rain🐙

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Mi guardo allo specchio, notando la figura che si riflette in esso. Alzo i capelli: starei meglio con i capelli legati o sciolti?
La porta di camera mia viene aperta, senza il mio permesso e ci entra la furia di mia sorella con indosso un vestito davvero corto e che le sta da favola.
-Non sei ancora pronta?!-sbotta, mentre mi squadra da testa a piedi.
-Per la verità, sono pronta-le rispondo, mentre mi siedo sul letto.
-Vieni così?-domanda, ancora incredula.
-Cosa c'è di male?
Mi sono messa dei pantaloni di jeans chiari poco strappati, un maglione nero e degli stivali poco alti. Non credo di aver abbinato male i colori.
-Ma come fai ad attirare i ragazzi?-mi domanda.
-Io non voglio attirarli.
Sorride di scherno:-Tu stai bene da sola.
-Già-mi limito a rispondere, mentre abbasso lo sguardo.
-Per me non stai male-interviene una voce maschile in mio soccorso. Rialzo lo sguardo e vedo Peter sulla soia della mia camera che mi regala un piccolo sorriso.
-Non capisco come possiamo essere sorelle-dichiara infastidita Rachele prima di lasciare la mia stanza.
Abbasso lo sguardo e stringo nel mio pugno il gioppino a forma di pterodattilo blu.
-Ginevra-mi richiama la voce di Peter, ma non alzo la testa-Sei bellissima.
Lo so che lo sta dicendo per solidarietà, non lo pensa veramente. Io non sono per niente bella, sono tutto il contrario di bella. Se fossi bella avrei degli amici o un fidanzato, non sarei sicuramente la stronza che sono.
No, impossibile, io non sono bella, quelle belle nella famiglia sono le mie due sorelle maggiori, io sono solo io. Niente di più di quello che mostro.

Per tutto il viaggio in macchina mi soffermo ad osservare mia sorella e non posso fare a meno di essere gelosa della sua bellezza...
Arriviamo troppo presto al ristorante e fuori ci troviamo Liam ad aspettarci, Peter lo saluta con un abbraccio veloce per poi, malvolentieri, presentarlo anche a Rachele.
Guardo il ragazzo dagli occhi color cielo sereno e lo noto indossare un semplice maglione blu e dei pantaloni di jeans neri, che non gli stanno per niente male.
-Ciao Ginevra-mi saluta, puntando la sua attenzione su di me. Mi ha chiamato con il mio vero nome, non ci credo, e contrariamente non ne sono felice...
-Dai, entriamo, ho fame-parla Peter richiamano l'attenzione di tutti.
-Smettila, Peter, hai rovinato il momento-lo rimprovera mia sorella e io abbasso la testa per l'imbarazzo. Questa sarà una lunga serata.
Entriamo nel locale a dir poco raffinato. Al tavolo io mi siedo affianco a Liam, mentre davanti a quest'ultimo si mette Peter.

La serata passa tra una domanda di mia sorella e un'altra, tutta rivolte per Liam, anche se alcune volte interveniva Peter in suo soccorso e non potrò mai ringraziarlo abbastanza. Io non sono riuscita per niente a parlare. Tutto questo mi imbarazza.
Quando ordiniamo il dolce Rachele mi ordina di accompagnarla in bagno e dopo un lungo scambio di sguardi ho accettato, ed eccomi qui, in bagno con lei che si sta rifacendo il trucco anche se non le serve.
-Non è male il ragazzo-confessa, mentre si mette il mascara.
-Lo so.
-Certo, è un po' impacciato, e non ha niente di divertente, ma per stare con te va bene-lo sminuisce.
-Non sta con me, siamo solo amici.
-Non ti piace?-mi domanda, mentre mi guarda dallo specchio.
-No.
-Allora dovresti dirglielo, perché da come ti guarda, a lui piaci e non poco-afferma alzando le sopracciglia, divertita dalla situazione.
Abbasso lo sguardo sulle piastrelle bianche. Rachele si sta sbagliando, a Liam non posso piacere ne ora, ne mai. Io non lo merito.
Appena usciamo dal bagno troviamo già al tavolo i dolci e due ragazzi che stanno parlando animatamente di calcio.

Tutto viene offerto da mia sorella e quando siamo fuori Liam si offre di accompagnarmi alla macchina, ma Rachele sembra di un'altra idea.
-Portarla a casa tu-gli ordina Rachele, mentre afferra la mano di Peter, poi punta la attenzione su di me e alza un sopracciglio-Vuoi?
Guardo il ragazzo al mio fianco:-Puoi?
-Certamente-risponde prima a me, poi a mia sorella.
Pochi istanti dopo siamo a passeggiare in un parco poco affollato e ringrazio il cielo di avermi fatto mettere i pantaloni.
Io e Liam ci sediamo su una panchina e, finalmente, per qualche secondo per lo meno, smette di parlare di com'è andata la serata. Mi piace quando parla, parla per tutti e due, ma quando incomincia non smette più e vorrei tanto che avesse un'interruttore.
-Fox-mi richiama, finalmente con quel nomignolo, mi giro a guardarlo-Comunque, mi sono dimenticato di dirti che stasera sei bellissima.
-Grazie-dico, mentre sento le mie guance andare a fuoco. Spero che non si veda.

-Non che gli altri giorni tu non sia bella, no, certamente, tu sei bella sempre-spiega, andando nel pallone

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-Non che gli altri giorni tu non sia bella, no, certamente, tu sei bella sempre-spiega, andando nel pallone.
Sorrido, è tenero quando va nel panico perché ha paura di aver detto qualcosa di sbagliato.
Guardiamo delle coppie passare e ogni singola ragazza in mano tiene una rosa rossa.
Mi chiedo cosa si provi a essere innamorati. Dicono che sia bello innamorarsi di qualcuno, ma allora perché, alla fine, si soffre per questo sentimento?
Una cosa non può essere sia bella che brutta. Io non posso accettarlo ed è per questo che non voglio sperimentarlo. Io non voglio innamorarmi. Non voglio dare l'opportunità a qualcuno di ferirmi, nessuno potrà mai farlo.
Io non voglio soffrire, ho già provato questo sentimento, e non mi piace. Odio essere vulnerabile. Odio piangere.

Passa un uomo con un mazzo di rose e si ferma proprio di fronte a Liam che mi stava dicendo una barzelletta tanto per non fare cadere il silenzio, e così l'imbarazzo, tra di noi. So che si sta sforzando molto a causa mia e mi dispiace essere così fredda, non se lo merita, però non so cosa fare. Questa sono io.
Liam gliene compra una per poi puntarla nella mia direzione, immagino per regalarmela.
-Grazie-dico, mentre la prendo tra le mie mani, stando attenta a non beccare le spine.
Alzo gli occhi dal fiore e guardo Liam, le parole in bagno che mi ha detto mia sorella mi tornano in mente.
Con la rosa in mezzo ai nostri corpi, il ragazzo mi si avvicina facendo diminuire la distanza tra i nostri visi. Questo sarebbe il mio primo bacio...
All'ultimo istante mi giro e lascio cadere la rosa sulla panchina in ferro.
Non posso. Non me la sento.
Metto la mano dentro alla tasca del giubbotto e stringo nel pugno il gioppino blu.

-Mi dispiace-si scusa Liam, anche se non ha niente di cui scusarsi, sono io che ho qualche problema. Io sono quella sbagliata, sempre.
Scuoto la testa delicatamente, senza guardarlo:-Liam, in questo momento non cerco un fidanzato, ma un amico.
Giro la testa e lo guardo dritto negli occhi e, come al solito, mi stupisce perché i suoi occhi emanano una dolcezza incredibile.
-E io sarò quell'amico, finché ne avrai bisogno-mi rassicura, mentre riprende il fiore e me lo porge, sorridendomi timidamente.
Gli sorrido a mia volta e metto la mia mano sopra la sua.
Liam Cooper è il ragazzo più buono che io abbia mai conosciuto, ed è per questo che non lo merito.

Una vita per distruggerti //cole sprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora