Holding out for a hero. [5]

Comincia dall'inizio
                                    

-Se vuoi venire a casa nostra devi solo dirlo-mi informa Ryan mettendosi al mio fianco mentre nostro padre va a prendere la mia valigia.
Guardo il lungo edificio grigio spoglio, a fatico riesco a credere che la donna che conoscevo come mia madre si sia ridotta a vivere in certe abitazioni.  Perché non ha accettato il sostegno economico di mio padre?
Dennis mette ai miei piedi la valigia nera e mi si para davanti.
Contro ogni mia aspettativa mette le sue mani sulle mie guance e mi costringe a guardarlo negli occhi: sono blu, proprio come i miei.

-Figliolo, per qualunque cosa, io ci sono e se hai problemi vieni pure da me: casa mia è sempre aperta per te-afferma senza lasciare la presa sulla mia testa e, questo contatto, a me irrita

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-Figliolo, per qualunque cosa, io ci sono e se hai problemi vieni pure da me: casa mia è sempre aperta per te-afferma senza lasciare la presa sulla mia testa e, questo contatto, a me irrita.
Non sono uno che dà molto affetto e sono una di quelle persone che non accetta, quasi mai, il contatto fisico con le altre persone.
Annuisco e finalmente l'uomo davanti a me mi sorride per poi togliere le mani dal mio viso e porgermi la valigia.
Ryan mi dà una pacca sulla spalla:-Ci vediamo a scuola, allora.
Ancora una volta mi ritrovo ad annuire, non sapendo cos'altro dire o fare.
Mentre sento che si chiudono le portiere della macchina, io incomincio a salire le scale che mi stanno portando all'entrata di questo edificio. Dietro questa porta ci troverò le persone che non sono mai venute a trovarmi, le persone che mi odiano di più al mondo.
Sento la macchina alla mie spalle partire così senza aspettare altro mi giro e corro via da tutto questo, non c'è la posso fare. Non sono pronto.

Corro schivando la gente che cammina sul marciapiede

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Corro schivando la gente che cammina sul marciapiede. Corro con tutte le mie forze lontano da questo posto e da quelle persone.
Perché non ho deciso di rimanere con mio padre? Perché ho scelto la strada più difficile? Perché dovrei cercare il loro perdono?
Corro così tanto che i polmoni mi incominciano a farmi male. Mi fermo solo quando arrivo in un posto dove non posso più scappare: sono arrivato al mare.
Mi fermo e mi piego in due per colpa del fiatone. Cerco di respirare e intanto mi incammino verso il mare. Tocco la sabbia che non vedo da tre anni.
Mi sembra di essere un bambino che vede, per la prima volta, qualcosa del tutto nuovo e meraviglioso.

Tocco l'acqua gelida del mare e avvicino a me le punta delle mani, sento anche il suo profumo di salsedine che mi è sempre piaciuto.
Il vento mi scompiglia i capelli, ma non ho freddo.
Mi siedo sulla sabbia bagnata e ascolto il rumore delle onde mentre la solita pioggerella fastidiosa mi bagna.

Mi siedo sulla sabbia bagnata e ascolto il rumore delle onde mentre la solita pioggerella fastidiosa mi bagna

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sono finalmente fuori, sono finalmente libero...
Da quanto aspettavo questo momento.
Mi porto i capelli indietro e senza aspettare altro faccio quello che mi ha insegnato Tamara: fare uscire tutta la rabbia, il rancore, con un semplice urlo. Mi metto a urlare contro il mare.
È così bello essere qui.

Quando mi sono sfogato capisco che è ora di alzarsi e di affrontare le persone che mi amavano di più e che io stesso ho ferito.
Mi alzo in piedi e mi pulisco i pantaloni dalla sabbia. Sarò un fratello e un figlio migliore questa volta. Non cadrò più in quel tranello.
Giro la testa per tornare indietro e vedo all'inizio della spiaggia qualcosa di diverso, una cosa che prima non c'era: una sagoma nera con in mano un ombrello rosso. Impossibile da non notare.
Ha i capelli lunghi, è una ragazza e mi ha visto.
Faccio un passo nella sua direzione ma, appena lo faccio, lei si gira e si incammina lontano da me. Chi sarà mai?
Mi sembra di conoscerla...
Risalgo velocemente la spiaggia e cerco di raggiungere quella persona, per vederla in faccia, ma mentre io sono uscito dalla spiaggia lei è già entrata in città e tutti hanno un ombrello di colore diverso. Mi è sfuggita.
Scuoto la testa e mi sistemo i capelli che mi sono ricaduti davanti al volto, dietro.



Torno indietro. Torno verso la mia nuova casa con il cuore che mi batte a mille.

Una vita per distruggerti //cole sprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora