𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 18 || "𝖰𝗎𝖺𝗅𝖼𝗁𝖾 𝗉𝗋𝗈𝖻𝗅𝖾𝗆𝖺 𝖽𝗂 𝗆𝖺𝗍𝗎𝗋𝗂𝗍𝖺̀"

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Sirius, che non era mai stato un patito del tè come il figlioccio¹, non capiva la sua ossessione nel bere almeno una tazzina al giorno. Venendo costantemente liquidato con dei «Siamo inglesi, no?» un po' esasperati si era arreso.
Ma anche Ron - che non sopportava il tè caldo, da quanto aveva capito - sembrava scettico a vederlo così. Seduto con la schiena talmente dritta da sembrare millimetrata, il suo giovane, pallido viso aristocratico e, ciliegina sulla torta, il piattino accuratamente posizionato sotto la tazza, Harry Potter dava a chiunque l'impressione di essere maleducato, se messo in confronto con lui.

Quando terminò il suo tè sospirò, rabbrividendo per l'improvviso cambio di temperatura.
«Che lezione abbiamo in questo pomeriggio, per prima?» domandò Lavanda, cercando il suo orario nella borsa.
Aveva infatti perso il foglietto ore prima a colazione, ma non voleva perdersi d'animo quindi aveva scelto di continuare a cercarlo fra i libri.
«Doppia ora di Pozioni con Serpeverde. Con Piton» sputò Ron, con profondo sconforto «preferirei andare in Infermeria tutto l'anno piuttosto ch-... Harry? Ti senti male?».
Il ragazzino, alla nomina di quel cognome, era impallidito paurosamente, perdendo quel tenue colorito rosa sugli zigomi.
«Oh sì, solamente un calo di pressione, forse. Ho solamente fame, non preoccupatevi» mentì, consapevole di non star dicendo completamente una bugia.

"Non posso aver capito male... ma non può esserci un altro Piton, no? No no no no, un altro dannato mangiamorte scampato da Azkaban, a insegnare, perlopiù. Oh no, ti prego no".
Il ragazzino non riuscì però reprimere un bel pensiero: avrebbe fatto faville a Pozioni².
Essendo la sua seconda materia preferita, non poteva veder l'ora, la sua impazienza era sfociata fin dal primo giorno di lezioni, e la delusione lo aveva colpito quando nel suo primo orario era assente quella materia.

Non si era scoraggiato quando Anthony Goldstain, di Corvonero, era sbiancato, a sentire le sue domande entusiaste, con i capelli biondi attaccati al sudore sul suo collo abbronzato. Il suo amico Michael Corner, invece, gli aveva dato una breve risposta, guardando la sua cicatrice in vari momenti, probabilmente credendo di non esser notato. «Non è stata particolarmente piacevole, Harry. Fidati, magari col tempo migliorerà... ma è orribile, è talmente antipatico...».
Terry Boot gli aveva lanciato un'occhiataccia come ad ammonirlo.
«Migliorerà, sì, ne sono certo. Nessun professore può comportarsi in quel modo per anni».

Rilesse velocemente la lettera che teneva dentro il libro di Incantesimi, il sorrisino spontaneo alla vista della calligrafia tutta scarabocchi.
"Caro Harry
So che hai la sera di venerdì libera: ti andrebbe una tazza di tè con me intorno alle tre? Voglio che mi racconti tutto dei tuoi primi giorni di scuola.
Hagrid".
Il ragazzino aveva gioiosamente accettato, spiegando quindi a colazione la situazione ai suoi curiosi compagni. Erano rimasti un po' scettici, inizialmente, ma con una scrollata di spalle accettarono ciò.
Ron, inoltre, per "assicurarsi che tutto andasse bene" si era offerto di accompagnarlo. Harry, capendo il motivo delle sue occhiate scettiche ai tre primini di Serpeverde - coloro che non smisero nemmeno per un momento di fissarlo con astio - rimase profondamente commosso.

Draco Malfoy, l'esatta copia dell'atteggiamento del padre visto nei ricordi di Sirius, aveva cominciato a seguirlo per i corridoi, tallonato da Gregory Goyle e Vincent Tiger. Sfortunatamente per loro, poteva Merlino sapere le loro intenzioni, Harry aveva trottato tutto il primo giorno in giro con almeno sei persone al fianco, ovvero i suoi compagni Grifondoro ed occasionalmente Hermione, unitasi a loro. Ad accompagnarli, oltretutto, se avevano lezione assieme arrivavano alcuni Tassorosso e Corvonero, tutti più che felici di andar d'accordo.
Al contrario, tutti gli altri ragazzini di Serpeverde, salvo quei tre, Millicent Bulstrode e Pansy Parkinson, stavano in fitto branco, solitamente in silenzio, scambiandosi a malapena poche parole.
Harry avrebbe volentieri provato a conoscerne almeno uno, anche solo parlarci civilmente, ma non trovò un'occasione in un'intera giornata. Forse quella lezione poteva essere quel momento.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें