per poi guardare il tavolo da cui l'ho sottratta.
-È tua sorella.
Annuisce per poi lasciarsi andare ad un sospiro, volta le spalle ai nostri amici e il suo sguardo si rattrista.
-Dopo questo, cosa mi succederà? Tornerò dai miei genitori?-mi chiede a testa bassa.
-Ciò ho già pensato a questo, e la risposta è no-le svelo e finalmente torna a guardarmi negli occhi, stupita-Mio padre ti prenderà in affidamento, ovviamente se tu vorrai.
-Lo farebbe davvero?
Sorrido leggermente:-Ginevra, tu sei una brava ragazza e meriti di avere tutto ciò che il mondo ha da offrirti. So che la tua vita non è stata facile, ma adesso sei qui, e io ti prometto che ti proteggerò, se tu me ne darai l'opportunità.
Noto che si morde l'interno labbro e i suoi occhi ormai sono diventati lucidi. Mi avvicino a lei, la abbraccio e contro ogni mia aspettativa lei ricambia.

 Mi avvicino a lei, la abbraccio e  contro ogni mia aspettativa lei ricambia

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-Noi saremo la tua nuova famiglia, te lo prometto-le sussurro all'orecchio.
Ginevra non è la tipica ragazza che si abbandona nei gesti d'affetto, anzi cerca di evitare proprio il contatto fisico, eppure in questo momento si sta lasciando abbracciare da me. Ginevra non riesce a esprimere le proprie emozioni per paura di risultare debole, no, lei è la tipica ragazza tosta che niente e nessuno può scalfire, ma non è così, è piena di insicurezze e non le fa notare a tutti.
Io la voglio nella mia vita, voglio aiutarla perché se lo merita di essere felice.


...



Entro nel solito appartamento con le mura spoglie, vado verso la cucina dove trovo Rachele in abiti più sobri e con la tavola già apparecchiata per mangiare.
-A che devo tutto questo?-chiedo, mentre appoggio la cartella sulla soglia della porta ed entro nella stanza.
-Mi andava di passare un pomeriggio romantico-risponde stringendosi nelle spalle e sfoderando un sorriso raggiante-Su, siediti.
Mi siedo e intanto che Rachele mette la pasta nei piatti io mi chiedo se sia il momento giusto per mettere in atto il piano. Tocco il registratore nella tasca e il mio dito è proprio posizionato sopra il tasto per iniziare a registrare.
La mia sequestratrice, non ché la mia prima ragazza, posiziona il piatto di pasta fumante sotto il mio naso e mi guarda tutta felice.

Tre, ormai quattro, anni fa me la sono immaginato questa scena nella mia mente: io vedevo davvero un futuro con lei. Io immaginavo molte cose per il futuro con lei sempre presente: avere una casa o un appartamento, stare insieme, innamorati e straordinariamente felici. Io la amavo così tanto. È stata un'ancora di salvezza, senza di lei non sarei sopravvissuto a quella vita, mi sarei lasciato andare.
Tolgo la mano dalla tasca e la metto sul tavolo. Non so se c'è del buono in lei, ma io ci voglio credere. Non credo che le persone siano cattive di natura. Forse anche lei può cambiare, come me.
-Grazie-sussurro guardando la pasta al pesto.
Sbuffa:-Che c'è?
La guardo:-Perché non mi lasci andare? Rachele, ci abbiamo provato, ma io non ti riesco più ad amare come tu ti aspetti.

Si allunga verso di me e mi osserva con attenzione.
-Allora, spiegami perché abbiamo fatto l'amore in quella casa.
-Perché pensavo di essere quel ragazzo che ero un tempo, ma non è così ed è per questo che non ti posso amare. Io non ti amo e mai ti potrò amare come tu vorresti-le spiego con più dolcezza possibile in voce.
Gli occhi della ragazza accanto me sono diventati lucidi e mi fa male vederla in questa posizione. Abbassa lo sguardo e appoggia la schiena allo schienale della sua sedia.

Nemmeno un secondo dopo punta i suoi castani nei miei, non ha più gli occhi lucidi per la tristezza, ma oramai solo lucidi per la rabbia

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Nemmeno un secondo dopo punta i suoi castani nei miei, non ha più gli occhi lucidi per la tristezza, ma oramai solo lucidi per la rabbia.
-Non ti lascerò andare lo stesso, io so che mi ami-sbotta per poi alzarsi e dirigersi verso il lavandino, dandomi le spalle.
Cos'altro posso fare?
Rachele non sembra ascoltarmi e non sembra dell'idea di rinunciare a me tanto facilmente. Cos'ho fatto per farla innamorare così tanto di me? Non me lo spiego il suo insano amore nei miei confronti.
-E va bene-sospira per poi girarsi dalla mia parte con una pistola in mano e che punta direttamente alla mia testa.
Il mio corpo automaticamente si congela sul posto e non so più cosa fare. Chi pensava che Rachele avesse a portata di mano una pistola?
Adesso cosa devo fare.
Sogghigna e, sempre puntandomi addosso quell'arma, si muove nella mia direzione.
-Pensavi che non me ne fossi accorta?-mi chiede risedendosi sulla sua sedia-Io ho sempre saputo cosa facevi a scuola e, a mio malgrado, ho notato anche la slealtà di mia sorella-mi informa, stringendosi nelle spalle-Ma non importa, non più per lo meno, c'è ne andremo via solo io e te, ho già preparato le valigie.
-Rachele perché lo fai? Potresti avere un uomo che ti ami veramente al tuo fianco-dico con la massima calma, ma sembra così difficile in questo momento.
Io non voglio rinunciare alla mia vita, ai miei amici o alla mia famiglia.

Muove l'oggetto che tiene in mano e fa arrivare la canna ad appoggiarsi contro la mia fronte; sento il freddo metallo sulla mia pelle: il mio cuore batte a un ritmo irregolare e non sento più caldo.
So che Rachele non mi farebbe mai del male, ma non credevo che sarebbe arrivata nemmeno a questo punto quindi tutto è in dubbio.
-Alzati, è ora di andare, spero che tu abbia salutato i tuoi amici-mi ordina ritirando la pistola e continuandomi a guardare trionfante.
-No.
In meno di un secondo rialza l'arma e senza tentennare nemmeno un secondo preme il grilletto, provocando un innesto a catena. Chiudo gli occhi, mentre sento il rumore dello sparo, vedo tutti i visi delle persone a cui voglio bene passarmi davanti.

Una vita per distruggerti //cole sprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora